In Italia solo il 59,8% dei laureati ha un lavoro

Massimiliano Carrà

18/11/2019

18/11/2019 - 14:22

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Secondo l’ufficio statistico europeo nel 2018 in Italia il 59,8% dei laureati lavora a tre anni dal conseguimento del titolo di studio. In Europa il Belpaese si colloca al penultimo posto della graduatoria

In Italia solo il 59,8% dei laureati ha un lavoro

Il connubio laurea-lavoro in Italia non è ancora assicurato, anzi tutto il contrario. A dimostrarlo è l’Eurostat che aggiornato i dati delle “chance occupazionali” di chi è in possesso della laurea.

Secondo l’ufficio statistico europeo nel 2018 in Italia il 59,8% dei laureati lavora a tre anni dal conseguimento del titolo di studio. Si tratta quindi di quasi sei laureati su 10, troppo poco rispetto alla media europea.

Infatti, nonostante la percentuale dei laureati italiani che lavorano sia aumentata del 10% rispetto al 2014, tuttavia la media europea che si attesta invece all’83,5% rimane lontanissima. Proprio per questo quando si analizza il connubio laurea-lavoro, l’Italia si posiziona al penultimo posto in Europa.

Male il sud Italia: in tre regioni lavorano un terzo dei laureati

In base ai dati aggiornati dall’Eurostat, il 40,2% dei laureati italiani non riesce a trovare lavoro nei tre anni che seguono il conseguimento del titolo di studio. Ma non è tutto. Da quanto emerso, in Europa l’unico Paese che ha fatto peggio dell’Italia è la Grecia.

Inoltre, la differenza tra la percentuale di laureati in Italia che lavorano e quella degli altri Paesi europei diventa ancora più emblematica quando si analizzano i dati della Repubblica Ceca, della Germania, dei Paesi Bassi, dell’Austria e della Svezia.

In queste nazioni europee infatti la percentuale dei laureati che lavorano nei tre anni che seguono il conseguimento del titolo si attesta intorno al 90%, poco più del 30% in più di quanto riscontrato nel nostro Paese.

Inoltre, un altro dato molto importante che penalizza la percentuale italiana riguarda quello delle quattro aree dell’Unione Europea dove i laureati che lavorano sono meno di un terzo.

Infatti da quanto analizzato da Eurostat, tre di queste aree sono tre regioni del Sud Italia: Sicilia, Basilicata e Calabria. Nella prima i laureati che lavorano si attestano al 27%, nelle altre due al 31%. La quarta area è invece una regione della Grecia centrale: Sterea Ellada. Qui la percentuale dei laureati che lavorano si aggira intorno al 32%.

Anche la percentuale dei diplomati che lavorano non soddisfa

La differenza tra la percentuale dei laureati italiani che lavorano entro tre anni dal conseguimento del titolo e quella della media europea non è l’unica in materia di occupazione e istruzione.

Un altro binomio che soffre in Italia è quello composto da diploma e lavoro. Secondo i dati dell’Eurostat nel Bel Paese la percentuale dei diplomati che lavora a tre anni dalla maturità si attesta a circa il 10% in meno rispetto a quella dei laureati, ossia 48,9%.

Anche in questo caso anche se la percentuale risulta in crescita del 12% rispetto a quella che del 2014, tuttavia il divario con gli altri Paesi europei rimane abbastanza importante. In UE infatti la percentuale di diplomati che lavorano a tre anni dal conseguimento del titolo si attesta al 76,5%.

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