Fondi interprofessionali, quali e cosa sono. Normativa e obblighi

Nadia Pascale

23 Giugno 2023 - 14:30

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Cosa sono i Fondi Interporfessionali? Alle aziende conviene aderire o lasciare gli accantonamenti presso l’Inps? Molti sono i dubbi su questi organismi associativi.

Fondi interprofessionali, quali e cosa sono. Normativa e obblighi

Le imprese possono erogare formazione a costo zero? La risposta è «Sì» e lo strumento da utilizzare sono i Fondi paritetici interprofessionali nazionali per la formazione continua o semplicemente Fondi Interprofessionali.

Perché la formazione con i fondi interprofessionali è gratuita?
Meglio specificare fin dall’inizio questa particolarità, la legge 388 del 2000 stabilisce che il datore di lavoro trattenga dalla busta paga di ogni lavoratore una percentuale pari allo 0.30%, questa è diretta all’Inps che a sua volta deve utilizzare tali quote per la formazione dei dipendenti.
Il datore di lavoro può però comunicare all’Inps la volontà di devolvere tali quote a un fondo interprorfessionale di sua scelta. Effettuata tale scelta, sarà tale fondo a dover erogare la formazione ai lavoratori.

Vediamo quindi come funzionano i fondi interprofessionali.

Fondi interprofessionali: norme

Aderire a un fondo interprofessionale per le aziende non è un obbligo, resta invece obbligatorio il versamento dello 0,30% della busta paga dei dipendenti all’Inps affinché con tali fondi sia erogata formazione ai dipendenti. Gli importi sono accantonati dall’Inps e, su richiesta delle aziende, devono essere utilizzati per erogare formazione continua ai dipendenti.

Con l’istituzione dei fondi interprofessionali, il datore di lavoro ha la possibilità di scegliere se lasciare all’Inps questo 0,30% o, invece, devolverlo ai fondi.
La disciplina è contenuta in diverse fonti normative:

  • legge 845 del 1978 con cui si istituisce il “mutuo soccorso per sussidio di disoccupazione” questa è la norma base che prevede il prelievo dello 0,30%;
  • Con la legge 388 del 2000 si prevede la possibilità per le aziende di decidere se lasciare i fondi accantonati all’Inps oppure se devolverli a un fondo interprofessionale;
  • La circolare 36 del 2003 del Ministero del Lavoro stabilisce i principi fondamentali attraverso cui operano i fondi interprofessionali.

Come aderire a un fondo interprofessionale?

La norma principale è che ogni azienda può decidere di lasciare gli accantonamenti all’Inps oppure devolverli a un fondo interprofessionale, deve però essere sottolineato che si può scegliere un solo fondo interprofessionale.

Nel caso in cui si decida di aderire a un altro fondo, è essenziale revocare prima la precedente scelta.
L’adesione a un fondo viene effettuata attraverso una comunicazione all’Inps, preferibilmente attraverso un consulente del lavoro o un commercialista per conto dell’azienda.

Per la scelta del fondo deve essere utilizzata la denuncia Uniemens ( ex DM/10) oppure il modello DMAG, inserendo il codice che contraddistingue il fondo interprofessionale scelto. Il codice deve essere indicato nella sezione “Posizione Contributiva" seguendo il percorso «denuncia aziendale», «fondo interprofessionale», «adesione». In seguito deve essere indicato il numero dei dipendenti interessati e l’inquadramento degli stessi, o meglio livello (quadri, impiegati, operai).

Nel caso in cui in precedenza si era aderito a un fondo e si ha desiderio di lasciarlo per aderire a un altro fondo occorre, come prima anticipato, procedere alla revoca della precedente adesione. Anche in questo caso deve essere fatta attenzione perché se si opta per una semplice revoca, i fondi accantonati presso il precedente fondo e non utilizzati sono persi.
Se si opta per la portabilità dal vecchio al nuovo fondo le risorse residue non usate già per la formazione, passano al nuovo fondo e quindi non vi sono perdite per le aziende.

