Isee 2023 più basso: da quando aumenta l’assegno unico?

Simone Micocci

11 Gennaio 2023 - 14:19

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Se l’Isee 2023 si abbassa l’assegno unico aumenta: ma da quando? Ecco le date da segnare sul calendario.

Isee 2023 più basso: da quando aumenta l’assegno unico?

L’assegno unico nei prossimi mesi aumenterà per coloro per i quali l’Isee 2023 risulterà più basso rispetto al 2022. Tuttavia, non bisogna commettere l’errore di pensare che l’aumento dell’importo sia immediato e che già con il pagamento atteso a gennaio si beneficerà dell’incremento, poiché non è così.

Il calendario dei pagamenti dell’assegno unico, infatti, è ben definito e prevede diverse tappe annuali: se da una parte l’importo già a inizio anno viene rivalutato - tenendo conto del tasso di rivalutazione accertato dall’Istat sulla base dell’inflazione registrata negli ultimi dodici mesi - dall’altra per il ricalcolo dell’assegno sulla base nel nuovo Isee bisognerà attendere qualche mese in più.

Vediamo nel dettaglio quali sono i prossimi step per l’assegno unico, facendo così chiarezza su quando scatta l’aumento dell’importo per coloro che hanno un Isee più basso rispetto all’anno scorso.

Per cosa aumenta l’assegno unico a gennaio

Ogni inizio anno l’importo base dell’assegno unico, quindi escluse le maggiorazioni, viene rivalutato tenendo conto dell’andamento dell’inflazione registrata negli ultimi 12 mesi.

Nel 2023 il tasso accertato è dell’8,1% e ciò contribuirà a incrementare il valore mensile di qualche decina di euro. Ad esempio, l’importo massimo, nel 2022 pari a 175 euro, da gennaio 2023 salirà a 189 euro.

Nel frattempo a essere riviste saranno anche le fasce Isee, anch’esse rivalutate sulla base del tasso d’inflazione. Ciò significa che l’aumento sarà duplice, poiché nel frattempo bisognerà anche considerare il passaggio a una soglia Isee inferiore.

Si pensi a chi ha un Isee di 16.000 euro: oggi non ha potuto beneficiare dell’importo massimo, ma dal 2023 sì visto che la soglia passerà da 15.000 a 16.215 euro.

Come detto sopra, tale aumento scatterà da gennaio 2023, tuttavia verrà riconosciuto dall’Inps solamente nel mese di febbraio, quando verranno pagati anche gli arretrati per il mese precedente.

Nuova maggiorazione dell’assegno unico a gennaio 2023

Da questo mese aumenta l’assegno unico anche alle famiglie con figli di età inferiore ai 12 mesi. La legge di Bilancio 2023, infatti, ha introdotto un incremento del 50% della quota base fino al compimento di un anno di età del figlio.

Su un minore di 12 mesi, quindi, all’importo base - che rivalutato salirà a 189 euro - si aggiungerà una maggiorazione pari a 94,50 euro, arrivando così a 283,50 euro.

Tale maggiorazione spetta invece fino al compimento dei 3 anni per le famiglie con almeno 3 figli, a patto che queste abbiano un Isee inferiore a 40.000 euro.

C’è poi una terza novità prevista dalla legge di Bilancio 2023 che contribuirà a incrementare l’assegno unico: per le famiglie con almeno 4 figli, infatti, la maggiorazione forfettaria pari a 100 euro al mese sale a 150 euro da gennaio 2023.

Per tutte le suddette maggiorazioni vale però lo stesso discorso fatto per gli incrementi della rivalutazione: gli aumenti, anche se decorrono da gennaio, verranno corrisposti solamente da febbraio, con tanto di arretrati.

Isee 2023 più basso: da quando aumenta l’assegno unico?

Arriviamo infine all’ultimo, in ordine cronologico, aumento dell’assegno unico, ossia quello spettante a coloro a cui l’Isee 2023 risulta più basso rispetto all’anno precedente (mentre in caso di incremento l’importo si riduce).

In tal caso, infatti, il ricalcolo avverrà a partire dal pagamento atteso a marzo 2023, quando avrà inizio un nuovo periodo di percezione. L’assegno unico, infatti, decorre da marzo a febbraio dell’anno successivo, e per tutto questo periodo l’importo viene calcolato in base all’Isee dell’anno precedente. È così anche per le mensilità pagate a gennaio e febbraio, nonostante l’Isee risulti ormai scaduto.

Ed è per questo motivo che per il rinnovo dell’Isee, affinché anche a marzo l’importo possa essere calcolato in base alla propria situazione economica, c’è tempo ogni anno fino al 28 febbraio (o comunque entro il 30 giugno per avere diritto agli arretrati per i mesi precedenti).

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