In seguito alla guerra dei dazi mossa dall’amministrazione Trump i due colossi asiatici sono tornati a convergere
Erano i primi anni Duemila quando gli analisti iniziarono a parlare di Cindia, bizzarra crasi di Cina più India, termine che sarebbe poi stato (ab)usato per parlare del blocco geopolitico ed economico formato da Pechino e Delhi, spesso in contesti in cui si parlava della crescita economica asiatica, delle potenze emergenti e delle dinamiche globali influenzate da questi due giganti.
Alla fine, tuttavia, non ci sarebbe stata alcuna ascesa simultanea di Cina e India. Uno dei due, il Dragone, riuscì a spiccare il volo mettendo in mostra un’ascesa clamorosa mentre l’altro, l’Elefante, sarebbe rimasto accovacciato tra le belle speranze. Quasi un ventennio più tardi, dopo tensioni e periodi di gelo diplomatico, ’’grazie’’ alla guerra dei dazi mossa dall’amministrazione Trump i due colossi asiatici sono tornati a convergere.
Pochi giorni fa, infatti, il primo ministro indiano Narendra Modi ha accolto a Delhi il ministro degli Esteri cinese Wang Yi. L’emissario di Xi Jinping sembrerebbe esser riuscito a gettare le basi per la prima visita di Modi di Cina da sette anni a questa parte, prevista (a meno di clamorosi colpi di scena) a breve. E così, mentre Trump ha imposto dazi sbalorditivi del 50% sulle importazioni indiane, i più alti in Asia, Delhi e Pechino hanno deciso di riprendere i voli diretti per la prima volta in cinque anni. [...]
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