Altro che arabi e russi. Ecco di chi è la raffineria di petrolio più grande al mondo

Alessandro Nuzzo

28 Ottobre 2025 - 22:55

La raffineria Dangote ha annunciato l’aumento della capacità produttiva da 650.000 a 1,4 milioni di barili al giorno. In questo modo diventerà la più grande al mondo.

Altro che arabi e russi. Ecco di chi è la raffineria di petrolio più grande al mondo

La più grande raffineria al mondo si trova attualmente in India ed è quella di Jamnagar. Presto, però, il primato potrebbe passare a un’altra struttura che oggi, con 650.000 barili di greggio prodotti al giorno, occupa il settimo posto nella classifica mondiale. Si tratta della raffineria Dangote, situata in Nigeria.

Ad annunciare la nuova fase di crescita è stato il proprietario Aliko Dangote, attraverso una serie di dichiarazioni alla stampa locale. L’obiettivo del Gruppo Dangote è quello di aumentare la produzione di greggio nella raffineria di Lekki da 650.000 a 1,4 milioni di barili al giorno, il che la renderebbe la più grande al mondo.

«Stiamo raddoppiando la produzione, passando da 650.000 a 1,4 milioni di barili al giorno. Questo renderà la nostra raffineria la più grande del pianeta», ha dichiarato Aliko.

Si tratta di una crescita straordinaria e rapidissima, considerando che l’impianto è entrato in funzione soltanto nel 2024. La raffineria sta rivoluzionando il settore energetico nigeriano, garantendo al Paese una nuova indipendenza dopo anni in cui ogni goccia di carburante veniva importata, nonostante la Nigeria fosse tra i principali produttori di petrolio greggio del continente.

«Questa espansione riflette la nostra fiducia nel futuro della Nigeria, nel potenziale dell’Africa e nel nostro impegno a costruire l’indipendenza energetica del continente», ha aggiunto l’imprenditore.

L’ampliamento delle attività del gruppo ha avuto effetti anche sul patrimonio personale di Dangote. Il suo patrimonio netto è aumentato di 2,25 miliardi di dollari solo nel mese di ottobre, raggiungendo i 30,3 miliardi. Ciò lo colloca al 75° posto nella classifica mondiale e lo rende l’unico africano presente nella Top 100.

Le attività del Gruppo Dangote non si limitano al petrolio. Due settimane fa è stato inaugurato un nuovo impianto in Costa d’Avorio, con una capacità produttiva di 3 milioni di tonnellate di cemento all’anno, segnando un ulteriore passo avanti nell’espansione del vasto impero industriale del magnate nigeriano.

Il 22 ottobre, Dangote ha inoltre annunciato l’intenzione di quotare la raffineria in Borsa, presso la Nigerian Exchange (NGX), nel corso del prossimo anno, con un’offerta compresa tra il 5% e il 10% del capitale. La Nigerian National Petroleum Corporation (NNPC), che detiene attualmente una partecipazione del 7,2%, potrebbe incrementare la propria quota una volta avviata la nuova fase di espansione, ha spiegato l’imprenditore.

Non mancano polemiche e proteste

La rapida crescita del gruppo ha tuttavia suscitato preoccupazioni e proteste da parte dei sindacati e delle aziende concorrenti. È il caso del lancio di una propria flotta di autocarri a gas per la distribuzione del carburante, che ha provocato uno sciopero degli autotrasportatori. I sindacati hanno accusato l’azienda di assumere personale solo a condizione che non fosse iscritto al sindacato. La raffineria Dangote ha respinto le accuse e, dopo due giorni di protesta iniziati il 1° ottobre, è stato raggiunto un compromesso mediato dal governo, che ha posto fine alla mobilitazione.

Nel frattempo, il sindacato dei lavoratori del settore petrolifero e del gas ha accusato la Dangote di aver licenziato circa 800 dipendenti locali, sostituendoli con 2.000 tecnici provenienti dall’India. L’azienda ha però smentito categoricamente tali affermazioni, definendole «false e prive di fondamento».

Argomenti

Iscriviti a Money.it

Money Awards Logo

Le votazioni ai Money Awards sono aperte!

Registrati su Money.it e vota la tua azienda preferita ai People's Money Awards 2025!

Vota ora