Il fondatore di Spotify lascia il ruolo di CEO. I motivi dietro il cambio ai vertici

P. F.

1 Ottobre 2025 - 14:50

Il CEO e fondatore del servizio di streaming musicale più utilizzato al mondo lascerà il suo ruolo per diventare presidente esecutivo. Ecco quali sono i motivi e cosa cambierà per l’azienda.

Il fondatore di Spotify lascia il ruolo di CEO. I motivi dietro il cambio ai vertici

Daniel Ek, fondatore e attuale CEO di Spotify, lascerà il suo ruolo per diventare presidente esecutivo a partire da gennaio 2026. Il colosso dello streaming musicale svedese adotterà una nuova struttura con due co-CEO, i vicepresidenti Alex Norström e Gustav Söderström.

Dopo oltre vent’anni alla guida di Spotify, il servizio di streaming più utilizzato al mondo (che lo ha reso miliardario), Ek diventerà l’Executive Chairman, una figura che, secondo le dichiarazioni dell’imprenditore svedese, lavorerà su una visione a lungo termine per l’azienda, concentrandosi su strategie, allocazione del capitale, impegni regolatori e decisioni da implementare nel prossimo decennio.

Le ragioni dietro il cambio ai vertici

Le motivazioni alla base di questa decisione si inseriscono in un periodo particolarmente delicato per Spotify. La piattaforma è da tempo sotto accusa per i bassi compensi agli artisti - pochi centesimi per ogni ascolto - e più recentemente, il CEO Daniel Ek è finito al centro delle polemiche per un investimento personale da 600 milioni di euro in Helsing, una startup di armamenti militari. Dopo che la notizia è stata resa nota, alcuni musicisti hanno deciso di boicottare Spotify ritirando le proprie opere dal catalogo.

Negli ultimi mesi, inoltre, ha fatto scalpore No Music for Genocide, un’iniziativa sostenuta da oltre 400 artisti che hanno deciso di rimuovere i propri brani dalle piattaforme di streaming musicale nel solo territorio di Israele come segno di protesta contro la guerra in Palestina.

Ma le polemiche non finiscono qui. Spotify è finita al centro di un polverone mediatico che accusava l’azienda di non possedere una regolamentazione chiara sull’utilizzo di intelligenza artificiale, trovandosi poi costretta a eliminare dalla piattaforma 75 milioni di brani generati con l’AI. Già in passato, la società era stata accusata di pratiche poco etiche: secondo le accuse di Liz Pelly nel libro Mood Machine: The Rise of Spotify and the Costs of the Perfect Playlist, l’azienda avrebbe creato falsi artisti per trattenere maggiori ricavi.

Cosa cambierà per Spotify

Nonostante Spotify continui a dominare il mercato dello streaming musicale con quasi 700 milioni di utenti mensili e oltre 100 milioni di brani disponibili, la concorrenza con altri servizi come Apple Music, YouTube Music e Amazon Music inizia a farsi più serrata.

Secondo le dichiarazioni dell’analista Paolo Pescatore di PP Foresight “Ek lascia il ruolo di CEO in un momento favorevole, ma ripone grandi aspettative per i nuovi dirigenti”. Le azioni statunitensi di Spotify sono diminuite di circa il 5% dopo aver guadagnato il 63% dall’inizio dell’anno.

Il fondatore di Spotify ha dichiarato:

Sarò più coinvolto di quanto non faccia tipicamente un presidente negli Stati Uniti. Pensatelo un po’ come il passaggio da giocatore ad allenatore.

Gustav Soderström, l’attuale Chief Product & Technology Officer dell’azienda, supervisionerà la strategia tecnologica globale e lo sviluppo del prodotto, mentre Alex Norström, il Chief Business Officer, gestirà invece le attività di abbonamento, pubblicità e il catalogo di musica, podcast e audiolibri. I co-CEO risponderanno sempre a Ek, che continuerà a far parte del consiglio di amministrazione. Dopo oltre 15 anni di collaborazione, i tre dirigenti si dichiarano fiduciosi: “Norström è molto interessato al prodotto, e io sono molto interessato al business. Quindi gestiamo insieme, come un’unica squadra” ha detto Soderström.

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