La casa cinese produttrice di auto elettriche avrebbe già nel suo paniere 85 storici fornitori delle fabbriche Fiat.
Byd sbarca in provincia di Torino e prova a inserirsi nella filiera di Stellantis per mettere un “piede a terra” nel Nord Italia, nel cuore di un distretto storicamente legato all’automobile e in cui il varo di una strategia più globale da parte dell’ex Fiat lascia dubbi sul futuro della produzione di veicoli. Diverse fonti di stampa hanno dato conto del fatto che la casa cinese produttrice di auto elettriche avrebbe già nel suo paniere 85 storici fornitori delle fabbriche Fiat ora pronti ad avanzare nel mercato a fianco del colosso della Repubblica Popolare Cinese.
Mentre in Europa nei primi nove mesi del 2025 Byd festeggia un numero quadruplicato di consegne, da 30mila a 120mila vetture, l’azienda deve fare i conti con un clima di competizione globale crescente. Byd deve gestire problemi di bilanciamento tra una capacità cresciuta dinamicamente in Cina e la sfida dei mercati di destinazione che hanno alzato barriere tariffarie e misure anti-sussidi verso le elettriche cinesi.
L’Unione Europea dazia le auto cinesi per controbilanciare il presunto effetto-leva dei sussidi ai produttori e impone a Byd un extra-costo del 17%. Per mantenersi su livelli di espansione continui e rafforzare la penetrazione dei mercati occidentali, Byd sta pensando a molte strategie: aprire stabilimenti in Turchia e Ungheria è stata una prima risposta, sommata alla scelta di esportare auto dalla Thailandia non gravata dalle tariffe. Ora, il gruppo studia anche un inserimento di filiera: assorbire il know-how della componentistica automotive storicamente connessa a Stellantis e radicarsi con una quota di valore aggiunto europeo crescente, che lo metta al riparo dai dazi futuri. Una spinta interessante anche per il comparto locale. [...]
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA