Invalidità 100%, tutte le agevolazione e le tutele previste

Simone Micocci

13 Ottobre 2025 - 11:01

Invalidità al 100%, cosa spetta? Ecco quali sono le agevolazioni previste nel 2025 e le novità attese nel 2026.

Invalidità 100%, tutte le agevolazione e le tutele previste

Più alta è la percentuale di invalidità, maggiori sono i diritti e le agevolazioni riconosciute dallo Stato. Con un’invalidità civile pari al 100%, la persona viene considerata totalmente e permanentemente inabile al lavoro, a causa di una menomazione fisica o psichica che compromette in modo assoluto la capacità lavorativa e l’autonomia personale.

A seconda dei casi, questa condizione può essere soggetta a revisione - come accade, ad esempio, per le invalidità di origine oncologica - con l’obbligo di sottoporsi, alla data indicata nel verbale Inps, a una nuova visita di controllo.

Solitamente, nel verbale viene riportata la dicitura “invalido con totale e permanente inabilità lavorativa (artt. 2 e 12, L. 118/1971)”; nei casi più gravi, può essere aggiunta la specificazione relativa all’impossibilità di deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore, requisito che dà diritto anche all’indennità di accompagnamento.

Ma cosa spetta a chi ha un’invalidità riconosciuta al 100%? I diritti delle persone con invalidità civile totale comprendono diverse forme di sostegno economico, agevolazioni fiscali e sanitarie, oltre alla possibilità di accedere a prestazioni assistenziali dedicate. Dal 2026, inoltre, con l’entrata in vigore delle modifiche introdotte dalla legge n. 106/2025, vengono semplificate le procedure e ampliate le tutele per le persone con disabilità e per i loro familiari.

Ecco quindi una panoramica completa su cosa spetta con l’invalidità civile al 100%, quali sono i diritti riconosciuti e come cambiano le agevolazioni con le nuove regole in arrivo dal 2026.

Benefici per chi ha un’invalidità al 100%

Come già accennato, i benefici legati all’invalidità civile dipendono dalla percentuale di invalidità riconosciuta a chi ne fa richiesta. Nel caso d’invalidità civile totale, riconosciuta al 100%, si potrà fruire dei seguenti benefici:

  • diritto ad agevolazioni fiscali, ad esempio per l’acquisto di auto o di sussidi tecnici e informatici, come ad esempio lo smartphone, utili per favorire l’autonomia della persona invalida;
  • agevolazioni fiscali per le spese sostenute per badanti e colf, come pure per le spese sostenute per l’assistenza specifica resa da personale medico e sanitario;
  • l’erogazione di protesi, ortesi e ausili correlati al tipo di minorazione accertata a carico del Servizio Sanitario Nazionale;
  • scelta della sede di lavoro, e possibilità di rifiutare un trasferimento, per il dipendente che assiste una persona con grave handicap;
  • possibilità di ottenere il contrassegno per parcheggiare negli appositi spazi riservati a “persone invalide con effettiva capacità di deambulazione impedita, o sensibilmente ridotta”.

Oltre a tali agevolazioni, inoltre, chi è invalido al 100% potrà anche richiedere la pensione d’inabilità, che può essere di tipo previdenziale o assistenziale, alla quale - in presenza di determinate condizioni - si affianca l’indennità di accompagnamento, un assegno che viene riconosciuto a chi ha difficoltà a compiere gli atti quotidiani della vita o a chi non può deambulare senza l’aiuto di un’altra persona.

La pensione d’inabilità

Ci sono due tipologie di pensione di inabilità: la previdenziale e quella assistenziale, conosciuta anche come pensione di invalidità civile.

Entrambe sono riconosciute agli invalidi civili al 100% con età compresa tra i 18 e i 67 anni (età pensionabile per il 2025), tuttavia mentre quella previdenziale spetta esclusivamente alla generalità dei lavoratori iscritti presso una delle assicurazioni obbligatorie Inps, quella assistenziale si rivolge ai cittadini che si trovano in una condizione di difficoltà economica.

Nel dettaglio, per quest’ultima - per cui la prestazione ha un importo di 336,00 euro ed è riconosciuta per 13 mensilità - bisogna soddisfare un determinato limite reddituale che per il 2025 è pari a 19.772,50 euro. Per gli invalidi civili al 100% vi è però la possibilità di aumentare l’importo della relativa pensione grazie alla maggiorazione sociale conosciuta come incremento al milione.

Se per la pensione di inabilità civile non è richiesto alcun minimo contributivo, per la pensione di inabilità previdenziale, invece, è necessario che il lavoratore iscritto ad un fondo obbligatorio Inps abbia maturato almeno 5 anni di anzianità assicurativa e previdenziale, 3 dei quali maturati nei 5 anni precedenti alla domanda di pensione.

In questo caso per il calcolo dell’importo si applicano gli stessi metodi utilizzati per l’assegno della pensione di vecchiaia; l’importo, quindi, dipende dalla base dei contributi effettivamente versati.