Per la revoca, sempre dal sito dell’Inps, all’interno della sezione dedicata alla denuncia contributiva deve essere indicato il codice “Revo” e in seguito indicato il codice di adesione al nuovo fondo.

I principali Fondi interprofessionali

I fondi interprofessionali disponibili sono numerosi e per chiarezza indichiamo solo alcuni di essi.
Fonarcom: fondo per i lavoratori dei settori del terziario, artigianato, PMI, costituito da CONFSAL e CIFA.
FONCOOP: Fondo per i lavoratori delle imprese cooperative, le parti costituenti sono CGIL, CISL, UIL, AGCI, Confcooperative.
FONDER: Fondo per enti ecclesiastici, associazioni e fondazioni, cooperative, imprese con o senza scopo di lucro, aziende di ispirazione religiosa, costituito da Legacoop, CGIL, CISL, UIL, Agidae.
Fondimpresa: Fondo per i lavoratori delle imprese industriali, costituito da CGIL CISL, UIL, Confindustria, Federdircredito, Sibnfub, Fidia.
Fondo Banche Assicurazioni: Fondo per la formazione continua nei settori del credito e delle assicurazioni. Constituito da CGIL, CISL, UIL, ABI, ANIA.
Fondo Lavoro: Fondo per la formazione continua delle Micro, Piccole, Medie e Grandi Imprese istituito da UGL e UNSIC.
FONDOPROFESSIONI: Fondo per studi professionali ed aziende ad essi collegati, istituito da CGIL, CISL, UIL, CONFPROFESSIONI, CONFEDERTECNICA, CIPA.

Come ottenere formazione continua dai fondi interprofessionali?

Uno dei punti cardine della disciplina dei fondi interprofessionali sono le modalità di erogazione della formazione. Nella scelta, che ricordiamo deve essere fatta dal datore di lavoro, occorre tenere in considerazione diversi fattori, ad esempio non tutti i fondi erogano anche corsi per la formazione obbligatoria sulla sicurezza, invece per le aziende soprattutto di piccole e medie dimensioni questa potrebbe essere la soluzione ottimale.

Per quanto riguarda le modalità di erogazione della formazione continua per i dipendenti, deve essere fatta la distinzione base tra progetti mono e pluriaziendali.

I progetti mono-aziendali, come disce il nome stesso, sono destinati a una sola azienda, ma naturalmente per avere copertura attraverso la devoluzione dello 0,30%, circa 40 euro l’anno per ogni dipendente, occorre avere molti dipendenti, inoltre in una grande azienda non si può fornire la stessa formazione continua a tutti i livelli. Ecco perché diventano importanti i progetti pluriaziendali diretti a più aziende.

Alcuni fondi inoltre permettono di partecipare a bandi e avvisi, in questo caso l’azienda deve presentare un progetto che viene valutato dal fondo, nel caso in cui l’esito sia positivo l’azienda può ricevere importi per finanziare la formazione dei dipendenti anche superiori rispetto alle somme effettivamente accantonate dalle aziende.

Un’altra modalità di erogazione dei corsi di formazione continua è rappresentata dai voucher che possono essere acquistati dalle aziende con i fondi accantonati anche per il singolo dipendente.
Dobbiamo ricordare che non tutte le somme accantonate presso i fondi interprofessionali sono effettivamente dedicate alla formazione, infatti una parte è devoluta a copertura delle spese di gestione del fondo stesso.

Obblighi dei fondi interprofessionali

Deve essere, infine, ricordato che i fondi interprofessionali, possono essere considerati degli ibridi tra «Pubblico e Privato».

Pur essendo organismi di natura associativa promossi dalle parti sociali e quindi sindacati e datori di lavoro, in ciò possono essere accomunati agli enti bilaterali, sono tenuti a fornire all’Inps i Piani Operativi di Attività, a fornire una rendicontazione semestrale all’Inps, sono sottoposti a controlli e monitoraggio sulle attività svolte.
Con la circolare 36 del 18 novembre 2003 il Ministero del Lavoro ha provveduto a delineare tutti gli obblighi che i Fondi Interprofessionali devono rispettare.

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