Flop concordato preventivo biennale, a rischio il taglio Irpef?

Nadia Pascale

1 Ottobre 2025 - 13:44

Solo 40.000 adesioni per il concordato preventivo biennale 2025-2026, molti temono che le mancate entrate rispetto a quanto preventivato potrebbero mettere a rischio il taglio dell’Irpef in Manovra.

Flop concordato preventivo biennale, a rischio il taglio Irpef?

Solo 40.000 adesioni per il Concordato preventivo biennale, in molti parlano di un vero e proprio flop, che segue con numeri drasticamente ridotti lo scarso appeal dimostrato già nell’edizione 2024-2025. Ma ora, visti i numeri, sono in molti a temere che il taglio dell’Irpef promesso possa essere in serio pericolo. Il flop c’è stato nonostante sia stato proposto nuovamente il condono fiscale per chi aderisce al concordato e negli ultimi giorni prima della scadenza del 30 settembre sia partita una campagna promozionale anche televisiva.

Quali saranno gli effetti del flop di adesioni al Concordato preventivo biennale 2025-2026? É a rischio il taglio dell’Irpef?

Flop Concordato preventivo biennale, solo 40.000 adesioni

La platea dei titolari di partita IVA che potevano aderire all’accordo con il Fisco era di circa 2 milioni e 600mila partite IVA, ma di fatto solo una piccolissima parte è stata attratta dal CPB 2025-2026.

Dai primi dati emerge che rispetto all’anno scorso chi ha aderito mostra un miglioramento degli indici ISA, questo appare prevedibile visto che chi ha un punteggio ISA più alto di fatto ha un reddito incrementale, cioè il maggiore reddito rispetto a quanto dichiarato in passato, più basso e paga meno tasse rispetto a chi invece ha un ISA basso.

Ciò che però molti si stanno chiedendo è se anche quest’anno ci sarà la proroga dei termini di adesione. Il viceministro Maurizio Leo nei giorni scorsi ha dichiarato che non ci sarà alcuna proroga dei termini. La stessa dichiarazione era in realtà stata fatta prima della scadenza dei termini di adesione per il biennio 2024-2025. Proprio per questo sono in molti a pensare che anche per il biennio 2025-2026 potrebbe essere disattesa questa “promessa” e di fatto potrebbero riaprirsi i termini.

Rispetto all’edizione precedente non c’è stata una richiesta di proroga dei termini da parte dei Commercialisti.
Nel 2024 i numeri sono stati molto più alti, sebbene anche in quel caso si sia parlato di flop, ben 584.000 adesioni. Il successo dello scorso anno è probabilmente dovuto alla possibilità anche per i forfettari, esclusi quest’anno, di aderire per un solo anno.

É a rischio il taglio Irpef?

Dopo il 2 ottobre prende il via il primo appuntamento importante per delineare il contenuto della prossima Manovra di bilancio: il Consiglio dei ministri deve esaminare nei prossimi giorni il Documento programmatico di finanza pubblica (Dpfp).
Per i contribuenti non è una buona notizia, perché le maggiori entrate attese dal Concordato preventivo biennale, il cui obiettivo era far emergere il “non fatturato”, attraverso un reddito attribuito in base all’affidabilità fiscale, dovrebbero finanziare il taglio dell’Irpef che con molta probabilità sarà ora ridimensionato.

Già nei giorni scorsi si è fatta più concreta la possibilità di mantenere in vita solo la proposta di riduzione dell’aliquota del secondo scaglione dal 35% al 32%, ma l’estensione del secondo scaglione Irpef da 50.000 euro a 60.000 euro di fatto era già quasi del tutto accantonata.

Nel frattempo si accumulano nuove proposte, come quella della modulazione degli scaglioni Irpef in base all’inflazione in modo da neutralizzare il drenaggio fiscale (fiscal drag).

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