Moody’s promuove l’Italia dopo 23 anni, occhio alla reazione dello spread BTP-Bund a 10 anni, in un contesto in cui gli attenti non mancano, sia di Moody’s che di Cottarelli.
Bene BTP e spread BTP-Bund a 10 anni dopo la grande notizia relativa alla promozione del rating dell’Italia da parte di Moody’s, arrivata venerdì scorso, 21 novembre 2025.
Un grande giorno per l’Italia guidata dal governo Meloni, che ha incassato un upgrade dall’agenzia più severa tra le grandi tre sorelle del rating che, oltre a Moody’s, includono S&P Global e Fitch: Moody’s, per l’appunto, proprio quella che aveva confermato la pagella sul debito pubblico italiano, in questi ultimi 23 anni e in modo quasi ostinato, a un livello superiore di appena un gradino a quello “junk”, ovvero spazzatura.
I rendimenti dei BTP a 10 anni scendono al 3,43% circa, mentre lo spread BTP-Bund a 10 anni rimane stabile attorno a quota 75 punti base, a causa della flessione che interessa anche i Bund tedeschi, che segnano una flessione al 2,68%.
Moody’s, l’agenzia di rating più severa promuove l’Italia dopo 23 anni. Ma l’attenti non manca e riguarda il PIL
Alla fine anche Moody’s ha confermato i progressi compiuti dall’Italia nel processo di risanamento dei conti pubblici portato avanti dal governo Meloni, alzando il giudizio sui BTP, in generale sul debito pubblico italiano, a “Baa2” da “Baa3”, con outlook stabile.
“L’upgrade del rating”, ha spiegato, “riflette una comprovata continuità di stabilità politica e normativa che rafforza l’efficacia delle riforme economiche e fiscali e degli investimenti attuati nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Indica inoltre la prospettiva di ulteriori interventi politici a sostegno della crescita e del consolidamento fiscale oltre alla scadenza del piano, prevista per l’agosto del 2026. Di conseguenza, ci aspettiamo che l’elevato onere del debito pubblico dell’Italia scenda gradualmente dal 2027 in poi ”.
Gli attenti, va sottolineato, non sono mancati, in quanto anche Moody’s ha avvertito che il percorso di riduzione del debito pubblico potrebbe essere ostacolato dal rallentamento della crescita del PIL dell’Italia:
“Sul fronte negativo, il calo dell’elevato onere del debito dell’Italia dipende da una crescita del PIL relativamente robusta e da un aumento degli avanzi primari di bilancio. Ciò significa che una crescita più lenta o un consolidamento fiscale meno pronunciato rispetto a quello che al momento prevediamo farebbe deragliare le nostre previsioni di un calo della zavorra del debito”.
Il commento di Cottarelli, che mette in guardia contro crescita anemica Italia
Il nodo rappresentato dalla crescita del PIL dell’Italia che, così come è emerso dalle recenti previsioni economiche autunnali della Commissione europea, è tornato a essere fanalino di coda, è stato rimarcato anche dal direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell’Università Cattolica di Milano Carlo Cottarelli, in un’intervista rilasciata al Quotidiano Nazionale, con cui l’economista ha commentato l’upgrade di Moody’s.
Cottarelli ha ricordato che il rating di Moody’s “ rimane basso nonostante il miglioramento”, pur definendo la “promozione più che dovuta”.
Allo stesso tempo, l’upgrade “non significa molto, perché è già stato incorporato nel giudizio dei mercati finanziari ”.
Certo, è “una buona notizia perché si riconosce il miglioramento nella solidità dei nostri conti pubblici”. Ma “non c’è, invece, una situazione ottimale dal punto di vista della crescita ” del PIL, che torna a essere, da PIL tra i migliori dell’Europa così come era stato presentato più volte dalla stessa premier Giorgia Meloni a spina, di nuovo, conficcata nel fianco del Paese, a causa di quel suo ritmo di crescita pari allo zero virgola.
E Cottarelli lo ha ricordato bene, laddove ha detto: “Ripeto che la stabilità è una condizione necessaria ma non sufficiente per accelerare la crescita ”.
Detto questo, Moody’s ha presentato anche uno scenario migliore, indicando che, “sul fronte positivo, le riforme volte a migliorare l’efficienza del settore pubblico e il contesto imprenditoriale più ampio potrebbero tradursi in un miglioramento più significativo dell’outlook sulla crescita dell’Italia, con ripercussioni positive per le finanze pubbliche”.
