Giorgetti su dazi e banche. Golden power su UniCredit per “difendere l’Italia”, OPS MPS è diversa

Laura Naka Antonelli

31/07/2025

Non solo dazi. Giorgetti parla del golden power imposto dal governo Meloni sull’OPS di UniCredit su BPM. “Non abbiamo difeso una banca ma l’interesse nazionale”.

Giorgetti su dazi e banche. Golden power su UniCredit per “difendere l’Italia”, OPS MPS è diversa

Il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha detto la sua sui dazi che gli Stati Uniti di Donald Trump hanno deciso di imporre all’Europa, così come sull’effetto che avranno sul PIL dell’Italia, già decisamente ammaccato, come hanno dimostrato i numeri preliminari diffusi ieri dall’Istat, nel corso del secondo trimestre del 2025. Non solo.

Giorgetti è tornato a parlare del caso che ha scosso Piazza Affari e il mondo della finanza italiana, ovvero del golden power che il governo Meloni ha deciso di applicare all’OPS lanciata da UniCredit su Banco BPM, che alla fine ha costretto la banca guidata dal CEO Andrea Orcel a dire basta alla partita di risiko lanciata alla fine di novembre del 2024.

Così il titolare del Tesoro sui dazi, facendo un po’ di conti e ricordando che “io avevo detto, e andate a vedere, lo troverete sul Corriere adriatico, non molto lontano dal 10% ”.

Il ministro, a margine del question time alla Camera, ha continuato: “ Non avevo in mente il 15%, forse lo avevo già in mente. Quello che ho ribadito in aula e che andrebbe valutato è che il 15% contiene i dazi basi che erano al 4,9%. Quindi la differenza tra 15% e 4,9%, 4,8% fa quasi 10%”.

In evidenza in questi giorni l’accordo siglato tra l’Unione europea e gli Stati Uniti, che si è tradotto nella imposizione di dazi pari al 15% sui beni che gli USA importeranno dall’Europa, e che ha scatenato diverse polemiche nell’arena della politica italiana ed europea.

Ma quanto costeranno questi dazi all’Italia, per la precisione al suo PIL?

L’impatto macroeconomico delle misure tariffarie risulta proporzionalmente crescente all’aumentare dell’aliquota. È possibile prevedere un ordine di impatto sul PIL italiano con dazi del 15%, un calo massimo cumulato dello 0,5% sul 2026 seguito da un graduale recupero che porti il livello a riallinearsi allo scenario base entro il 2029 in coerenza con le stime fornite dal documento di finanza pubblica”, ha spiegato il titolare del MEF, in risposta al question time alla Camera, confermando le previsioni del governo Meloni sulla crescita del PIL nel 2025, pari a +0,6%.

Quando ha predisposto nella scorsa primavera le previsioni macroeconomiche per l’incremento del PIL”, ha spiegato, il governo “ha fatto delle previsioni macroprudenziali ipotizzando un impatto sull’economia italiana e ha quindi previsto per quest’anno una crescita dello 0,6% del PIL che noi ribadiamo oggi, in quest’aula, in termini di previsione ”.

Le dichiarazioni di Giorgetti sono state rilasciate nello stesso giorno in cui l’Istat ha annunciato il dato preliminare relativo al PIL italiano del secondo trimestre, che è stato preceduto da un segno meno, in calo dello 0,1%.

Golden power governo Meloni su dossier UniCredit-BPM, Giorgetti spiega il perché

Sul dossier UniCredit-Banco BPM, praticamente saltato in aria, nello spiegare l’esercizio del golden power da parte del governo Meloni, Giorgetti è stato fermo:

“Non abbiamo difeso una banca ma l’interesse nazionale e quindi lo strumento del golden power”.

Insomma, l’intenzione del governo Meloni non è stata quella di “porre un veto” ma di “ imporre una prescrizione ”, di mettere in campo “un intervento proporzionale e ragionevole”, al fine di garantire gli impieghi e per sventare i rischi legati alla presenza di UniCredit in Russia.

Per Giorgetti difeso il risparmio nazionale. Il nodo Russia per UniCredit

È stato praticamente difeso l’interesse dell’Italia, non di una banca, ovvero di Banco BPM; è stato difeso, per la precisione, il “ risparmio nazionale raccolto da BPM e dal gruppo Anima, circa 300 miliardi. Trattasi di un dato quantitativo che, insieme a non marginali aspetti, come gli impieghi dei risparmi raccolti, la politica industriale e la presenza di una filiale russa con ragguardevoli investimenti in debito pubblico sovrano russo, aspetto questo che espone al rischio di possibili sanzioni internazionali”, ha portato il governo Meloni a esercitare per l’appunto “il golden power non per porre un veto all’operazione, bensì per imporre delle prescrizioni ”, ha puntualizzato ancora Giorgetti.

Tra l’altro “la correttezza dell’operato del governo è stata confermata dal TAR, che ha accertato il legittimo e gistificato esercizio di poteri speciali a tutela della sicurezza economica”.

Il commento su OPS MPS su Mediobanca e su possibile M&A ora MPS-Banco BPM

Cosa diversa il dossier dell’OPS di MPS su Mediobanca. Il motivo? Soprattutto la presenza di UniCredit in Russia:

“L’offerta pubblica di scambio di UniCredit su Banco BPM presentava molteplici diversità rispetto ad altre operazioni che hanno interessato il mercato bancario e in particolare l’OPS di MPS su Mediobanca. Le diversità giustificano le diverse decisioni adottate dal governo. Al di là di aspetti non marginali, quali gli impieghi in Italia, che diversifica le singole ipotesi, mi preme soffermarmi sulla presenza in Russia di UniCredit. L’Europa è al 18esimo pacchetto sanzionatorio economico con finalità di sicurezza pubblica nazionale”

Per quanto riguarda a questo punto la possibilità di una integrazione ora tra Banco BPM e MPS-Monte dei Paschi di Siena - opzione che è stata rinfocolata anche dal desiderio del CEO del Banco Giuseppe Castagna di lanciarsi alla conquista di altre banche - Giorgetti ha lasciato in questo caso la parola al mercato: “ Queste cose le decide il mercato. Noi abbiamo un unico strumento che è il golden power, e ho spiegato in cosa consiste nei limiti che ha definito il TAR”.

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