L’incubo della Russia dall’inizio della guerra è tornato

Alessandro Nuzzo

9 Settembre 2025 - 23:19

Il drone Bayraktar TB2 di fabbricazione turca è tornato a essere utilizzato dall’Ucraina nel conflitto contro la Russia.

L’incubo della Russia dall’inizio della guerra è tornato

Ci sono novità sul fronte della guerra nel cuore dell’Europa. Come riporta The War Zone, l’Ucraina è tornata a impiegare i droni Bayraktar TB2 di fabbricazione turca. La Marina ha diffuso a giugno un video che mostra un attacco con il TB2, seguito da almeno altri due documentati. In tutti i casi i bersagli sono stati unità navali russe attive nella regione del Mar Nero, un’area ormai divenuta cruciale per l’equilibrio del conflitto.

Questo dimostra come l’esercito ucraino sia tornato a utilizzare i temuti droni turchi, protagonisti nelle prime fasi del conflitto al punto da diventare l’incubo delle forze russe. Secondo gli esperti, tuttavia, il successo iniziale del Bayraktar non derivava solo dalle sue caratteristiche tecniche, ma soprattutto dal contesto: nelle fasi iniziali dell’invasione, le carenze di pianificazione e l’avanzata russa senza adeguata copertura aerea avevano reso i TB2 particolarmente efficaci e difficili da contrastare.

In quel periodo Mosca fece scarso uso anche delle proprie capacità antinave, probabilmente per evitare interferenze accidentali tra le sue stesse forze sparse nell’area. Con il progressivo miglioramento delle operazioni russe, però, l’efficacia del TB2 si è ridotta e le valutazioni sul suo impiego sono diventate più caute, fino a spingere Kiev a ricorrervi con maggiore prudenza.

Oggi il ritorno sul campo dei droni potrebbe indicare che l’Ucraina sia riuscita a indebolire le difese aeree russe nel Mar Nero a tal punto da permettere ai Bayraktar di ottenere nuovamente risultati concreti. La loro ricomparsa suggerisce anche un adattamento tattico da parte delle forze ucraine, sempre più determinate a sfruttare ogni margine operativo disponibile.

Caratteristiche del drone Bayraktar TB2

La Turchia negli ultimi anni ha investito massicciamente nell’industria militare. Erdogan sta puntando molto sulla ricerca tecnologica ad alto potenziale, finanziandola in maniera consistente, e i droni rappresentano uno dei principali simboli di questa strategia. Il Bayraktar TB2 è stato l’arma di punta per Kiev all’inizio del conflitto: uno strumento micidiale che ha inflitto pesanti perdite alle forze russe e che, nelle prime settimane, ha avuto un impatto simbolico oltre che militare. È leggero, maneggevole e, a differenza dei modelli israeliani, cinesi o statunitensi, pesa molto meno: appena 600 chilogrammi. Inoltre costa meno della metà, circa 10 milioni di dollari, un dettaglio che lo rende accessibile anche a Paesi con budget militari ridotti.

Il primo volo del Bayraktar risale al 2014. A progettarlo e produrlo è la Baykar Technologies, guidata da Selçuk Bayraktar, laureato al Massachusetts Institute of Technology e genero del presidente Erdoğan. Fondata nel 1986, l’azienda ha già consegnato oltre duemila velivoli, secondo quanto riportato dal suo sito ufficiale e dalle principali fonti di settore.

I Bayraktar non hanno bisogno di piste lunghe per decollare e sono capaci di colpire con efficacia i convogli russi, fondamentali per la logistica. Sono velivoli avanzati, ma non così complessi da rendere difficile la manutenzione o la gestione. Come per tutti i droni, l’operatore non si trova a bordo: manovra a distanza il mezzo da una postazione sicura, davanti a uno schermo, tramite una cloche, riducendo i rischi e aumentando la flessibilità operativa.

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