Istat: deficit/Pil diminuisce nel primo trimestre, i dati

Violetta Silvestri

5 Luglio 2022 - 12:37

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Nella nota Istat sui conti trimestrali, emerge il calo del rapporto deficit/Pil per le Amministrazioni pubbliche, con rialzo della pressione fiscale. In focus il potere di acquisto delle famiglie.

Istat: deficit/Pil diminuisce nel primo trimestre, i dati

In un comunicato parte dei Conti trimestrali dei settori istituzionali, l’Istat ha reso noti i dati su deficit/Pil delle Amministrazioni pubbliche, con analisi anche della pressione fiscale e del peso dell’inflazione sul potere di acquisto delle famiglie.

In Italia, nel periodo gennaio-marzo 2022, l’indebitamento è risultato in calo, con aumento delle entrate fiscali e i prezzi in aumento hanno frenato la crescita del potere di acquisto.

Nel dettaglio di seguito, i dati relativi al primo trimestre 2022.

Istat: deficit/Pil in calo. Effetto prezzi sul potere di acquisto

In sintesi, l’Italia del primo trimestre 2022 è così descritta dall’Istat:

“l’indebitamento delle Amministrazioni pubbliche sul Pil si è marcatamente ridotto in termini tendenziali per il consistente aumento delle entrate, che ha più che compensato l’aumento delle uscite. Il reddito disponibile delle famiglie e la propensione al risparmio sono cresciuti sensibilmente in termini congiunturali, mentre il potere d’acquisto delle famiglie ha segnato una lieve crescita.”

Nello specifico, il deficit/Pil è stato pari al -9,0% (-12,8% nello stesso trimestre del 2021) e il saldo primario delle AP (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato negativo, con incidenza sul Pil del -5,2% (-9,4% nel primo trimestre del 2021). Il saldo corrente ha evidenziato un -5,3% sul Prodotto interno lordo (-8,2% nel primo trimestre del 2021).

In confronto con lo stesso periodo del 2021, la pressione fiscale ha mostrato un incremento di 0,5 punti percentuali, con una variazione del 38,4%.

Per quanto riguarda le famiglie, Istat ha segnalato che il reddito disponibile al consumo ha visto un aumento del 2,6% rispetto al trimestre precedente. Tuttavia, ha aggiunto, “per effetto del generalizzato aumento dei prezzi (+2,2% la variazione del deflatore implicito dei consumi finali delle famiglie), il potere d’acquisto delle famiglie è cresciuto soltanto dello +0,3% rispetto al trimestre precedente”.

Anche la propensione al risparmio è cresciuta rispetto al trimestre precedente, al 12,6% e la spesa per i consumi finali ha avuto un incremento dell’1,4% in termini nominali.

Infine, Istat ha sottolineato che “la quota di profitto delle società non finanziarie, pari al 41,0%, è diminuita di 0,6 punti percentuali rispetto al trimestre precedente”. Il tasso di investimento, pari al 24,1%, è aumentato di 0,9 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.

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