Con l’obiettivo NATO del 5% del PIL alla difesa entro il 2035, l’industria bellica impone le sue regole: governi acquirenti e non strateghi, mentre cresce un sistema opaco che arricchisce pochi.
È solo business, un business colossale: quello della difesa è un potentissimo settore oligopolistico, in cui pochi soggetti industriali, che non arrivano alle dita di una sola mano negli Usa mentre in Europa sono al massimo due o tre per Paese, vendono ai rispettivi governi i propri prodotti al prezzo che vogliono. Il che consente loro di fare utili enormi, e di finanziare lautamente organizzazioni parallele, costituite come Fondazioni di ricerca nel settore geopolitico e della sicurezza, con cui si foraggiano politici e militari in pensione che nobilitano la spesa per la difesa.
È un bel circo, non c’è che dire, il Warfare System, di cui bisogna diffidare, come fece il 17 gennaio 1961 nel suo discorso di commiato per la fine del suo mandato presidenziale Dwight Eisenhower.
Mettendo in guardia contro il consolidamento del complesso militare-industriale americano, disse che:
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