Ferie residue al 31 dicembre 2025, ecco cosa succede a gennaio 2026

Simone Micocci

1 Dicembre 2025 - 14:00

Quali conseguenze per le ferie non godute entro fine anno? Ecco cosa rischia il lavoratore.

Ferie residue al 31 dicembre 2025, ecco cosa succede a gennaio 2026

Guardando la tua busta paga hai notato che ci sono ancora delle ferie residue e pertanto ti starai chiedendo: cosa succede se non vengono godute entro la fine dell’anno? D’altronde potrebbe accadere che il datore di lavoro, viste le esigenze produttive dell’azienda, non conceda ferie nel periodo di Natale oltre alle festività già previste, o comunque che non lo faccia abbastanza da far smaltire tutte le ferie residue.

Da qui nasce il timore dei lavoratori, che temono di perdere le ferie non godute entro il 31 dicembre. Timore che in alcuni casi si trasforma nella speranza di ottenere un importo più alto in busta paga a gennaio grazie alla monetizzazione dei giorni non goduti.

Ebbene, in questo articolo vi spiegheremo come tanto l’una quanto l’altra interpretazione non siano corrette. Le ferie non godute al 31 dicembre di quest’anno, infatti, non si perdono. Né quando riferiscono a quelle maturate nel 2025 né a quelle dell’anno precedente, il 2024, per le quali ricordiamo che ci sono 18 mesi di tempo per poterle fruire senza che scattino le sanzioni per il datore di lavoro e senza che ci sia mai il rischio per il lavoratore di perderle.

Quindi, se vi state chiedendo che fine fanno le ferie non godute dopo il 31 dicembre, o comunque al termine dei 18 mesi, vi basta sapere che queste restano sempre e comunque a vostra disposizione, fino a quando non si interrompe il rapporto con il datore di lavoro (visto che le ferie non possono essere trasferite all’altra azienda). Neppure in quel caso, comunque, si perdono: la cessazione del rapporto di lavoro, infatti, è l’unica circostanza in cui i giorni di ferie non goduti vengono pagati.

A gennaio le ferie non godute non vengono pagate

È bene sottolineare subito che, a differenza dei permessi, a gennaio non bisogna attendersi alcun pagamento delle ferie non godute nell’anno precedente. La legge, infatti, riconosce un diritto irrinunciabile alle ferie: non è possibile monetizzarle, neppure quando è il dipendente a volerlo.

Come visto sopra, lo scopo delle ferie è garantire il recupero psicofisico del lavoratore, tutelando quindi il suo diritto alla salute. Per questo un periodo di riposo è sempre obbligatorio. Nel dettaglio, come stabilito dall’articolo 2109 del Codice civile, ogni anno il lavoratore matura 4 settimane di ferie, di cui almeno 2 devono essere fruite entro il 31 dicembre.

Cosa succede alle ferie residue il 31 dicembre di ogni anno

Considerando che non tutte le ferie vanno obbligatoriamente godute entro il 31 dicembre dell’anno di maturazione e che quelle residue non possono essere pagate, è opportuno chiarire che fine fanno i giorni di riposo non utilizzati.

Anche in questo caso interviene la normativa, stabilendo che le ferie non godute non si perdono e restano a disposizione del dipendente. Non esistono scadenze di validità: le ferie residue possono essere fruite in qualsiasi momento, fermo restando che il datore di lavoro deve consentirne l’utilizzo entro i 18 mesi successivi all’anno di maturazione.

Ad esempio, le ferie maturate e non godute nel 2024 dovranno essere fruite entro il 30 giugno 2026. Trascorso tale termine restano comunque nella disponibilità del dipendente, che potrà utilizzarle in caso di necessità, ma scattano delle conseguenze per il datore di lavoro, tenuto a versare i contributi come se fossero state godute, oltre a un’eventuale sanzione amministrativa tra 120 e 5.400 euro.

Quando le ferie residue possono essere pagate?

Il divieto di monetizzare le ferie, però, non è assoluto. In alcune circostanze il dipendente ha infatti diritto a un’indennità sostitutiva delle ferie non godute.

Ciò è possibile solo alla cessazione del rapporto di lavoro, quando il datore di lavoro è obbligato a riconoscere una giornata di retribuzione per ogni giorno di ferie non goduto. L’indennità sostitutiva si aggiungerà quindi alle competenze di fine rapporto.

Diverso è il discorso per i permessi, che vengono pagati se non utilizzati. Spetta ai singoli contratti collettivi stabilire le regole: alcuni fissano il termine ultimo di fruizione al 31 dicembre dell’anno di maturazione, altri prevedono un arco temporale più ampio.

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