FMI, ecco le previsioni su PIL globale e PIL Italia (Francia fa meglio). Su deficit meno ottimista di Giorgetti. E occhio al debito

Laura Naka Antonelli

14 Ottobre 2025 - 17:31

Le nuove previsioni dell’FMI contenute nel World Economic Outlook (WEO) di ottobre 2025. Occhio all’outlook sui PIL dell’Italia e delle altre economie.

FMI, ecco le previsioni su PIL globale e PIL Italia (Francia fa meglio). Su deficit meno ottimista di Giorgetti. E occhio al debito

L’FMI ha annunciato di aver rivisto al rialzo le previsioni sulla crescita del PIL globale rispetto a quelle rese note nel mese di aprile di quest’anno, continuando comunque a stimare un rallentamento dell’economia.

Così si legge nel nuovo World Economic Outlook (WEO) di ottobre pubblicato nella giornata di oggi, martedì 14 ottobre 2025, dall’istituzione di Washington:

“La crescita globale è attesa ora rallentare dal 3,3% del 2024 al +3,2% nel 2025 e al +3,1% nel 2026, con le economie avanzate che dovrebbero crescere attorno all’1,5% e i mercati emergenti e le economie in via di sviluppo che dovrebbero assistere a un ritmo di espansione di poco superiore al 4%. L’inflazione continuerà a scendere a livello globale, sebbene con variazioni tra i Paesi, rimanendo al di sopra del target negli Stati Uniti, con rischi rivolti verso l’alto, e debole altrove”.

L’FMI ha sottolineato, nel motivare le proprie previsioni, che “i dazi (imposti dalla presidenza americana di Donald Trump) sono più bassi rispetto a quanto attesi in precedenza”. Di fatto, il danno inferto dalla politica commerciale USA è stato inferiore rispetto a quanto temuto. Di seguito, le stime presenti nel WEO relative alle principali economie del mondo.

PIL Italia, FMI conferma le previsioni di crescita per il 2025-2026. Il paragone con i PIL di altre economie

Per quanto riguarda l’Italia, il Fondo Monetario Internazionale ha annunciato di stimare un’espansione del PIL dello 0,5% nel 2025 e dello 0,8% nel 2026, dopo il +0,7% del 2024. L’FMI ha dunque confermato l’outlook precedentemente diffuso.

In evidenza anche le stime sul prodotto interno lordo della Francia che, nonostante il caos politico, sono migliori rispetto a quelle italiane.

Per il PIL francese, le previsioni dell’FMI sono infatti di una espansione pari a +0,7% nel 2025 e del +0,9% nel 2026, dopo il +1,1% del 2024.

La crescita degli Stati Uniti è attesa al ritmo del 2% quest’anno e del 2,1% nel 2026, dopo il +2,8% del 2024, mentre per la Germania le previsioni sono, dopo una crescita negativa pari a -0,5% nel 2024, di una ripresa del PIL dello 0,2% quest’anno e dello 0,9% l’anno prossimo.

In evidenza anche le previsioni dell’FMI su altre economie europee e non:

  • Spagna: PIL +2,9% nel 2025, +2% nel 2026.
  • Giappone +1,1% nel 2025, +0,6% nel 2026.
  • Regno Unito: +1,3% nel 2025, +1,3% nel 2026.
  • Canada: +1,2% nel 2025, +1,5% nel 2026.

Le previsioni del FMI su deficit-PIL meno ottimistiche rispetto a quelle del governo Meloni

Tornando al caso specifico dell’Italia, occhio alle previsioni del Fondo Monetario Internazionale relative anche ai conti pubblici, dunque al deficit-PIL e al debito-PIL.

Per gli economisti dell’istituzione di Washington, il deficit-PIL dell’Italia si attesterà quest’anno al 3,3%, in discesa rispetto al 3,4% dello scorso anno, ma più alto rispetto a quanto annunciato dal governo Meloni, che intravede un deficit-PIL al 3% già a partire da quest’anno, come ha reiterato di recente il ministro Giancarlo Giorgetti. (occhio tuttavia all’alert lanciato dall’Istat).

Il deficit-PIL dell’Italia, si legge nel documento dell’FMI, scenderà poi al 2,8% l’anno prossimo.

Riguardo alle previsioni sul debito-PIL dell’Italia, il World Economic Outlook del Fondo stima un rialzo dal 136,8% quest’anno dal 135,3% del 2024 e un ulteriore incremento fino al 138,3% nel 2026.

Le previsioni snocciolate da Washington vanno paragonate con quelle incise nel Documento Programmatico di Finanza Pubblica (DPFP) appena reso noto dal governo Meloni e commentate da diverse autorità finanziarie, tra cui anche Bankitalia.

Ansia FMI per conti pubblici delle economie. L’attenti a tutti

In generale, a conferma del timore sulla solidità dei conti pubblici, il Fondo monetario internazionale ha invitato tutte le economie ad affrontare seriamente la necessità di risanare le loro finanze. “Con le prospettive di crescita più basse, i tassi di interesse reali più alti, i livelli di debito più elevati, e le nuove necessità di spese per alcuni Paesi su beni della difesa o di sicurezza nazionale, l’equilibrio fiscale sta diventando sempre più sfidante da raggiungere, lasciando i Paesi vulnerabili nel caso in cui un forte shock esterno dovesse manifestarsi”.

