Nonostante impegni e investimenti nelle rinnovabili, il consumo mondiale di carbone ha raggiunto un nuovo record nel 2024 rallentando la corsa contro il tempo per limitare il riscaldamento globale
Mentre numerosi Paesi annunciano una transizione verso l’energia pulita e una graduale uscita dai combustibili fossili, il carbone continua sorprendentemente a dominare la produzione elettrica mondiale, confermandosi il nemico più difficile da abbattere nella lotta al cambiamento climatico. Considerato da decenni il combustibile fossile più inquinante, il carbone avrebbe dovuto essere progressivamente rimpiazzato da gas naturale e fonti rinnovabili. Invece, nonostante le politiche di riduzione e lo sviluppo di eolico e solare, il suo utilizzo non accenna a diminuire.
Secondo il rapporto annuale State of Climate Action, nel 2024 il consumo globale di carbone è cresciuto dell’1,5 percento rispetto all’anno precedente, raggiungendo il massimo storico di 8,79 miliardi di tonnellate. La spinta principale arriva dalle economie emergenti dell’Asia, in particolare Cina e India, dove la domanda energetica cresce a ritmi vertiginosi per sostenere industrializzazione e sviluppo. La Cina ha incrementato l’uso di 82 milioni di tonnellate, pari all’1,7 percento, mentre l’India ha registrato un aumento del 4 percento, pari a 45 milioni di tonnellate. Anche Indonesia e Vietnam hanno visto un’espansione dell’utilizzo del carbone.
Al contrario, l’Europa e gli Stati Uniti hanno segnato un calo: rispettivamente l’11 e il 4 percento in meno, grazie alla chiusura di centrali obsolete e alla crescita della capacità rinnovabile. Tuttavia, la riduzione nelle economie avanzate non basta a controbilanciare la forte domanda asiatica. Nel 2024, i Paesi della regione – Cina, India e ASEAN – hanno rappresentato circa il 77 percento del consumo mondiale. [...]
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