Indennità di accompagnamento

A chi viene riconosciuta l’invalidità civile al 100%, inoltre, può essere concesso un altro tipo di beneficio di natura assistenziale.

Nel caso di difficoltà a compiere gli atti quotidiani della vita e qualora non si riesca a deambulare senza l’aiuto di un’altra persona, potrà essere richiesta e riconosciuta l’indennità di accompagnamento. Tale stato, però, dovrà essere espressamente indicato nell’apposito verbale d’invalidità.

L’indennità di accompagnamento consiste nell’erogazione di un assegno pari a 542,02 euro mensili (per 12 mensilità), e non è subordinata alla situazione economica del richiedente.

Assegno di vedovanza

Se il coniuge superstite che percepisce la pensione di reversibilità è al tempo stesso è inabile al lavoro, può avere diritto agli assegni al nucleo familiare per se stesso. In tal caso si parla di assegno di vedovanza, il cui importo aggiornato per il 2024 è pari a:

  • 52,91 euro con reddito non superiore a 33.274,22 euro;
  • 19,59 euro con reddito compreso tra 33.274,23 e 37.325,55 euro.

A cosa ha diritto l’invalido al 100% non ancora maggiorenne?

È bene fare una distinzione tra gli under 18 e gli over 67 e coloro che invece si trovano in età lavorativa.

Nel dettaglio, mentre per quest’ultimi, al fine del riconoscimento del 100% di invalidità, bisogna effettivamente dimostrare la totale incapacità di lavorare, nel caso degli under 18 e degli over 67 basta accertare una totale difficoltà nella deambulazione tale da rendere necessaria la continua assistenza, per far scattare il diritto alle agevolazioni e benefici dell’invalido al 100%. Per queste due categorie, infatti, è impossibile presumere e dimostrare la perdita totale della capacità di lavoro (vista la loro età).

In tal caso, ai minorenni spetta l’indennità di frequenza. Ne hanno diritto i minori che presentano difficoltà persistenti nello svolgere i compiti e le funzioni della propria età e la sua erogazione è vincolata alla frequenza in modo continuativo o anche periodico di un istituto scolastico (di ogni ordine e grado, anche privato), di un centro di formazione o addestramento professionale o, infine, di un centro specializzato nel trattamento terapeutico o nella riabilitazione e nel recupero di persone portatrici di handicap.

Il limite di reddito per averne diritto nel 2025 è pari a 5.771,35 euro: l’importo della prestazione è di 336,00 euro, ma a differenza della pensione d’invalidità civile per i maggiorenni spetta per sole 12 mensilità.

Le novità in arrivo a gennaio 2026

È bene ricordare poi che per le persone con invalidità al 100% a partire dal 1° gennaio 2026, stanno per entrare ufficialmente in vigore le novità introdotte dalla legge 106/2025, che ha riformato in più punti la legge 104/1992 con l’obiettivo di rafforzare le tutele per i lavoratori disabili e per i familiari che li assistono.

Si tratta di una riforma strutturale che punta a semplificare le procedure amministrative e a rendere più sostenibile la conciliazione tra vita lavorativa e assistenza, rispondendo alle esigenze di migliaia di famiglie. La novità più importante riguarda l’ampliamento dei permessi retribuiti: ai tre giorni mensili già previsti dalla normativa vigente si aggiungono, dal 2026, ulteriori 10 ore annue di permesso, riconosciute ai lavoratori affetti da patologie oncologiche, croniche o invalidanti con un grado di invalidità pari o superiore al 74%.

Queste ore aggiuntive, fruibili in modo flessibile nel corso dell’anno, potranno essere utilizzate per visite mediche, esami diagnostici, analisi cliniche, terapie e cure continuative, offrendo un sostegno a chi deve sottoporsi con frequenza a trattamenti sanitari e non trovava tutela nelle regole precedenti.

È stato inoltre rafforzato il diritto al congedo straordinario, che consente al lavoratore dipendente di assentarsi fino a un massimo di due anni nell’arco della vita lavorativa per assistere un familiare disabile, con corresponsione di un’indennità pari all’ultima retribuzione e copertura contributiva ai fini pensionistici.

Tale periodo potrà essere utilizzato in modo continuativo o frazionato, secondo le esigenze di cura e compatibilmente con le necessità organizzative del datore di lavoro.

Un’ulteriore innovazione della legge 106/2025 è rappresentata dall’introduzione del diritto di priorità nello smart working per chi rientra dal congedo straordinario: il lavoratore potrà quindi chiedere di svolgere la propria mansione in modalità agile, qualora la tipologia di attività e l’organizzazione aziendale lo consentano.

Contestualmente vengono semplificate le procedure di certificazione per l’accesso alle agevolazioni: non sarà più necessario un iter medico-legale complesso, ma sarà sufficiente un certificato rilasciato dal medico di base o da uno specialista del Servizio sanitario nazionale, trasmesso in via telematica attraverso il sistema della Tessera Sanitaria. In questo modo si riducono i tempi e gli adempimenti burocratici a carico delle famiglie, garantendo un accesso più rapido ai benefici.

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