Lavori a rischio in gravidanza, l’elenco completo dell’INPS

Patrizia Del Pidio

13 Novembre 2025 - 08:48

Quali sono le mansioni vietate per una lavoratrice incinta? Ci sono dei lavori che se svolti in gravidanza sono considerati «a rischio» per la salute della mamma e del bambino. Vediamo quali sono.

Lavori a rischio in gravidanza, l’elenco completo dell’INPS

Le donne in gravidanza hanno diritto a una tutela rafforzata in ambito lavorativo: molti lavori sono vietati durante la gestazione e possono esserlo anche alcune mansioni o specifici processi. In particolare le tutele speciali scattano per i lavori pericolosi o faticosi, ma anche per turni stressanti e per il lavoro notturno.

In tutti questi casi si può chiedere la maternità anticipata.

Esiste una lista di lavori pericolosi, contenuti nel decreto legislativo 151 del 2001, per i quali il datore di lavoro è obbligato a spostare la dipendente ad altre mansioni oppure a concedere la maternità anticipata e in alcuni casi anche il rientro posticipato sul posto di lavoro fino a 7 mesi dal parto.

I lavori pericolosi per la lavoratrice incinta sono quelli esposti sostanze tossiche o lavori faticosi, anche il solo stare in piedi nella stessa posizione per ore.

Spetta al datore di lavoro garantire la sicurezza della dipendente in gravidanza e l’inosservanza delle leggi sulla tutela della gravidanza è punibile con l’arresto fino a 6 mesi.

Maternità anticipata: cos’è e quando si può chiedere

Quando si parla di maternità anticipata ci si riferisce al congedo dal lavoro che la legge concede alle lavoratrici madri durante la gravidanza, che, in particolari casi, può essere fruito in anticipo. Ciò è possibile quando:

  • la gravidanza è rischio a causa di complicanze o del precario stato di salute della futura madre;
  • lavoro a rischio, ovvero quando le mansioni possono costituire un pericolo per la prosecuzione della gravidanza e non è possibile spostare la lavoratrice a mansione meno pericolose.

La richiesta di maternità anticipata, nei modi e nei tempi che vedremo, può essere fatta sia nel settore pubblico che privato, a prescindere dalla categoria contrattuale. In particolare questo beneficio è rivolto anche alle lavoratrici:

  • nel settore agricolo o domestico;
  • con contratti di lavoro occasionali o a progetto;
  • in libera professione;
  • autonome iscritte alla gestione separata Inps.

Le ultime due categorie di lavoratrici, tuttavia, possono chiedere la maternità anticipata solo in caso di gravidanza a rischio per complicazioni o condizioni morbose.

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Quali lavori sono pericolosi per le donne in gravidanza

Materie prime, materiali utilizzati sul luogo di lavoro, mansioni e pratiche possono provocare un danno alla donna gestante e al bambino, per questo alcune attività sono considerate per loro natura pericolose e quindi vietate durante tutta la gravidanza (in alcuni casi anche dopo il parto).

Anche la postura seduta prolungata può essere dannosa per la donna in gravidanza (ad esempio i videoterminalisti) favorisce le infiammazioni e aumenta il rischio di trombosi ed embolie degli arti inferiori. Le lavoratrici incinte non possono lavorare per orari prolungati, turni che inducono affaticamento mentale e fisico e ovunque ci sia la possibilità di entrare in contatto con agenti pericolosi, tossici o radioattivi.

Il datore, ove possibile, deve modificare l’organizzazione del lavoro in modo da tutelare la donna gestante assicurando pause più frequenti, posizioni comode e così via. Dove, invece, la natura del lavoro non è compatibile con la gravidanza scatta il divieto assoluto.

