Guerra in Ucraina, voci dalla Russia: l’unica soluzione è l’arma atomica?

Luna Luciano

18/06/2023

18/06/2023 - 19:22

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Un influente consigliere di Putin sta esortando il Cremlino a impiegare il suo arsenale nucleare, ma è davvero questa l’unica soluzione per porre fine alla guerra? Facciamo chiarezza.

Guerra in Ucraina, voci dalla Russia: l’unica soluzione è l’arma atomica?

L’unica soluzione per porre fine alla guerra in Ucraina è che la Russia adoperi le proprie armi tattiche nucleari. Sono state queste le parole di Sergey Karaganov, un influente consigliere del presidente Vladimir Putin, il quale ha esortato il Cremlino a utilizzare il nucleare per sfiancare il sostegno dell’Europa e degli Stati Uniti a Kiev.

Parole che alimentano la narrazione che vuole il conflitto russo-ucraino come una guerra di sopravvivenza per Mosca, consolidando la retorica e le strategie di deterrenza che fin da subito hanno guidato le scelte di Putin, minacciando più volte l’Europa di “gravi ripercussioni”.

Ma Karaganov non si è limitato solo a questo, il consigliere e presidente del Consiglio per la politica estera e di difesa, ha esortato Putin a utilizzare armi atomiche per colpire anche “gruppi di obiettivi” in Europa. Sergey Karaganov è un importante think-tank intransigente che si ritiene abbia plasmato il pensiero di Putin sull’Occidente e sull’Ucraina.

Parole che non possono di certo essere ignorate, ma che devono essere viste come tasselli che vanno a consolidare la propaganda all’interno dei confini russi, alimentando le tensioni con l’Occidente. Ecco cosa ha detto Karaganov e se davvero l’atomica è l’unica soluzione presa in considerazione da Mosca.

Guerra in Ucraina, la soluzione di Karaganov: l’utilizzo del nucleare

Karaganov è sicuro e lo spiega al giornale sostenuto dalla Russia Global Affairs: Putin dovrebbe intensificare la propria retorica nucleare al fine di costringere l’Occidente a fare “un passo indietro”, consentendo alla Russia di porre fine al conflitto con la propria vittoria sull’Ucraina.

Ha poi indicato quale potrebbe essere la conclusione della guerra: liberare e riunificare l’est e il sud dell’Ucraina e imporre la capitolazione a ciò che resta della Nazione con una demilitarizzazione completa e la creazione di uno “Stato-cuscinetto amichevole”. Nel suo discorso, il consigliere ha poi accusato, nemmeno velatamente, il governo russo “di aver sottovalutato le intenzioni aggressive dell’Occidente”, e ha dichiarato:

Questa operazione militare non può concludersi con una vittoria decisiva senza costringere l’Occidente a ritirarsi strategicamente, o addirittura ad arrendersi.

Karaganov ha quindi alimentato quella narrazione che vede la Russia impegnata in una guerra per la sopravvivenza contro l’Occidente. Europa e Stati Uniti che impediscono alla Russia di poter porre fine alla guerra in Ucraina. Ma per far si che l’Occidente faccia un “un passo indietro” la retorica del nucleare non basta.

Per raggiungere i propri obiettivi la Russia deve “spezzare” la volontà occidentale di supportare la giunta di Kiev, e per farlo Karaganov ha sdoganato l’utilizzo di armi nucleari, proponendo un attacco nucleare diffuso contro “un gruppo di obiettivi” in Europa, sedi di basi militari statunitensi.

Guerra in Ucraina, l’unica soluzione è davvero l’arma atomica? Le vie del dialogo

Per quanto le parole di Karaganov possano preoccupare, bisogna ricordare che un attacco nucleare al cuore dell’Europa non è considerato probabile dalla maggior parte degli analisti, ma i commenti del consigliere russo riflettono la profonda “paura esistenziale” - come definita da Sky - che il Cremlino sta tentando di alimentare nelle menti della sua popolazione, portando avanti la narrazione di una guerra per la sopravvivenza.

Ma per quanto questa retorica si diffonda, bisogna anche guardare a quelli che sono i segnali lanciati da Mosca in questi giorni. E dalle ultime parole del presidente russo Vladimir Putin, sembra che la Russia sia disposta a prendere in considerazione altre soluzioni.

La Russia, infatti, sarebbe “aperta al dialogo con chiunque chieda la pace”. È questo ciò che ha detto Putin incontrando a San Pietroburgo una delegazione di capi di Stato africani che gli hanno presentato un piano per avviare una mediazione sull’Ucraina. La Russia ha più volte dichiarato di essere disposta alle negoziazioni e ha lodato alcuni progetti, come il piano per la pace della Cina, sostenendo che questo sia in linea con i valori della Russia.

In ogni caso la situazione attuale, le minacce di Karaganov, le tensioni tra Nato e Russia sono la dimostrazione di come la diplomazia occidentale abbia fallito, dimenticandosi che per raggiungere la pace bisogna essere disposti a dialogare con entrambe le parti.

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