Identità digitale italiana ed europea: differenze e punti in comune

Niccolò Ellena

13 Giugno 2022 - 16:16

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Con il lancio del nuovo wallet europeo sarà possibile accedere a nuove funzionalità dell’identità digitale ma non solo: si apriranno anche alcune opportunità di mercato legate a questo settore

Identità digitale italiana ed europea: differenze e punti in comune

L’identità digitale è diventata imprescindibile per molti italiani ed europei, ciò è provato dai dati disponibili: secondo l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), circa un italiano su due ne possiede una.

Al fine di promuovere una maggiore integrazione fra gli Stati membri, la Commissione Europea ha proposto un aggiornamento dell’eIDAS (electronic IDentification, Authentication and trust Services), ossia il Regolamento europeo per l’identificazione elettronica e servizi fiduciari per le transazioni elettroniche nel mercato interno nel giugno 2021.

Approvato per la prima volta nel 2014 sia dal Consiglio che dal Parlamento europeo, l’eIDAS va a sostituirsi alle precedenti direttive ormai considerate datate, poiché risalenti al 1999.

Questo aggiornamento dell’eIDAS, in arrivo nel 2022, focalizza l’attenzione su un framework per realizzare l’Identità digitale europea, concretizzabile attraverso la nascita del “wallet”.

European Digital Identity: cos’è e come funziona

Nel corso del 2022 sono stati fatti nuovi passi nell’ambito dell’integrazione europea dell’identità digitale: in particolare la Commissione Europea ha pubblicato lo European Digital Identity, Architecture and Reference Framework – Outline, all’interno del quale gli Stati membri sono invitati ad adoperarsi per lo sviluppo di un Toolbox comprendente un’architettura tecnica e un quadro di riferimento, una serie di norme e specifiche tecniche comuni e una serie di best practice.

Il documento, redatto da un gruppo di esperti provenienti dai Paesi membri, sottolinea alcuni punti fondamentali per il raggiungimento dell’obiettivo prefissato: l’implementazione di uno wallet di identità digitale europeo.

L’obiettivo principale di questo progetto è la promozione di identità digitali affidabili per tutti i cittadini europei, che consentano di avere il controllo delle proprie interazioni online.

I casi d’uso di questo nuovo strumento sono molti: può essere utilizzato per richiedere, ottenere, archiviare in sicurezza le proprie informazioni e accedere ai servizi online.

Sarà possibile, ad esempio, conservare i dati relativi alla propria salute, alla patente di guida in formato digitale e ai propri attestati scolastici e universitari. Ma non solo, grazie a questo nuovo strumento sarà possibile accedere più rapidamente a servizi come il noleggio auto, che talvolta richiedono molto tempo.

Quali rischi nell’implementazione?

In un momento ricco come questo di rischi dal punto di vista cibernetico, non sono assolutamente da sottovalutare tutte le situazioni di possibile pericolo da cui è necessario tutelarsi.

È infatti necessario avere assoluta consapevolezza in fase di implementazione dei rischi che sarà possibile incontrare una volta realizzato il wallet europeo, uno fra tutti, il rischio di incorrere in attacchi di phishing, oggi sempre più diffusi.

Oltre a questo, per gli sviluppatori che parteciperanno al progetto, sarà fondamentale lavorare su tutti i complicati aspetti di interoperabilità presenti nel progetto che gli consentiranno di funzionare al meglio una volta realizzato, dal momento che già attualmente sono presenti diverse tecnologie, ad esempio sul mercato italiano, che sarà necessario integrare in futuro, alcune fra tutte l’app IO la carta d’identità elettronica e lo SPID.

Le nuove opportunità sul mercato

I documenti redatti dalla Commissione Europea includono nuove figure nell’ambito dell’identità digitale, e con queste nuove opportunità di mercato. Tra quelle che si stanno aprendo c’è sicuramente quella dei wallet di identità digitale.

Potrebbe essere questa infatti l’occasione per molte grandi aziende del settore tech di inserirsi in questo settore, dal momento che molte di queste sono rimaste ai margini di questo mercato fino a questo momento.

Questi nuovi fornitori di wallet saranno fondamentali per diversificare l’offerta di mercato e mettere a disposizione dei cittadini europei un’ampia gamma di scelta di portafogli dove custodire i propri dati.

Riassumendo, con l’arrivo del nuovo European Digital Idenity wallet le differenze rispetto all’attuale uso che si fa dell’identità digitale diventeranno molte: innanzitutto, la struttura: non sarà un’identità digitale, ma un wallet in cui andranno a confluire degli “attributi verificabili”, qualificati o meno, come ad esempio gli estremi del passaporto, del certificato di nascita, della firma elettronica e del proprio diploma di laurea.

Grazie a questo nuovo strumento, l’utente avrà il completo controllo dei propri dati e la possibilità di scegliere quali attributi della propria identità digitale condividere con le terze parti per l’accesso ai servizi.

In secondo luogo, cambierà anche l’obbligatorietà: con la revisione eIDAS gli Stati membri saranno obbligati non solo a notificare i sistemi nazionali di identità digitale, ma anche ad accettare le identità digitali degli altri Paesi.

Dovrà, infine, essere definito a livello comunitario chi e quanti saranno i gestori di wallet che dovranno verosimilmente possedere un’interfaccia comune per tutti gli utenti, per l’autenticazione per la fruizione dei servizi.

Attualmente la Commissione Europea ha l’obiettivo di rilasciare il wallet entro il 2024.

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