Gli economisti hanno ricordato quanto accaduto ad aprile, quando “tutte le principali economie avanzate videro i loro spread salire e solo qualche Paese considerato rifugio, come la Svizzera, sperimentò un calo pronunciato dei rendimenti di più lungo termine, a causa delle preoccupazioni più ampie che colpirono alcuni mercati bond core ”.

Un attenti al debito è stato lanciato anche ai Paesi a reddito più basso che sono stati definiti dall’FMI “più vulnerabili, a causa della riduzione dei flussi ufficiali di aiuti”.

Un contesto, quello dei conti pubblici che rischiano di andare fuori controllo, che potrebbe produrre anche effetti negativi sul tessuto sociale.

L’istituzione guidata da Georgieva ha avvertito infatti che sta aumentando il numero di Paesi in cui “l’assenza di opportunità lavorative potrebbe trasformarsi velocemente in un aumento dei disordini sociali ”.

FMI, la direttrice Georgieva: “Abbiate il coraggio di risanare i vostri conti”

Già prima della presentazione di questa ultima edizione del World Economic Outlook, la stessa direttrice del Fondo Monetario Internazionale Kristalina Georgieva aveva lanciato un chiaro appello alle economie di tutto il pianeta. “Abbiate il coraggio di avviare il consolidamento fiscale”, ovvero di risanare i conti pubblici. “Se non lo farete, quando arriverà il prossimo shock, e questo succederà, vi troverete davvero in una brutta posizione ”.

Inflazione in rallentamento nel mondo, ma non in USA

Riguardo alle altre variabili macroeconomiche previste dall’FMI nel rapporto World Economic Outlook appena reso noto, gli economisti hanno reso noto di prevedere per l’appunto nel mondo un rallentamento dell’inflazione, con il tasso di riferimento che, a livello globale, dovrebbe scendere al 4,2% nel 2025 e successivamente al 3,7% nel 2026.

Opposto, hanno reiterato gli economisti, il trend delle pressioni inflazionistiche negli Stati Uniti, che continueranno a battere il target della Federal Reserve pari al 2%, e che saranno soggette ancora a rischi al rialzo.

Il volume del commercio globale è atteso crescere a un tasso medio del 2,9% negli anni 2025-2026, sulla scia degli acquisti di beni che sono avvenuti nel 2025 in anticipo, in vista dei dazi di Trump.

Si tratta tuttavia di un ritmo di crescita ancora molto più basso rispetto al tasso del 3,5% segnato nel 2024. L’indebolimento è stato spiegato dall’FMI con la frammentazione persistente del commercio che limita i guadagni.

Tra le altre fonti di preoccupazione, la presenza di “un’incertezza politica prolungata”, che “potrebbe zavorrare i consumi e gli investimenti ”.

Inoltre, “l’ulteriore escalation delle misure protezionistiche, incluse le barriere non tariffarie, potrebbe sopprimere gli investimenti, provocare interruzioni nelle catene di approviggionamento e frenare la crescita della produttività”.

Ancora, “shock all’offerta di lavoro più ampi del previsto, in particolare derivanti da politiche migratorie restrittive potrebbero ridurre la crescita, soprattutto nelle economie che fanno fronte all’invecchiamento della popolazione e alla scarsità delle competenze”.

FMI parla di fragilità dei mercati finanziari, teme fine boom AI (intelligenza artificiale)

Come se non bastasse, “ le vulnerabilità fiscali e le fragilità dei mercati finanziari potrebbero interagire attraverso un aumento dei costi di indebitamento e un aumento del rischio di rifinanziamento dei Paesi sovrani ”.

L’FMI non ha escluso neanche “ un brusco repricinng delle azioni tecnologiche, che potrebbe essere scatenato da (eventuali) risultati deludenti sugli utili e da guadagni della produttività legati all’intelligenza artificiale (AI), che finissero per siglare la fine del boom degli investimenti nell’AI e l’esuberanza dei mercati finanziari a esso associata, con la possibilità di implicazioni più ampie per la stabilità macrofinanziaria ”.

Va ricordato che il World Economic Outlook (WEO) è un rapporto sulle prospettive e sulle politiche economiche stilato dallo staff del Fondo Monetario Internazionale (FMI) e pubblicato due volte l’anno, con aggiornamenti intermedi.

Il report presenta le analisi e le previsioni sull’economia mondiale nel breve e medio termine. Si tratta di informazioni che, come sottolinea lo stesso Fondo Monetario internazionale, rappresentano elementi fondamentali per l’attività di vigilanza del FMI sull’andamento economico e sulle politiche dei Paesi membri, così come sul funzionamento complessivo del sistema economico globale.

A Washington si discuterà delle questioni più cruciali che stanno condizionando gli sviluppi dell’economia globale, in primis delle tensioni commerciali rinfocolate dalla decisione dell’amministrazione USA di Donald Trump di imporre nuovi dazi sui beni esteri che vengono importati dagli Stati Uniti.

Saranno più di 10.000 le persone che parteciperanno ai meeting annuali, sia del Fondo Monetario Internazionale che della Banca Mondiale, inclusi i governatori delle banche centrali e per i ministri delle Finanze di più di 190 Paesi.

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