Fmi: ecco tutti i dubbi sulla manovra

Francesca Caiazzo

14 Novembre 2018 - 09:14

Anche l’organizzazione di Washington è scettica sulla manovra del governo italiano: incerto l’impatto degli stimoli economici sulla crescita.

Fmi: ecco tutti i dubbi sulla manovra

Scetticismo del Fondo monetario internazionale sugli effetti che la legge di Bilancio italiana avrà sull’economia del Paese.

Secondo l’Fmi, l’impatto degli stimoli economici contenuti nel provvedimento è incerto e la crescita è destinata a declinare dopo il 2020.

I dubbi dell’organizzazione di Washington, contenuti nel rapporto stilato dagli ispettori del Fondo monetario internazionale al termine della missione annuale nel nostro Paese, arrivano poche ore dopo l’invio della risposta del governo alla Commissione europea, che aveva posto rilievi sulla manovra chiedendone la modifica.

Italia più vulnerabile

Secondo l’Fmi, dunque, l’impatto degli stimoli economici contenuti nel provvedimento “è incerto nei prossimi due anni e probabilmente negativo nel medio termine, se lo spread dovesse mantenersi su livelli elevati”.

Ma c’è di più: gli stimoli previsti dal governo nella manovra “lascerebbero l’Italia molto vulnerabile. L’organizzazione di Washington stima infatti che la crescita del nostro Paese – che secondo il governo sarà intorno all’1,5% e all’1,6% nei prossimi due anni - viaggerà “attorno all’1% tra il 2018 e il 2020 per poi declinare successivamente”.

Rischio recessione

Secondo i tecnici dell’Fmi, inoltre, non ci saranno sostanziali variazioni sul fronte del debito pubblico che “rimarrà attorno al 130% del Pil nei prossimi 3 anni”.
Se il debito si mantiene a livelli troppo alti, l’Italia – avvertono da Washington – rischia la recessione.

Per questo nel rapporto si legge che:

“un aggiustamento fiscale aggiuntivo sarà necessario per stabilizzarlo sulla base delle nostre previsioni di tassi d’interesse crescenti a causa della normalizzazione della politica monetaria e l’aumento della spesa previdenziale”.

Il deficit, invece, nel 2019 è stimato al 2,75% del Pil, superiore a quel 2,4% indicato da Roma, mentre “per il 2020-2021 è stimato al 2,8-2,9% a meno che non ci sia ampio sostegno politico per attivare la clausola di salvaguardia sull’Iva o per trovare misure compensative”.

L’avvertimento sulle pensioni

Non è positivo il giudizio dell’Fmi sulla riforma previdenziale. In particolare, le misure per intervenire sulla legge Fornero che prevedono la cosiddetta quota 100 per le pensioni

“aumenterebbero ulteriormente la spesa pensionistica, imporrebbero pesi ancora maggiori sulle generazioni più giovani, lascerebbero meno spazio per politiche per la crescita e porterebbero a minori tassi di occupazione tra i lavoratori più anziani”.

Inoltre, secondo l’organizzazione non è affatto scontato che il maggior numero di pensionamenti faciliterà l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro.

Servono riforme strutturali

Nel report, i tecnici dell’Fmi indicano nella bassa crescita e nel debole progresso a livello sociale i problemi chiave dell’economia dell’Italia e aggiungono che “i redditi personali reali sono allo stesso livello di due decadi fa, la disoccupazione si mantiene attorno al 10%, gli standard di vita delle generazioni più giovani e di mezzo si sono erosi e l’emigrazione è vicina al massimo da 5 decenni”.

Cosa fare dunque per rilanciare la crescita e migliorare l’inclusione sociale? Ecco il suggerimento di Washington:

“Le riforme strutturali per aumentare la produttività e sbloccare il potenziale dell’Italia sono la priorità assoluta; senza queste nessuna strategia per aumentare i redditi o assicurare stabilità può avere successo”.

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it