Guerra in Ucraina, svolta nei rapporti tra Usa e Russia: cosa sta succedendo

Luna Luciano

14 Maggio 2022 - 00:34

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Un primo passo in avanti nei rapporti tra Stati Uniti e Russia: primo colloquio dall’inizio della guerra. Il pentagono chiama il Cremlino per un cessate il fuoco. Ecco cosa sta accadendo.

Guerra in Ucraina, svolta nei rapporti tra Usa e Russia: cosa sta succedendo

Dopo 79 giorni di scontri, non sembra che si intraveda ancora la fine per la guerra in Ucraina, per quanto i negoziati abbiano fatto sperare, la possibilità di accordo non sembra essere vicina. Eppure, proprio oggi si è registrato un altro passo in avanti che potrebbe aprire o facilitare in futuro gli accordi tra Russia e Ucraina: il primo colloquio dall’inizio della guerra tra il Pentagono e il Cremlino.

Le difficoltà riscontrate sul campo di guerra hanno più volte costretto Mosca a rivedere e cambiare strategia militare o generale come Dvornikov. È in questo contesto che si inserisce la svolta nei rapporti tra Usa e Russia. Oggi si è infatti tenuta la telefonata del capo del Pentagono Lloyd Austin al ministro della Difesa russo Sergey Shoigu. L’apertura di un canale che potrebbe portare verso la tregua definitiva.

Intanto altre dichiarazioni di Biden non sembrerebbero confermare la direzione del Pentagono verso una distensione dei rapporti, per giungere alla tregua, mentre l’Ucraina dice di essere pronta ai negoziati. È necessario fare chiarezza: ecco cosa sta accadendo.

Guerra in Ucraina, svolta rapporti Usa-Russia: la telefonata per il “cessate il fuoco”

Una svolta inaspettata che lascia ben sperare. Da quando è iniziata la guerra in Ucraina, per la prima volta si apre nuovamente un canale di comunicazione tra la Russia e gli Stati Uniti, con un primo colloquio tra il segretario alla Difesa statunitense, Lloyd Austin, e il ministro della Difesa russo, Serghei Shoigu.

Il Pentagono avrebbe deciso di tentare una telefonata al Cremlino, invitando il Paese a un “cessate il fuoco”. Il colloquio non è stato segnato da particolari progressi sulle questioni chiave del conflitto. A dichiararlo è stato un funzionario del Pentagono alla stampa, il quale ha spiegato che la chiamata in sé non ha portato a un “cambiamento diretto”. Eppure, il ripristino di canale di comunicazione tra i due Paesi lascia potrebbe portare a futuro accordo.

A questo si aggiunge la notizia che confermerebbe la volontà della Russia di volersi sedere al tavolo dei negoziati sia con l’Ucraina che con l’Occidente, per giungere a un “nuovo grande accordo”. È questo ciò che sostiene Ibrahim Kalin, portavoce del presidente turco Erdogan:

Lo sappiamo: la Russia vuole sedersi al tavolo dei negoziati non solo con l’Ucraina ma anche con l’Occidente e firmare un nuovo grande accordo. Per i negoziati, tutte le parti, Europa e Stati Uniti compresi, devono prendere una decisa posizione costruttiva.

Kalin ha poi spiegato che per poter avere allo stesso tavolo Putin e Zelensky è necessario prima che siano compiuto alcuni progressi nei negoziati, ospitati in Turchia. Quasi sicuramente però ci vorrà del tempo, ha concluso il portavoce di Erdogan; le ultime settimane hanno influito gravamene. Sicuramente a Putin non è piaciuta l’idea che anche Svezia e Finlandia possano entrare a far parte della Nato, vedendo in questo una conferma dell’espansione dell’Alleanza Atlantica a Oriente, la stessa ragione addotta dalla Russia per l’invasione in Ucraina. Kalin ha poi concluso ribadendo l’impegno diplomatico della Turchia, che porterà avanti un dialogo diplomatico tra le parti.

Eppure, non sembra dello stesso avviso l’Ucraina. Il Paese ha ribadito di essere pronto a negoziare, “ma Putin non vuole solo i nostri territori ma vuole anche distruggere il governo ucraino”. Sono state queste le parole della vicepremier ucraina Irina Vereshchuk, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo. La condizione dell’Ucraina è chiara: prima dei negoziati, la Russia deve ritirarsi dai territori ucraini.

Svolta rapporti Usa-Russia: ne siamo proprio sicuri?

E se la chiamata tra il Pentagono e il Cremlino fa ben sperare per futuri colloqui che potrebbero agevolare la conclusione e la negoziazione della pace tra Ucraina e Russia, le parole di Biden sembrerebbero smentire la disposizione degli Stati Unita a dialogare.

Mentre si teneva il primo colloquio tra Usa e Russia dallo scoppio della guerra, la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, ha ricordato quale sia la posizione di Joe Biden sulla presenza di Vladimir Putin al G20 in Indonesia: secondo il presidente americano, il presidente russo non dovrebbe essere invitato, ma la portavoce non ha chiarito se Biden abbia affrontato l’argomento con il presidente indonesiano Joko Widodo, che si trova a Washington per il vertice dell’Asean, e che ha invitato il leader del Cremlino al G20.

Eppure, se da una parte queste posizioni diplomatiche non lasciano intravedere una possibile via di comunicazione, al momento c’è stata. La prima telefonata tra Russia e Usa non avrà portato a niente, se non a ripristinare un dialogo. A tutti gli effetti si può parlare di una svolta, ma per capirne la porta e vederne i possibili frutti non si sa ancora quando si dovrà attendere e con essi la fine della guerra.

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