Inflazione euro accelera ad agosto, mentre dal banchiere arriva doccia fredda: “Tagli tassi BCE sono finiti”

Laura Naka Antonelli

2 Settembre 2025 - 12:19

Resi noti i numeri relativi all’inflazione dell’area euro relativi al mese di agosto. L’inflazione headline ha accelerato il passo, salendo del 2,1%. Cosa succederà a tassi BCE?

 Inflazione euro accelera ad agosto, mentre dal banchiere arriva doccia fredda: “Tagli tassi BCE sono finiti”

Con il dato di oggi relativo all’inflazione dell’area euro, la BCE di Christine Lagarde ha in teoria tutti i numeri che le servono per prendere la decisione finale sui tassi di interesse, che sarà annunciata ormai a breve, tra poco più di una settimana.

Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea emetterà infatti il prossimo verdetto sui tassi giovedì prossimo, 11 settembre 2025.

Inflazione euro accelera il passo ad agosto, sale più delle attese e oltre target BCE

Il messaggio arrivato da quello che si conferma tra i market mover più cruciali, proprio per le implicazioni che ha sulla direzione della politica monetaria dell’Eurotower, è stato il seguente: l’inflazione headline ha accelerato il passo nel mese di agosto, riportando una crescita su base annua pari a +2,1%, rispetto al +2% di luglio e più delle previsioni degli economisti, che erano per un rialzo ancora del 2%.

Quelli appena annunciati dall’Eurostat sono i numeri preliminari dell’inflazione, che saranno soggetti dunque a revisione.

A far salire l’inflazione, ha precisato l’Eurostat, sono state alcune componenti ben precise, in primis quella dei prezzi dei beni alimentari, alcol e tabacco, avanzata ad agosto del 3,2%, rispetto al +3,3% di luglio.

In rialzo anche i prezzi dei servizi (+3,1%, rispetto al +3,2% del mese precedente) e dei beni industriali non energetici (+0,8%, come a luglio).

In discesa invece i prezzi dei beni energetici, che hanno riportato tuttavia una flessione inferiore rispetto a quella precedente, scendendo dell’1,9%, rispetto al -2,4% di luglio).

In evidenza l’altra informazione cruciale, accanto a quella headline, rappresentata dall’inflazione core, ovvero dall’inflazione depurata dalle componenti più volatili, rappresentate dai prezzi dei beni alimentari ed energetici.

Da questo dato, il messaggio che è arrivato è stato meno preoccupante: la componente core ha riportato infatti un rialzo del 2,3%, così come da attese, ma anche come nel mese di luglio. E questo è un aspetto confortante, che potrebbe essere considerato in qualche modo rassicurante da Christine Lagarde, numero uno della BCE.

Tassi BCE, falchi in agguato. Il banchiere: la fase dei tagli è ormai conclusa

La pubblicazione dell’indice dei prezzi al consumo dell’area euro ha fatto seguito alle dichiarazioni di alcuni banchieri, che hanno ulteriormente stroncato la possibilità che la BCE torni a tagliare i tassi la prossima settimana, dopo la pausa annunciata a luglio.

Tra questi, in evidenza soprattutto le parole del governatore a interim della Banca di Slovenia Primoz Dolenc che, in un’intervista rilasciata al quotidiano Delo, ha affermato che, nel corso dell’ultima riunione della Banca centrale di luglio, vari esponenti del Consiglio direttivo hanno concordato sul fatto che la fase di allentamento monetario si fosse ormai conclusa.

Dolenc è andato avanti, facendo notare che da allora il quadro macroeconomico emerso dai vari market mover non è stato tale da giustificare eventuali ripensamenti da parte di Francoforte, e che la politica monetaria attuale è considerata appropriata a garantire il raggiungimento del target di inflazione, che la BCE ha fissato al 2%.

In più, il governatore a interim della Banca di Slovenia ha aggiunto che l’incertezza è diminuita dopo l’accordo sui dazi raggiunto tra l’Unione europea e gli Stati Uniti di Donald Trump e che, se è vero che le tariffe sono più alte rispetto a quanto era stato preventivato nel mese di giugno, comunque il loro impatto sulla crescita e sull’inflazione sarà minimo.

A sostegno della tesi di Dolenc, è la stessa performance del PIL dell’Eurozona che, oltre a dimostrare come l’economia del blocco non abbia bisogno di alcun salvagente, almeno per ora, ha portato diversi economisti a iniziare a individuare anche il momento in cui la BCE tornerà ad alzare i tassi.

Ma è davvero così? Non tutti ne sono così sicuri

Dolenc non è stato l’unico a parlare di cosa potrebbe succedere ai tassi di interesse dell’area euro nelle prossime riunioni di politica monetaria della BCE.

A prendere la parola è stato anche Gediminas Šimkus, governatore della Banca centrale della Lituania, che oggi ha detto chiaro e tondo che “ora non c’è bisogno di apportare aggiustamenti ai tassi”.

Il banchiere è stato tuttavia sicuramente più dovish rispetto al suo collega sloveno, visto che ha aggiunto che “è più vero che non che un altro taglio dei tassi sta arrivando”, visto che “ alcuni rischi per l’economia si stanno materializzando ”.

Fatto sta che il consensus degli analisti, in vista della prossima riunione del Consiglio direttivo della BCE ormai alle porte, prevede un nulla di fatto, così come a luglio. A maggior ragione dopo il dato di oggi, che non avrà convinto del tutto Christine Lagarde, vista l’accelerazione complessiva dei prezzi, che ha portato l’inflazione a superare il target del 2% della Banca centrale europea.

Il commento dell’esperto: Comunque tassi fermi per molti mesi ancora

In una nota dedicata alle prossime mosse della Banca centrale europea Andrew Kenningham, responsabile economista per l’Europa di Capital Economics, ha sottolineato che “ appare certo che (la BCE) lascerà i tassi invariati in occasione del meeting della prossima settimana , e probabilmente per molti altri mesi dopo”.

Allo stesso tempo, “elemento soprattutto importante per la BCE, è il fatto che l’inflazione dei servizi sia scesa dal 3,2% di luglio al 3,1% di agosto. Si tratta del tasso dell’inflazione dei servizi più basso dal marzo del 2022, che dovrebbe fornire una qualche rassicurazione sul fatto che le pressioni domestiche sui prezzi stiano continuando a scendere”.

Kenningham ritiene tra l’altro che l’inflazione dei servizi continuerà a calare nei prossimi mesi.

Ma in sintesi “la banca (centrale) dovrebbe lasciare fermi i tassi per un po’ di tempo”, dunque, oltre che nel meeting di settembre, anche in quello di fine ottobre, che si terrà a Firenze, e del mese di dicembre. E chissà per quanto altro tempo ancora.

Nell’ultimo meeting di fine luglio, va ricordato, la BCE ha lasciato i tassi sui depositi, i tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale fermi rispettivamente al 2%, al 2,15% e al 2,40%.

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