Non solo BTP Valore. Conviene comprare questo BTP 5 anni con cedola 2,85%?

Stefano Vozza

26 Settembre 2025 - 15:47

Investire sul reddito fisso su un timeframe di 5 anni con la certezza del capitale a scadenza e la garanzia sovrana sul titolo acquistato

Non solo BTP Valore. Conviene comprare questo BTP 5 anni con cedola 2,85%?

È un fine mese ricco di emissioni sovrane quello che è vissuto in casa MEF in settimana. Sono stati lanciati a mercato un nuovo BOT semestrale, due obbligazioni indicizzate al tasso di inflazione europea e altri 4 bond in asta venerdì 26. Nello specifico si è trattato di nuove tranches del BTP a 10 anni e del BTP Green entrambi in scadenza nel 2035, un CCTeu e un bond quinquennale. Delle 4 aste, in particolare, solo in quest’ultimo caso si tratta di una prima tranche in assoluto. Dunque, in attesa del BTP Valore ecco il BTP 5 anni nuovo di zecca con cedola 2,85%.

I dati tecnici dell’obbligazione con durata a 5 anni

La matricola ISIN è IT0005671273 e non ci sono giorni di dietimi da calcolare visto che data di emissione, godimento e regolamento coincidono per mercoledì 1° ottobre. Scadenza e rimborso finale sono invece previsti per il 1° febbraio 2031, cioè tra 5 anni e 4 mesi.

Indirettamente s’intuisce che il titolo prevede una prima cedola corta, quella staccata il prossimo 1/02/’26, e poi cedole piene a seguire, staccate ogni 01/02 e 01/08. Nel dettaglio dei numeri, lo 0,952582% lordo tra 4 mesi e corrispondente ad un periodo di 123 giorni su un semestre di 184, poi il 2,85% lordo annuo, l’1,425% semestrale.

Il prezzo di aggiudicazione è stato a 99,66 centesimi, sotto cento, a beneficio dello yield salito al 2,94%.
L’importo offerto dal Tesoro nella 1° tranche è stato di 4 mld di €, e in 1,2 quello riservato all’asta supplementare prevista per lunedì 29, mentre il 1° del nuovo mese il regolamento per tutti.

Quanto rende oggi il reddito fisso a 5 anni?

Ora immaginiamo di acquistarlo alla pari (per chi non riuscito ad aggiudicarselo in asta e anche per facilitarci i calcoli seguenti) e in principio e di tenerlo in portafoglio fino a naturale scadenza. Il ritorno lordo complessivo sarebbe dato dalla somma dello 0,952582% della cedola corta più le 5 piene a 2,85%, per un 15,202% totale. Applicato a un ipotetico capitale di 10mila €, all’incirca 1.520,20 € di incassi lordi. A questi andrebbero tolti 190 € di ritenuta fiscale (pro quota alle singole cedole), poi lo 0,2% di imposta di bollo alla rendicontazione periodica dei titoli, altri 106 € circa complessivi.

Poi ci sono le spese bancarie, riconducibili alla commissione d’acquisto e il dossier titoli “pro quota” se lo stesso contiene altri prodotti. A grandi, grandi linee, 10mila € di capitale produrrebbero 1.100 € netti in 64 mesi (e in ipotesi di compera iniziale alla pari).
Invece incasserà qualche decina di euro netti in più chi è riuscito ad aggiudicarselo in asta in settimana al prezzo di 99,66.

In attesa del BTP Valore ecco il BTP 5 anni nuovo di zecca con cedola 2,85%

A conti fatti non sarebbe lo strumento ideale per sperare di arricchirsi nel medio termine con uno strumento comunque a garanzia sovrana. I ritorni sono medi, né alti né bassi, probabilmente buoni a coprire il futuro costo medio della vita e, forse, poco più. Anzi, se l’inflazione dovesse ritornare a farsi viva ci sarebbe il serio rischio di ritrovarsi ritorni reali negativi, ossia al netto di tasse, spese e inflazione.

Né sarebbe saggio confidare sul futuro (e sostenuto) apprezzamento dei corsi laddove gli yield dovessero scendere ancora. Per sperare in simili fortune servono obbligazioni con elevate durate residue e cedole più robuste, e qui manca l’una e l’atra. Tradotto, a regime il bond avrà bassa duration modificata, basso rischio, per cui i corsi quasi sicuramente resteranno molto prossimi a 100. Potrebbero perdere pochi centesimi nei primi mesi o prenderne giusto qualcuno in più dei primi da qui a metà vita utile circa, ma non decolleranno mai.

Insomma, il classico titolo da cassettista che mixa medio termine, garanzia sovrana, discreto ritorno e rischio contenuto. Non arricchisce, ma tutto sommato preserva il potere d’acquisto nel capitale nel tempo ed è già una buona notizia in sé. Se poi l’alternativa dovesse essere rispetto alla liquidità infruttifera, e spesso costosa per via delle spese di gestione, il confronto sarebbe vinto a piene mani.

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