Il patronato si paga? Ecco quanto costano i servizi

Emanuele Di Baldo

30 Giugno 2025 - 16:06

Il patronato si paga o è un servizio gratuito? Una domanda che tanti si pongono quando necessitano di assistenza per pratiche previdenziali o fiscali.

Il patronato si paga? Ecco quanto costano i servizi

I patronati sono enti che offrono supporto essenziale ai cittadini per numerose pratiche amministrative. Infatti, molti servizi sono disponibili gratuitamente, come la domanda di pensione al patronato, mentre altri richiedono un contributo.

Ma chi paga il patronato principalmente? Lo Stato, attraverso un sistema di finanziamento basato sui contributi previdenziali, anche se per alcune pratiche è previsto un listino prezzi. Tuttavia, è importante distinguere tra patronato gratuito e servizi a pagamento, poiché la confusione è comune, specialmente quando si parla di CAF. Il CAF si paga quasi sempre per servizi fiscali, mentre i patronati offrono molte prestazioni senza costi. Inoltre, è fondamentale sapere che i patronati si pagano solo per specifiche pratiche, con tariffe regolamentate che non possono superare determinati limiti.

Ecco quando e come si paga il patronato e per quali servizi, invece, è gratuito.

Come funziona il finanziamento dei patronati

I patronati in Italia operano attraverso un sistema di finanziamento pubblico ben strutturato che permette loro di offrire la maggior parte dei servizi gratuitamente ai cittadini. Questo meccanismo di sostegno economico spiega perché il patronato può essere gratuito per gli utenti, nonostante l’ampia gamma di servizi offerti.

Sistema dei punti pratica: da 35€ a 175€ per pratica

Il cuore del finanziamento dei patronati risiede nel cosiddetto «sistema dei punti pratica». Quando un patronato svolge un’attività per un cittadino, questa viene contabilizzata e valorizzata secondo un tariffario nazionale.

Per ogni pratica completata, lo Stato riconosce al patronato un rimborso che varia dai 35 euro ai 175 euro.

Le pratiche più complesse, come quelle relative alle pensioni, garantiscono al patronato nazionale circa 175 euro (equivalenti a 5 punti per 35 euro ciascuno). Questo sistema permette agli enti di patronato di sostenersi economicamente senza dover necessariamente richiedere pagamenti diretti agli utenti.

Chi paga il patronato: fondi da contributi previdenziali

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, i patronati non sono finanziati direttamente dal bilancio statale, ma attraverso un meccanismo specifico. Infatti, il finanziamento proviene da un fondo alimentato da una parte dei contributi previdenziali ed assistenziali versati dai lavoratori dipendenti. In particolare, viene prelevata un’aliquota dello 0,199% sul gettito dei contributi incassati dagli enti previdenziali come INPS, INAIL e INPDAP.

Nel 2018, per esempio, le somme versate dagli enti previdenziali al fondo per i patronati ammontavano a oltre 406 milioni di euro. Questo denaro viene poi ripartito tra i vari patronati riconosciuti (attualmente 22 in Italia) in base a due criteri principali:

  • il 10% in riferimento alla presenza organizzativa sul territorio;
  • il restante 90% in base all’attività effettivamente svolta.

Ruolo del Ministero del Lavoro nella vigilanza

Il sistema di finanziamento dei patronati è sottoposto a un rigoroso controllo. Gli istituti di patronato e di assistenza sociale sono vigilati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che verifica annualmente la quantità e la qualità delle attività svolte. Secondo l’articolo 13 della Legge 152 del 2001, il finanziamento viene corrisposto sulla base della valutazione dell’attività e dell’organizzazione in relazione all’estensione e all’efficienza dei servizi offerti.

Inoltre, il Ministero effettua ispezioni periodiche per accertare il rispetto dei parametri stabiliti dalla legge, sia per l’attività svolta in Italia che all’estero. In questo modo, si garantisce che i fondi pubblici destinati ai patronati siano effettivamente utilizzati per fornire servizi di qualità ai cittadini, giustificando così il fatto che il patronato sia gratuito per la maggior parte delle pratiche.

I servizi gratuiti offerti dal patronato

Uno dei maggiori vantaggi offerti dai patronati è l’ampia gamma di servizi completamente gratuiti disponibili per tutti i cittadini. Contrariamente a quanto molti pensano, i patronati offrono numerose prestazioni senza alcun costo per l’utente finale, grazie al sistema di finanziamento pubblico.

Domanda di pensione: vecchiaia, invalidità, superstiti

I patronati forniscono assistenza gratuita per tutte le pratiche di pensionamento. Infatti, la domanda di pensione al patronato non comporta costi, sia che si tratti di pensione di vecchiaia, anticipata, di invalidità o ai superstiti. Gli operatori seguono l’intero iter burocratico, dalla raccolta dei documenti necessari fino alla presentazione telematica della richiesta all’INPS. Inoltre, offrono consulenza personalizzata per valutare la strategia più favorevole riguardo riscatti, ricongiunzioni e accrediti contributivi.

Richiesta di permesso di soggiorno e ricongiungimento familiare

Per i cittadini stranieri, i patronati gestiscono gratuitamente le pratiche relative ai permessi di soggiorno. Questo servizio comprende l’inoltro telematico delle domande di rilascio, rinnovo e aggiornamento, seguendo la procedura stabilita dal Decreto Legislativo n. 40/2014. Analogamente, offrono assistenza per le richieste di ricongiungimento familiare, verificando i requisiti e preparando la documentazione necessaria.

