Riscossione coattiva al centro del dibattito: pochi margini fiscali per Comuni e Regioni, crescono i rischi sociali mentre la montagna dei crediti non riscossi blocca la spesa pubblica.
Si guarda il dito, e non la luna: lo sforzo fiscale delle comunità locali è già arrivato ai limiti, ed ogni azione automatica volta a riscuotere coattivamente le imposte non pagate rischia di lacerare il tessuto sociale.
Questo è il nodo delicatissimo: la riscossione coattiva dei tributi locali, una volta devoluta automaticamente e nel suo complesso ad un soggetto terzo, quale che questo sia, inciderebbe su situazioni personali spesso già precarie, e quindi sulle relazioni sociali che nelle piccole comunità sono particolarmente sensibili ad azioni amministrative forzose, pur se condotte in nome della legge.
Il dibattito politico suscitato dalla Audizione del Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti da parte della Commissione Parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale si è concentrato sulle sue proposte alternative di riorganizzazione del sistema di riscossione coattiva dei tributi locali, un’attività che assume un ruolo strategico non solo come meccanismo di ultima istanza, ma anche come leva essenziale per garantire l’efficacia complessiva dell’intero ciclo di riscossione delle entrate: o si procede alla creazione di una entità separata, che collabori con l’Agenzia delle Entrate e della Riscossione (ADER), ovvero si concede a soggetti privati questa attività, che ha caratteristiche peculiari per via della parcellizzazione territoriale e della esiguità dei singoli carichi impositivi. [...]
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA