Scopre di aver diritto alla pensione dal 2018 e ricevere 124mila euro di arretrati

Laura Pellegrini

9 Dicembre 2025 - 16:59

Un lavoratore autonomo ha scoperto di aver maturato i requisiti per la pensione dal 2018 e ha potuto ottenere 5 anni di arretrati per un totale di 124mila euro.

Scopre di aver diritto alla pensione dal 2018 e ricevere 124mila euro di arretrati

Estratti conto, buste paga, ricevute e dichiarazioni fiscali accumulate nel corso degli anni e messe da parte per il giorno in cui, finalmente, sarebbe stato il momento di lasciare il lavoro. Un uomo di 73 anni ha scoperto di aver maturato i requisiti per andare un pensione con ben cinque anni di ritardo e di aver accumulato arretrati per 124mila euro. Grazie all’assistenza del Patronato, l’uomo ha lasciato il lavoro e ha recuperato i cinque anni di arretrati rimasti in sospeso.

Lavoratore autonomo da sempre, l’uomo aveva versato i contributi previdenziali presso tre casse diverse e la sua carriera discontinua e variegata aveva destato non pochi dubbi al personale che gli ha fornito assistenza fiscale. Proprio da un dubbio è arrivata la svolta.

La storia di Mario (nome di fantasia) arriva da Recanati ed è stata resa nota proprio dalla CISL locale per sensibilizzare tutti i cittadini a informarsi sulla propria posizione previdenziale e soprattutto per sottolineare l’importanza della previdenza integrativa, in particolare per i lavoratori autonomi e parasubordinati.

Scopre a 73 anni di poter andare in pensione

Tutto ha inizio nel 2024 quando a Mario, un lavoratore autonomo che risiede a Recanati, viene un dubbio sulla sua posizione previdenziale: potrebbe essere giunto il momento di lasciare il lavoro? Così decide di rivolgersi al Patronato della sua città per chiedere se avesse raggiunto i requisiti per andare in pensione.

Mario ha 73 anni e ha lavorato come artigiano per tantissimi anni, versando contributi previdenziali presso tre casse previdenziali diverse:

  • Gestione Separata INPS;
  • Fondo Pensione Lavoratori Dipendenti (FPLD);
  • ex Inpgi 2, la cassa previdenziale per giornalisti autonomi.

Presi uno ad uno questi versamenti non costituivano il diritto autonomo alla pensione, ma la chiave stava proprio nella totalizzazione dei contributi, ovvero l’istituto che somma i periodi assicurativi frammentati per trasformarli in un’unica pensione.

Tramite un procedimento complesso di ricostruzione della traiettoria contribuiva e alcuni metodi di calcolo, gli esperti del Patronato sono arrivati a una piacevole conclusione per il lavoratore. Grazie alla totalizzazione dei contributi, secondo gli esperti, Mario aveva raggiunto i requisiti per accedere alla pensione sin dal 2018, accumulando ben 124mila euro lordi di arretrati.

Come funziona la totalizzazione dei contributi

La totalizzazione dei contributi, prevista dal d.lgs. 42/2006 e disciplinata da numerose circolari INPS, permette di sommare i periodi assicurativi in più forme di previdenza obbligatoria – dalle gestioni dell’AGO alle Casse professionali – e costruire una sola pensione, con calcolo “pro-quota”. A differenza della ricongiunzione, la totalizzazione è gratuita e consente di armonizzare gestioni molto diverse tra loro.

Per la pensione di vecchiaia occorrono almeno vent’anni complessivi di contribuzione e un’età di riferimento pari a 65 anni, adeguata alla speranza di vita (ad oggi significa circa 66 anni). La decorrenza è però differita di 18 mesi: ciò significa che il primo assegno pensionistico arriva a circa un anno e mezzo di distanza dalla richiesta.

La storia di Mario potrebbe riguardare moltissimi altri lavoratori autonomi la cui carriera professionale è caratterizzata da contratti intermittenti, alternanza tra lavoro subordinato e autonomo, contributi parcheggiati in enti diversi. Conoscere le procedure e gli istituti che permettono di anticipare il pensionamento è fondamentale per non perdere tempo e denaro.

In pensione cinque anni dopo con 124mila euro di arretrati

La vicenda, fortunatamente, si è conclusa nel migliore dei modi nel corso del 2025: l’uomo non solo ha scoperto di avere tutti i requisiti essenziali per lasciare il lavoro, ma ha anche recuperato cinque anni di arretrati. Infatti, gli sono stati corrisposti 124mila euro lordi di arretrati, un piccolo tesoretto che aveva accumulato dal 2018.

Al di là di questa storia si cela un insegnamento importante: tutti gli over 60 dovrebbero informarsi accuratamente sulla propria posizione previdenziale sia attraverso i canali online dell’INPS sia chiedendo assistenza ai Patronati. Oltre alla previdenza obbligatoria, soprattutto per i lavoratori autonomi e parasubordinati e per coloro che hanno svolto attività discontinue, potrebbe essere utile valutare l’apertura di un fondo pensione integrativo.

Quella di quest’uomo è una storia a lieto fine che ci spinge a informarci, chiarire e approfondire la questione previdenziale diversi anni prima di maturare i requisiti per lasciare il lavoro.

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