Da ricordare le altre promozioni sul rating dell’Italia arrivate di recente, e firmate da Fitch e da DBRS, con quest’ultima che ha riportato la valutazione sul debito pubblico italiano alla categoria “A ”.
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Le reazioni di Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti a promozione Moody’s
La reazione del governo Meloni, in primis del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, all’upgrade di Moody’s, non si è fatta attendere. Così la premier:
“Accogliamo con grande soddisfazione l’upgrade di Moody’s sull’Italia, un risultato importante che non avveniva da 23 anni. Questo riconoscimento premia il lavoro serio e responsabile del nostro governo, frutto di scelte coerenti sui conti e di riforme strutturali, ma anche il lavoro e l’impegno delle nostre imprese e dei nostri lavoratori. Desidero ringraziare in particolare il ministro Giorgetti per lo sforzo costante e scrupoloso nella gestione dei conti. La promozione di Moody’s è una conferma della fiducia dei mercati non solo nel governo, ma nell’Italia tutta”.
Anche il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha espresso piena soddisfazione per l’upgrade che ha premiato di nuovo l’Italia:
“Siamo soddisfatti della promozione di Moody’s, la prima dopo 23 anni. Un’ulteriore conferma della ritrovata fiducia in questo governo e dunque nell’Italia”.
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Governo Meloni brinda ad upgrade rating Moody’s, i commenti di Garavaglia e di Leo
A inneggiare alla promozione di Moody’s anche altri esponenti del governo Meloni, come il senatore della Lega Massimo Garavaglia, presidente della Commissione Finanze, che ha ricordato che Moody’s ha promosso “il rating italiano dopo 23 anni”.
Garavaglia ha aggiunto che “ si tratta di un’ottima notizia, nonché la conferma che la Lega al governo, grazie all’impegno del ministro Giorgetti, sta lavorando benissimo sul fronte della credibilità: le agenzie internazionali ce lo stanno riconoscendo e ne seguiranno altre”.
Idem il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, interpellato dal quotidiano Il Messaggero: “La decisione di Moody’s, insieme a quella delle altre 3 agenzie di rating, è un segnale importante. Come ha ben detto il presidente Meloni, questo riconoscimento premia il lavoro serio e responsabile del nostro governo, frutto di scelte coerenti sui conti e di riforme strutturali, ma anche il lavoro e l’impegno delle nostre imprese e dei nostri lavoratori”.
Leo ha tenuto a precisare che “ ha vinto l’Italia come sistema Paese ”.
Il punto sullo spread BTP-Bund a 10 anni, ai minimi dal 2010
Alta è l’attenzione per la reazione dei BTP e dello spread BTP-Bund a 10 anni al premio di Moody’s.
All’inizio della giornata di contrattazioni di oggi, lunedì 24 novembre 2025, gli investitori si posizionano sui BTP italiani, come conferma il trend al ribasso dei rendimenti (la relazione tra prezzi e rendimenti di una obbligazione è inversamente proporzionale).
I rendimenti dei BTP a 10 anni scendono di 3 punti base al 3,43%.
I rendimenti degli OAT francesi segnano anch’essi un calo, pari a -2 punti base, al 3,45%, confermando così come lo spread Italia-Francia a 10 anni rimanga negativo, e come gli investitori, in sostanza, considerino il debito pubblico dell’Italia più sicuro rispetto a quello made in France.
I BTP si confermano tra l’altro i Titoli di Stato europei tra quelli più importanti che, bond sovrani svizzeri a parte, hanno assistito quest’anno a un calo dei rendimenti decennali, scesi YTD di 7 punti base.
Tutti gli altri Titoli di Stato europei hanno visto infatti i loro rendimenti, e dunque il loro rischio, salire, soprattutto quelli francesi, balzati dall’inizio del 2025 di ben 41 punti base, al 3,47%.
Anche i rendimenti dei Bund tedeschi sono aumentati, scattando YTD di 44 punti base al 2,70%.
Il forte rialzo dei rendimenti tedeschi ha consentito allo spread BTP-Bund a 10 anni di scivolare fino ai minimi dal 2010, a cui continua tuttora oscillare, viaggiando attorno a quota 75 punti base.
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