Il ristorante dei Cerea attira l’interesse dei grandi gruppi del lusso e della finanza. In corsa ci sarebbero LVMH, il gruppo turco Dogus e, a sorpresa, anche Remo Ruffini di Moncler.
Il profumo dei celebri piatti dei fratelli Cerea sembra aver conquistato anche i giganti del lusso e della finanza. Il dossier sul futuro del gruppo Da Vittorio, fiore all’occhiello della ristorazione italiana e tre stelle Michelin, è infatti finito sul tavolo di Bernard Arnault, patron di LVMH, ma anche di Remo Ruffini, amministratore delegato e azionista di Moncler.
La famiglia Cerea avrebbe infatti avviato da alcuni mesi un processo per individuare un partner strategico, con l’obiettivo di sostenere l’espansione internazionale del marchio. A seguire l’operazione sono stati incaricati IMI del gruppo Intesa Sanpaolo ed Emintad, che stanno vagliando le manifestazioni d’interesse arrivate da vari gruppi del lusso, operatori di private equity britannici e dalla multinazionale turca D.ream (Dogus restaurant entertainment and management).
L’operazione potrebbe concludersi entro la fine dell’anno, qualora si raggiunga un accordo tra le parti.
Il successo e l’espansione dei ristoranti Da Vittorio
Fondato nel 1966 da Vittorio Cerea e da sua moglie Gioconda Gritti, il marchio Da Vittorio è cresciuto fino a diventare un simbolo della cucina italiana d’eccellenza nel mondo. La prima stella Michelin arrivò nel 1978 e la seconda nel 1996. La tanto ambita terza stella fu invece conquistata nel 2010. Oltre al ristorante storico di Brusaporto, in provincia di Bergamo, il gruppo è oggi presente con insegne a St. Moritz e Shanghai, e gestisce anche un articolato sistema di catering di fascia alta (ViCook) e una società di consulenza gastronomica (Gioconda SRL).
Il successo è frutto di una gestione familiare che ha saputo coniugare tradizione e innovazione. Circa un anno e mezzo fa c’è stato anche il passaggio generazionale, con la guida passata ai cinque figli del fondatore (Enrico, Francesco, Alessandro, Rossella e Barbara), che hanno mantenuto intatta la filosofia di famiglia, puntando su eccellenza, qualità e accoglienza.
Oggi Da Vittorio è molto più di un ristorante, è un vero e proprio ecosistema del gusto, riconosciuto a livello internazionale come ambasciatore dello stile italiano in tavola.
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Non solo LVMH: spunta anche Remo Ruffini tra gli interessati
LVMH, già protagonista nel mondo dell’alta cucina, conosce bene il valore del brand bergamasco. Non a caso, i Cerea guidano il ristorante Louis Vuitton di Milano, inaugurato a Palazzo Taverna. La collaborazione esistente tra le due realtà rende concreta la possibilità di un ingresso del colosso francese nel capitale del gruppo, che nel 2024 ha registrato ricavi per circa 95 milioni di euro e un Ebitda di 20 milioni. Ma a quanto pare, non è l’unico contendente.
Tra i nomi che si affacciano sul dossier, infatti, spunta anche quello di Remo Ruffini, già protagonista del rilancio di Moncler e attivo da tempo nella ristorazione d’élite. Nel 2018 la sua holding familiare ha infatti acquisito il 40% di Langosteria Holding, la società italiana a cui fanno capo i ristoranti milanesi Langosteria, Langosteria Bistrot e Langosteria Café Milano, brand diventato simbolo di ristorazione cosmopolita e di fascia alta. Il possibile interesse di Ruffini per Da Vittorio conferma dunque una tendenza sempre più evidente che vede l’alta cucina come simbolo del lusso.
Per i potenziali investitori, Da Vittorio rappresenta infatti un asset prezioso e l’interesse di Arnault e Ruffini testimonia come il confine tra alta moda e alta cucina si stia assottigliando. Entrambi i settori condividono la stessa missione, ossia quella di trasformare l’eccellenza artigianale in un’esperienza globale di stile e piacere.
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