Tutti i lavori vietati (e le fonti normative)

Lavori e mansioni vietati alle donne in gravidanza sono contenuti in diverse leggi e decreti che si sono succeduti negli anni. La normativa generale è il D.P.R. 1026/76 il cui articolo 5 elenca i lavori considerati pericolosi e insalubri:

  • lavori su scale e impalcature mobili e fisse;
  • lavori che comportano una stazione in piedi per più di metà dell’orario o che obbligano a una posizione particolarmente affaticante;
  • lavori con macchina mossa a pedale, o comandata a pedale, quando il ritmo del movimento sia frequente, o esiga un notevole sforzo;
  • lavori di assistenza e cura degli infermi nei sanatori e nei reparti di malattie infettive e per malattie nervose e mentali durante la gestazione e fino a 7 mesi dopo il parto;
  • lavori di monda e trapianto del riso.

Altra fonte normativa è il D.Lgs.151/2001 dove, agli articoli 7 e 8, sono elencate le attività vietate alle gestanti (l’elenco completo è riportato nell’allegato): ovvero le mansioni che espongono ad agenti chimici, fisici e biologici pericolosi, ad esempio contenitori sotto pressione, radiazioni, agenti geneticamente modificati, sostanze e preparati classificati tossici.

Lavori vietati in gravidanza
Lavori vietati alle lavoratrici madri (Artt.7 e 8, D.Lgs.151/2001)

Lo stesso decreto legislativo prevede anche i processi lavorativi che le donne incinte non possono svolgere. In questi casi il divieto si riferisce solo a specifiche fasi del processo produttivo e non all’attività nel suo complesso. A titolo esemplificativo e non esaustivo sono i seguenti (l’elenco completo nel documento allegato):

  • lavori di fabbricazione e di manipolazione di dispositivi, ordigni ed oggetti diversi contenenti esplosivi;
  • lavori nei serragli contenenti animali feroci o velenosi nonché condotta e governo di tori e stalloni;
  • mansioni di mattatoio;
  • manipolazione di apparecchiature di produzione, di immagazzinamento o di impiego di gas compressi, liquidi o in soluzione;
  • lavori su tini, bacini, serbatoi, damigiane o bombole contenenti agenti chimici pericolosi;
  • mansioni che comportano rischi di crolli e allestimento e smontaggio delle armature esterne alle costruzioni.

A questi si aggiungono poi le mansioni svolte all’interno di pozzi, cisterne, miniere, su scale e impalcature mobili e fisse e la manovalanza pesante.

Lavoro notturno: quando e per quanto tempo è vietato

Alle donne in gravidanza è sempre vietato svolgere il lavoro notturno dalle 24.00 alle 6.00 del mattino. Il divieto si estende dal momento dell’accertamento della gravidanza fino al compimento di un anno di età del figlio e serve a tutelare la salute della donna e il diritto alla genitorialità.

Come fare domanda di maternità anticipata per lavori a rischio

La domanda di maternità anticipata può essere fatta in diversi modi:

  • telematicamente;
  • in via cartacea;
  • mediante i patronati locali.

Se la ragione dell’astensione anticipata è la natura del lavoro, la richiesta deve essere inoltrata all’Ispettorato territoriale del lavoro congiuntamente al documento del datore di lavoro in cui dichiara l’impossibilità di spostare la lavoratrice a una mansione non pericolosa. Dopo la richiesta, l’Ispettorato procederà agli accertamenti sanitari.

Si precisa che, in caso di lavori a rischio, per evitare il pericolo il datore di lavoro può anche impiegare la lavoratrice in mansioni inferiori, ma con la stessa retribuzione, senza incorrere nel demansionamento.

I tempi da rispettare

L’Ispettorato del lavoro ha 7 giorni di tempo dalla richiesta della lavoratrice per esprimersi nel merito della questione. Se la maternità anticipata non viene concessa, la lavoratrice ha 10 giorni di tempo per presentare altri documenti e sperare in un cambio di posizione.

Se la domanda viene accettata, l’Ispettorato deve emanare un provvedimento ad hoc nel quale stabilisce la durata dell’astensione dal lavoro.

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