Governo Draghi, i problemi del nuovo piano vaccino

Mario D’Angelo

09/02/2021

09/02/2021 - 21:09

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Cosa c’è dietro la volontà di Draghi di vaccinare prima gli insegnanti.

Governo Draghi, i problemi del nuovo piano vaccino

Il presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi, nel corso delle consultazioni con le forze politiche, avrebbe delineato a proposito delle vaccinazioni quella che è già stata definita una “rivoluzione”. Nello specifico, sarebbero stati identificati negli insegnanti e nel personale scolastico le categorie prioritarie a cui somministrare vaccini. Sarebbe previsto l’aumento dell’uso di tamponi (rapidi) tra gli studenti.

Per accelerare il piano vaccinale, inoltre, Draghi avrebbe assicurato delle “novità positive” dall’Europa circa i contratti con le ditte produttrici e stressato l’importanza di lavorare sulla logistica per una somministrazione più rapida.

Il nuovo piano vaccinale, così descritto, presenta comunque alcuni problemi.

Draghi: vaccini ad insegnanti

Non sarà più il mondo della terza età, ma quello della scuola il principale terreno di lotta al Covid-19. Con l’arrivo di Mario Draghi a Palazzo Chigi, una volta che verrà assicurata la partecipazione del Movimento 5 Stelle, dovrebbe cambiare così il piano vaccinale. Dalla scuola, probabilmente, si passerebbe quindi al resto dei lavoratori del settore pubblico.

Lo stesso ministro della Salute (uscente?), Roberto Speranza, ha seguito a ruota la dichiarazione di Draghi suggerendo di “iniziare a proteggere chi lavora nelle scuole, nelle università, le forze dell’ordine e le altre categorie esposte”.

Il primo problema è che non si tratta di una strategia diversa, ma piuttosto di una scelta obbligata: dei vaccini somministrabili agli anziani, quelli prodotti da Pfizer/BioNTech e Moderna, in Italia saranno disponibili a febbraio soltanto 4 milioni di dosi. Rimangono da vaccinare ancora molti medici, infermieri e personale delle Rsa, mentre gli anziani senza vaccino sono ancora oltre 4 milioni.

Arrivano invece oggi in tutte le Regioni italiane, ha comunicato il ministro Speranza, le dosi di vaccino anti-Covid di AstraZeneca. Questo siero è stato raccomandato dall’Aifa soltanto per gli individui fra i 18 e i 55, perché per le altre fasce d’età vi sono dubbi sull’efficacia e sulla sicurezza. È chiaro, quindi, che a fronte dei rallentamenti delle prime aziende il Governo sarà costretto a saltare, per il momento, la somministrazione alla fascia di popolazione più anziana.

Nel piano vaccinale non si darà la priorità agli insegnanti per far ripartire il mondo della scuola, ma perché mancano i vaccini per gli anziani, che rimarranno ancora per mesi a rischio di morire per Covid-19.

Il rischio delle varianti in Italia

Ricordiamo inoltre, e questa è la seconda falla, che il vaccino AstraZeneca ha dimostrato un’efficacia bassa contro le varianti (quasi nulla contro quella sudafricana), e con il diffondersi delle mutazioni saranno necessari sempre più vaccini per raggiungere l’immunità di gregge. Già diversi istituti scolastici sono stati costretti a chiudere nelle zone del Centro e Nord Italia in cui sono stati rinvenuti casi di variante inglese, sudafricana e brasiliana.

La strategia di Draghi sembra in questo momento articolarsi soltanto su vaccini e tamponi, e il minimo ritardo o evento non previsto potrebbe compromettere il sistema.

La strategia di tracciamento a mezzo tamponi sugli studenti, inoltre, potrebbe rivelarsi poco efficace. Già diversi esperti, fra cui Andrea Crisanti e a più riprese lo stesso ISS, hanno sottolineato la difficoltà a rinvenire le catene di contagio nell’attuale situazione. I test Covid, inoltre, non possono essere obbligatori, quindi il buon risultato del tracciamento dipenderà soprattutto dalla percentuale di adesione da parte di studenti e genitori.

Possibili ulteriori ritardi sui vaccini

L’ultimo problema riguarda le notizie dalla Commissione circa i contratti con le aziende produttrici di vaccini. Le notizie potrebbero, in effetti, arrivare, ma non essere necessariamente positive.

Johnson & Johnson, ad esempio, ha da poco annunciato che muoverà tutta la sua produzione negli Stati Uniti, che quasi certamente coglieranno l’occasione per tenerli sul proprio territorio o almeno usarli come leva politica ed economica.

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