Inflazione in Giappone più alta delle aspettative. Si ricomprano dollari?

David Pascucci

24/02/2023

24/02/2023 - 13:23

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L’ultimo dato importante della settimana ha portato lo Yen a deprezzarsi. Si comprano ancora dollari sul Forex?

Inflazione in Giappone più alta delle aspettative. Si ricomprano dollari?

Era l’ultimo dato importante della settimana quello uscito stanotte in Giappone, poco prima dell’apertura del mercato cash nipponico. Un dato al di sopra delle aspettative che già davano un’inflazione in salita del 4% del dato precedente al 4,2%. Il dato uscito si è attestato al 4,3% con un effetto sui mercati che ha portato il cambio UsdJpy a scendere inizialmente verso dei supporti in area 134 per poi ripartire al rialzo.

Il tutto si è concentrato in una panoramica tecnica particolare con dei grafici mensili che si trovano su livelli di resistenza importanti e con una dinamica settimanale che vede ben 6 candele consecutive al rialzo. Questo è quanto sta succedendo al cambio UsdJpy, il cambio più sensibile al dollaro in questo momento, mentre sulle altre majors vediamo ad esempio un EurUsd che combatte sui supporti poco sotto 1,06 e GbpUsd che invece cerca di reggere area 1,20 come supporto di lungo periodo.

Siamo quasi giunti al termine di febbraio, quindi siamo a ridosso delle chiusure mensili e queste dinamiche potrebbero essere decisive per il futuro di questi cambi nei prossimi mesi, pertanto c’è un’ampia possibilità di vedere un mercato che potrebbe concentrarsi di nuovo a comprare dollari dopo ben 4 mesi di vendite di quest’ultimo su tutti i cambi, vendite pesanti che hanno riportato le majors su livelli che potremmo definire più “accettabili” rispetto all’andamento storico del mercato valutario.

I tassi di interesse Fed e la fine dello YCC in Giappone

Sul Forex si riaprono gli interrogativi circa la possibilità di vedere ulteriori aumenti dei tassi di interesse, o meglio ci si chiede di quanto debbano essere alzati i tassi nella prossima riunione di politica monetaria della Federal Reserve. Di fatto stanno aumentando le probabilità misurate dal Cme per quanto riguarda la possibilità di vedere un aumento dei tassi superiore a quello previsto per la prossima riunione di politica monetaria del 22 marzo, infatti vediamo che circa il 25% degli operatori intervistati dal Cme si aspetta un rialzo dei tassi dell’ordine dei 50 punti base, quindi un rialzo superiore di un notch rispetto a quello previsto normalmente che sarebbe un rialzo dello 0,25%.

Motivo principale per cui vediamo un rialzo delle aspettative deriva dall’andamento del mercato del lavoro Usa che risulta un mercato ancora tonico, così come sottolineato dalle ultime minute del Fomc, pertanto gli operatori si aspettano una Fed che possa contrastare questo andamento paradossalmente deleterio a colpi di aumenti di tassi di interesse. Il paradosso risiede nel fatto che la Fed in questo momento non vuole un’economia solida o un’economia che vada bene, anzi, vuole che l’economia rallenti al fine di avere la situazione relativa ai prezzi nel suo pieno controllo.

Purtroppo all’interno delle manovre di politica monetaria queste mosse sono necessarie e a farne le spese dovrebbe essere il mercato del lavoro, palesemente sotto stress con un tasso di disoccupazione sui minimi, frutto anche di un aumento di un aumento dei contratti part-time dovuti al fatto che molti americani stanno svolgendo più lavori insieme per far fronte all’aumento del costo del credito. Un aumento dei tassi aumenta di fatto il costo del credito e questo porterebbe il mercato del lavoro a “scoppiare” per poi dare vita a quello che potrebbe essere un vero e proprio shock all’interno dell’economia.

Per quanto riguarda il Giappone avremo a breve un cambio di governance all’interno della BoJ, con Kuroda che lascerà a marzo la guida della banca centrale per fare spazio a Kazuo Ueda che, proprio nelle ultime ore, ha affermato che l’attuale politica economica del Giappone è “appropriata”.

Sia ben chiaro che un aumento dell’inflazione in Giappone potrebbe essere un problema per quanto riguarda la politica dello Yield-Curve Control, ossia la politica che prevede il controllo del debito per mezzo della curva dei rendimenti. Ueda avrà a che fare con delle difficoltà non di poco conto, pertanto gli shock che potrebbero esserci nel corso dei prossimi mesi potrebbero essere decisivi per i mercati di rischio. Attenzione quindi al tasso di disoccupazione in Usa e al cambio di governance della BoJ.

La situazione tecnica

Il cambio UsdJpy si è poggiato in area 134 per poi ripartire al rialzo al di sopra dei 135, livelli massimi degli ultimi giorni. Tra oggi e la giornata di lunedì potremmo vedere ulteriori allunghi fino ad area 135,60, livello importante per quanto riguarda la dinamica settimanale.

EurUsd e GbpUsd sembrano voler allungare ulteriormente al ribasso, il tutto dipenderà principalmente da quello che succederà sul Nasdaq e sul mercato azionario in generale che sembra essere ben improntato al ribasso. Su Nasdaq infatti vediamo una dinamica settimanale che lascia poco spazio a interpretazioni con ben 3 candele che hanno tracciato dei massimi in area 12700 e che potrebbero segnare di fatto una vera e propria inversione al ribasso per l’indice Usa. In questo contesto un target probabile di questo ipotetico ribasso potrebbe essere area 11600, livello che potremmo raggiungere nel mese di marzo e dal quale potremmo vedere dei brevi rimbalzi prima di affondare il colpo durante l’anno.

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