Indennità di accompagnamento e assegno sociale

Un altro importante servizio gratuito riguarda l’indennità di accompagnamento, che nel 2024 ammontava a 531,76 euro mensili per 12 mensilità. Questa prestazione spetta a chi ha un’impossibilità di deambulare autonomamente o di compiere gli atti quotidiani della vita, indipendentemente dal reddito personale. I patronati seguono l’intera procedura, dalla domanda all’accertamento dei requisiti sanitari presso le commissioni ASL.

Malattia professionale e infortunio non denunciato

I patronati offrono patrocinio gratuito anche per le pratiche relative a malattie professionali e infortuni sul lavoro non denunciati. Il servizio include la ricostruzione della storia lavorativa con particolare attenzione ai fattori di rischio, l’invio della richiesta di riconoscimento all’INAIL e l’assistenza durante tutto l’iter. Questo supporto risulta particolarmente prezioso poiché permette di ottenere indennizzi economici altrimenti difficili da conseguire.

Pensione di guerra, ciechi e sordomuti

Completamente gratuita è anche l’assistenza per le pratiche relative alle pensioni di guerra e alle prestazioni per ciechi e sordomuti. Questi servizi comprendono la presentazione delle domande, il monitoraggio delle pratiche e l’eventuale assistenza in caso di opposizione al mancato riconoscimento.

Tutti questi servizi sono accessibili a chiunque, senza alcun costo, confermando che il patronato è gratuito per tutte le pratiche di natura previdenziale e assistenziale fondamentali.

Servizi a pagamento e limiti di costo

Nonostante molti servizi siano gratuiti, alcuni patronati applicano tariffe per determinate pratiche. Esiste infatti un listino prezzi per procedure specifiche, seppur con limiti stabiliti dalla legge.

Domanda NASPI e rilascio Certificazione Unica

La domanda per la NASPI (indennità di disoccupazione) dovrebbe essere gratuita, essendo un servizio finanziato dallo Stato. Tuttavia, alcuni patronati richiedono un contributo che può arrivare fino a 15€.

Per quanto riguarda la Certificazione Unica (ex CUD), il costo medio si aggira intorno ai 9€, con tariffe che possono variare tra 6,70€ e 9€ a seconda del patronato.

Richiesta bonus bebè, mamma e asilo nido

I servizi relativi ai bonus familiari prevedono generalmente dei costi.

Autorizzazione versamenti volontari INPS

La richiesta di autorizzazione ai versamenti volontari, utile per chi ha interrotto l’attività lavorativa e desidera completare i requisiti pensionistici, è un servizio a pagamento. Questa pratica permette di incrementare l’anzianità contributiva e può essere inoltrata telematicamente tramite il portale INPS o attraverso i patronati.

Costo massimo per pratica e contributo volontario

Il Ministero del Lavoro ha stabilito un limite massimo di 24€ per ogni pratica a pagamento. Questo tetto si riduce a 12€ per chi ha un reddito annuo inferiore al trattamento minimo INPS, garantendo così l’accessibilità anche alle fasce più deboli.

Oltre ai servizi specifici a pagamento, i patronati possono chiedere un contributo volontario senza che questo influisca sulla qualità dell’assistenza. È importante distinguere questa richiesta dalle trattenute sindacali, che sono invece versamenti a favore del sindacato e non del patronato stesso. Il contributo volontario rappresenta un sostegno all’attività del patronato e non è obbligatorio, a differenza dei costi per i servizi non rimborsati dallo Stato.

Differenze tra patronato, CAF e sindacato

Comprendere le differenze tra patronato, CAF e sindacato aiuta a evitare confusione quando si necessita di assistenza per questioni amministrative. Sebbene questi enti collaborino spesso, hanno funzioni e costi ben distinti.

Il CAF si paga: pratiche fiscali come 730 e ISEE

Il CAF (Centro di Assistenza Fiscale) si occupa principalmente di questioni fiscali. A differenza del patronato, la maggior parte dei servizi del CAF è a pagamento. Per la compilazione del modello 730, i costi variano generalmente dai 45 ai 65 euro per un modello ordinario, escluse eventuali quote associative. Per gli iscritti a sindacati, le tariffe possono scendere a 15-20 euro in base al reddito, mentre per i non iscritti possono arrivare fino a 90-128 euro.

La compilazione dell’ISEE e altri documenti fiscali comportano ugualmente costi. Tuttavia, l’invio di modelli già compilati è sempre gratuito, poiché il CAF riceve un contributo direttamente dall’erario per ogni modello raccolto.

Il patronato gratuito per pratiche previdenziali

Diversamente dal CAF, il patronato è un ente senza fini di lucro riconosciuto dal Ministero del Lavoro che si occupa principalmente di pratiche previdenziali e pensionistiche. I servizi gratuiti includono tutte le tipologie di pensione, richieste di permessi di soggiorno, infortuni sul lavoro e malattie professionali. Questo rappresenta una sostanziale differenza rispetto ai CAF, dove quasi tutto si paga. Infatti, i patronati sono finanziati dallo Stato attraverso i contributi previdenziali, permettendo loro di offrire molti servizi senza costi per i cittadini.

Quando il sindacato applica trattenute su pensione o NASPI

Il sindacato, invece, offre assistenza ai suoi iscritti richiedendo una quota associativa. Un aspetto poco conosciuto riguarda le trattenute sindacali applicate quando ci si rivolge a un sindacato per inoltrare richieste di prestazioni INPS. Queste trattenute ammontano generalmente all’1% dello stipendio lordo, della pensione o della NASPI, e vengono prelevate direttamente dalla busta paga o dal cedolino. In caso di domanda NASPI tramite sindacato, la sorpresa può arrivare sull’assegno mensile sotto forma di trattenuta sindacale. Fortunatamente, è possibile revocare queste trattenute attraverso il servizio online INPS «Gestione deleghe sindacali» o inviando una raccomandata all’istituto.

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