L’Agenzia Internazionale per l’Energia ha fatto notare che oltre la Muraglia il settore della trasformazione del carbone in combustibili liquidi ha raggiunto proporzioni gigantesche.
Negli ultimi anni la Cina ha investito miliardi di dollari per rendere sostenibile e green il proprio sistema economico. Ha puntato fortissimo sull’elettrificazione dei trasporti. Ha scommesso sulle energie rinnovabili per abbattere le emissioni di CO2. Ha ridotto l’inquinamento promuovendo politiche ambientali sempre più dure e stringenti. Allo stesso tempo la Cina conta però ancora su un’industria del carbone floridissima.
L’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE) ha fatto notare che oltre la Muraglia il settore della trasformazione del carbone in combustibili liquidi – il “lato oscuro” dell’industria carbonifera cinese - ha raggiunto proporzioni gigantesche: consuma circa 380 milioni di tonnellate di carbone come materia prima per la realizzazione di prodotti chimici e combustibili liquidi.
Bloomberg ha fatto un paragone emblematico: se questo particolare settore carbonifero cinese fosse un Paese sarebbe il terzo maggior consumatore di carbone al mondo, dietro al resto del settore carbonifero cinese e all’India, ma davanti agli Stati Uniti, al Giappone e ad altri grandi consumatori di carbone come Indonesia e Turchia. [...]
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