Elon Musk lancia un nuovo allarme: “L’Italia sta scomparendo”, colpa della crisi demografica. È ora che politica e opinione pubblica si interroghino su come invertire la rotta.
Poche ore fa Elon Musk ha pubblicato su X (ex Twitter) un post destinato a far discutere in cui ha scritto: “L’Italia sta scomparendo”. Una frase breve, diretta, eppure così potente da diventare virale in un attimo. In tutto il mondo. Il commento del miliardario americano - che ha oltre 180 milioni di follower sulla piattaforma di cui è proprietario - è apparso in risposta a un thread che riportava i dati più recenti sulla natalità nel nostro Paese.
Il messaggio originale, pubblicato dall’account Doge Designer, segnalava come nel 2024 le nascite in Italia fossero scese a 370.000, con un tasso di fecondità medio pari a 1,13 figli per donna. Musk, che da anni lancia allarmi sulla crisi demografica delle società occidentali, ha scelto di intervenire con una delle sue tipiche frasi lapidarie, trasformando un dato statistico in un monito globale.
Nel giro di poche ore il post ha raccolto milioni di visualizzazioni (22 milioni, al momento della scrittura), migliaia di commenti e un intenso dibattito che ha coinvolto analisti, politici e giornalisti italiani. Molti lo hanno accusato di esagerare, altri hanno riconosciuto che le sue parole, per quanto brutali, fotografano una realtà difficile da negare.
Italy is disappearing https://t.co/qrmODieZhS
— Elon Musk (@elonmusk) November 12, 2025
Le dichiarazioni di Musk sull’Italia
Non è la prima volta che Elon Musk punta il dito contro la crisi demografica italiana. Già nel maggio 2022 aveva scritto che “se l’attuale andamento continuerà, non ci saranno più italiani”. Nel 2023, di fronte ai dati Istat che segnalavano un nuovo minimo storico di nascite, aveva rilanciato con un’altra dichiarazione lapidaria. Un secco “Italy is disappearing!”.
Nel dicembre dello stesso anno, durante la sua partecipazione al festival politico Atreju a Roma, aveva ribadito la sua posizione:
“Le civiltà non muoiono per le guerre, ma quando smettono di fare figli”.
Parole pronunciate in un contesto molto più ampio, quello del suo pensiero sulla “decrescita umana”, un fenomeno che, secondo lui, rappresenta una minaccia ben più grave del cambiamento climatico o della crisi economica.
Per Musk, la natalità è la base su cui poggia la sopravvivenza di una civiltà. Senza nuove generazioni, afferma, non ci sarà innovazione, né economia, né futuro. Il suo è un discorso che mescola dati demografici, filosofia e provocazione mediatica. Ma in questo caso, il bersaglio è preciso: l’Italia, un Paese simbolo della bellezza e della cultura, che però rischia di scomparire per mancanza di figli.
I numeri della crisi demografica italiana
Dietro l’allarme di Musk ci sono dati ufficiali che confermano un declino preoccupante. Secondo l’ultimo rapporto dell’Istat pubblicato nell’ottobre 2025, la popolazione residente in Italia al 30 giugno era di 58 milioni e 919 mila persone, in calo di circa 15 mila unità rispetto all’inizio dell’anno. Al 31 luglio la cifra si attestava a 58,9 milioni, confermando una tendenza costante alla diminuzione.
Nel 2024 i nati sono stati appena 369.944, il numero più basso mai registrato dall’Unità d’Italia. Il tasso di fecondità è sceso a 1,18 figli per donna, contro una media europea di 1,45. Per mantenere stabile la popolazione servirebbero almeno 2,1 figli per donna, ma l’Italia è lontanissima da questa soglia.
Nei primi sette mesi del 2025, secondo le stime preliminari, le nascite sono ulteriormente diminuite del 6,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Gli over 65 rappresentano ormai quasi il 25% della popolazione, mentre gli under 14 sono scesi sotto il 13%. Il nostro è un Paese che invecchia rapidamente e che ogni anno perde circa 150.000 cittadini, nonostante l’immigrazione contribuisca in parte a compensare la perdita.
Questo squilibrio generazionale non è solo un dato statistico, Significa meno lavoratori, meno consumi, più spesa sociale e pensionistica, nonché una difficoltà sempre più grande a sostenere il sistema economico e sanitario nazionale.
Le cause di una crisi profonda
Le ragioni del crollo della natalità italiana sono molteplici, intrecciate, ma è essenziale capirle a fondo. La precarietà del lavoro, l’aumento del costo della vita, la difficoltà di accesso alla casa e alla genitorialità, uniti a un modello culturale che posticipa sempre più il momento di formare una famiglia, hanno reso la scelta di avere figli a dir poco complessa.
Le politiche di sostegno alla natalità introdotte negli ultimi anni - dall’assegno unico universale al bonus mamme - non hanno prodotto risultati significativi. Le misure economiche da sole non bastano. Servono servizi più accessibili, una rete di welfare efficiente e un cambiamento profondo nella percezione della maternità e della paternità.
Musk, nel suo linguaggio provocatorio, riassume questa crisi in un concetto radicale: la perdita di fiducia nel futuro. “Quando una società non crede più nel domani, smette di fare figli”, aveva detto in una conferenza nel 2024. Per lui, la questione demografica non è solo economica o sociale, ma esistenziale.
Un avvertimento o una condanna?
La “profezia” di Elon Musk può essere letta in due modi. Da un lato, come una provocazione iperbolica, tipica del suo stile comunicativo. Ma dall’altro, come un campanello d’allarme che ci costringe a guardare in faccia la realtà. L’Italia, oggi, è davvero uno dei Paesi più anziani del mondo e, se la tendenza continuerà, entro il 2050 la popolazione potrebbe scendere sotto i 54 milioni di abitanti.
Le parole di Musk, per quanto dure, trovano eco anche tra molti demografi italiani. Secondo l’Istat, senza un’inversione del trend, entro 25 anni il rapporto tra popolazione attiva e pensionati potrebbe diventare insostenibile. L’Italia rischia di essere un Paese sempre più vecchio, con meno forza lavoro e un peso crescente sulla spesa pubblica.
Certo, l’Italia non è “alla fine”, come suggerisce Musk, ma attraversa una crisi silenziosa che ne ridisegnerà la struttura sociale ed economica. La provocazione del magnate americano ha quantomeno il merito di riportare il tema al centro del dibattito pubblico, spingendo politica e opinione pubblica a interrogarsi su come invertire la rotta.
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