Aprire un sindacato è possibile, ma ci sono alcuni passaggi da seguire: Iter, requisiti e costi, ecco tutto quello che c’è da sapere.
Come aprire un sindacato? Forse non tutti sanno che l’articolo 39 della Costituzione italiana stabilisce che “l’organizzazione sindacale è libera”, ma deve avere a pena di inammissibilità un ordinamento interno a base democratica.
Un sindacato è un’associazione - non riconosciuta giuridicamente - che rappresenta i lavoratori per la tutela dei loro diritti e interessi, soprattutto attraverso la contrattazione collettiva, scioperi, e consulenza. Grazie al già citato articolo 39 della Costituzione, queste associazioni possono stipulare contratti applicabili a tutti i lavoratori del settore.
In Italia le confederazioni principali sono CGIL, CISL e UIL, ma esistono decine di sindacati autonomi - UGL, Confsal, USB e così via - e organizzazioni per lavoratori autonomi.
Le confederazioni CGIL, CISL e UIL dichiarano complessivamente oltre 15 milioni di iscritti tra pensionati e lavoratori attivi, mentre anche le altre sigle contano anch’esse alcune centinaia di migliaia o milioni di iscritti.
Nonostante un calo negli ultimi anni del numero degli iscritti, vediamo qual è l’iter per aprire un sindacato, dando uno sguardo anche ai requisiti e ai costi.
Cos’è un sindacato
Prima di addentrarci negli step necessari a costituire un sindacato vediamo di cosa di occupa e quali sono le sue finalità. Un sindacato è un ente che fornisce assistenza sociale senza alcuno scopo di lucro e che si pone come unico obiettivo l’assistenza ai lavoratori, la tutela dei loro diritti, le consulenza ai pensionati e ai privati cittadini: questo ente dunque effettua consulenze socio-assistenziali e si occupa di liquidazioni e di pensioni. Altro compito fondamentale di un sindacato è poi l’assistenza su:
- sicurezza sociale;
- successioni;
- legislazione di natura fiscale;
- diritto di famiglia;
- permanenza degli italiani all’estero.
Possono usufruire delle prestazioni offerte dai sindacati tutti coloro che ne avranno necessità senza alcuna limitazione: i servizi sono generalmente gratuiti (o resi ad un prezzo simbolico) per chi non raggiunge il reddito minimo mentre se fosse necessario il ricorso a professionisti, le collaborazioni con questi sarebbero effettuate stipulando delle particolari convenzioni con i loro ordini di riferimento.
Aprire un sindacato: iter e requisiti
Per aprire un sindacato occorrono precisi requisiti che verranno valutati al fine di autorizzare o negare l’attività. Questa può essere svolta soltanto da:
- associazioni di carattere nazionale e le confederazioni che si occupano di lavoratori;
- associazioni con finalità cosiddetta assistenziale;
- suddette organizzazioni che siano state costituite almeno da 3 anni;
- associazioni che risultano in possesso dei mezzi sia economici che tecnici per fornire un servizio completo e professionale.
Questo è invece l’iter da dover seguire per aprire un sindacato.
Atto costitutivo: documento con: nome del sindacato, scopo, sede, fondatori (almeno 3–5 persone consigliate), durata, rappresentanza.
Aprire conto bancario.
Statuto: deve includere finalità, modalità di adesione, organi interni, elezione dirigenti, gestione economica, modalità assemblee e scioperi, cosa importante deve garantire democraticità interna.
Codice fiscale o partita IVA: si richiede all’Agenzia delle Entrate come per un’associazione, ma se si gestiscono quote o attività economiche (formazione, contratti, ecc.), può essere necessaria una partita IVA.
Sede legale: anche in un’abitazione privata, ma con indirizzo stabile e accessibile.
Infine c’è la registrazione all’Agenzia delle Entrate che può essere facoltativa, ma è consigliata per avere riconoscimento fiscale e registrare l’atto costitutivo/statuto.
Le informazioni da rendere al Ministero
L’autorizzazione all’apertura di un sindacato viene concessa dal ministero del Lavoro che ha il dovere di verificare la presenza dei requisiti necessari (elencati nel paragrafo precedente) per l’attuazione della richiesta ricevuta.
Al Ministero bisogna fornire obbligatoriamente le informazioni seguenti:
- disponibilità finanziaria;
- finalità del sindacato;
- indicazione in merito alla sede;
- prestazioni offerte.
Quanto tempo serve per aprire un sindacato?
Passiamo adesso alle tempistiche. Dopo aver inviato la richiesta al Ministero del Lavoro la procedura viene presa in carico entro 90 giorni dalla data di ricezione della comunicazione.
In caso di conferma, questa diventa ufficiale dopo 12 mesi: infatti il Ministero si riserva un anno dall’invio della richiesta per elaborare il nulla osta definitivo. Dopo la conferma ci si può iscrivere presso il registro delle persone giuridiche rivolgendosi alla Prefettura di riferimento sul territorio.
In caso di esito negativo, una nuova richiesta di aprire un sindacato può essere inoltrata soltanto dopo 5 anni dalla data del rifiuto.
Aprire un sindacato: costi e franchising
Chi vuole aprire un sindacato dovrà affrontare dei costi: in media per avviare le procedure, fondare la sede, provvedere a materiali e strumentazione e pagare il personale competente occorrono alcune migliaia di euro, con i costi che possono aumentare se si include sede, strumenti digitali e registrazione formale.
In alternativa, è possibile aprire un sindacato in “franchising”, creando una sede distaccata sul territorio di un determinato sindacato.
In conclusione aprire un sindacato è legale e accessibile anche per piccoli gruppi, i costi sono contenuti - da poche centinaia a migliaia di euro - secondo ambizioni e struttura, ma per essere riconosciuto nei contratti collettivi occorre massa critica di iscritti e visibilità.
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