Dall’asta odierna del Tesoro italiano è emerso come gli operatori stiano scommettendo su intervento della Banca Centrale Europea. E se l’Eurotower non intervenisse?
Riflettori puntati sul nostro Paese nel giorno in cui scade il termine per modificare le stime contenute nella Legge di Bilancio. Dopo il vertice di questa mattina tra Conte, Di Maio e Salvini per l’elaborazione della risposta alla lettera della Commissione europea sulla manovra, in serata è previsto un Consiglio dei ministri.
Il Ministero dell’Economia nel corso della prima parte ha diffuso una nota per precisare che “il tasso di crescita non si negozia”. “Le previsioni di crescita sono infatti il risultato di valutazione squisitamente tecnica”, continua Tria e per questo “non possono diventare oggetto di negoziato alcuno dentro o fuori dal Governo”.
“Non crediamo che il governo possa modificare il suo obiettivo di deficit/PIL al 2,4%, considerato come un baluardo politico inamovibile”, ha commentato Paolo Pizzoli di ING. “Tuttavia, in scia delle indicazioni deludenti recentemente arrivate dai dati, la nuova bozza potrebbe includere proiezioni meno ottimistiche sul PIL e/o l’inserimento di tagli automatici alla spesa per garantire che l’obiettivo del 2,4% non venga sforato”.
“Riteniamo che questo possa rappresentare un piccolo segnale di flessibilità in un’ottica di attenuazione dell’impostazione conflittuale nei confronti delle autorità europee, visto che il governo italiano è sempre più isolato all’interno del Consiglio europeo”, rileva Pizzoli.
Il mercato scommette sulla BCE
In questo contesto sul listino milanese il Ftse Mib quota sostanzialmente piatto a 19.070 punti mentre il differenziale di rendimento con i titoli tedeschi, salito nell’ultima settimana del 3,8%, si porta a 307,6 punti.
Questa mattina il Tesoro ha collocato titoli a 3,7 e 20 anni per 2,5 miliardi di euroregistrando una domanda particolarmente solida e rendimenti in calo. In particolare, spicca l’andamento delle richieste per il titolo a tre anni che, collocato per 2 miliardi di euro, hanno totalizzato 3,792 miliardi, per un rapporto di copertura di 1,98. L’aumento delle richieste sulla parte breve conferma come gli operatori si stiano posizionando su quei titoli che più di altri potrebbero beneficiare di un’eventuale operazione TLTRO messa in campo dalla BCE.
L’Eurotower potrebbe anche decidere di non supportare il Belpaese
Nel caso in cui lo scontro con Bruxelles dovesse inasprirsi, le autorità europee potrebbero trovarsi nella condizione di dover richiedere al Governo sia di trasferire un deposito pari allo 0,20% del Pil nel fondo di salvataggio europeo che di fatto tagliare fuori l’Italia dai finanziamenti comunitari.
Inoltre, Vincent-Frédéric Mivelaz, analista di Swissquote, evidenzia come “la BCE, che terminerà gli acquisti di titoli di Stato entro la fine dell’anno, potrebbe anche decidere di non supportare il Belpaese con operazioni di rifinanziamento”. “Dal nostro punto di vista, ci aspettiamo che l’Esecutivo guidato da Conte sia costretto alla fine a rifare i calcoli sulla manovra fiscale per evitare che il mercato riporti i rendimenti dei titoli governativi ancora più in altro verso i massimi, il che si rivelerebbe eccessivamente costoso per il budget stabilito inizialmente”, spiega Mivelaz.
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