Femminicidio, ok del Senato al nuovo reato punito con ergastolo

Nadia Pascale

24/07/2025

Femminicidio: con l’introduzione dell’articolo 577-bis del C.P. è punito con l’ergastolo il femminicidio in quanto reato di odio, discriminazione, prevaricazione, controllo e possesso verso le donne.

Femminicidio, ok del Senato al nuovo reato punito con ergastolo

Nel codice penale è stato introdotto l’articolo 577-bis che prevede il reato di femminicidio, il testo dell’articolo è: chiunque cagioni la morte di una donna, commettendo il fatto con atti di discriminazione, di odio o di prevaricazione, ovvero mediante atti di controllo, possesso o dominio verso la vittima in quanto donna è punito con la pena dell’ergastolo.
Il reato di femminicidio è integrato anche quando la condotta omicidiaria è commessa in relazione al rifiuto della donna di instaurare o mantenere un rapporto affettivo o come atto di limitazione delle sue libertà individuali.

Il testo deve ora passare al vaglio della Camera, ma vi sono pochi dubbi sull’approvazione visto che il disegno di legge è stato approvato al Senato all’unanimità, con 161 voti favorevoli e nessun voto contrario, ma con l’appoggio di tutti i partiti.

Ecco cosa prevede il nuovo reato di femminicidio punito con l’ergastolo, carcere a vita.

Ergastolo, tutela degli orfani, riduzione permessi premi nel femminicidio

Dopo l’escalation di violenza contro le donne (Yara Gambirasio, Chiara Poggi, Giulia Cecchettin, Giulia Tramontano, solo per ricordare alcune vittime) culminata nell’omicidio della quattordicenne Martina Carbonaro, l’esigenza di avere un testo specifico per l’omicidio di donne, in quanto donne, è diventata un’urgenza.

Il testo è frutto di accordo tra maggioranza e opposizione. Il reato punta sulla relazione tra le parti, si tratta di un “crimine di odio”, discriminazione, prevaricazione nei confronti della donna in quanto tale.

Il testo non prevede semplicemente l’ergastolo per il reato di femminicidio, ma fissa aiuti in favore degli orfani di femminicidio. Sono stanziati 10 milioni di euro diretti a figli di donne vittime di femminicidio e di donne sopravvissute al tentativo di reato e rimaste gravemente compromesse dall’accaduto.

La nuova normativa prevede una stretta sulla concessione di benefici per coloro che si sono macchiati di quello che può essere considerato un vero e proprio crimine contro l’umanità. Eventuali benefici concessi al condannato devono essere subordinati a una valutazione giudiziale positiva dei risultati dell’osservazione scientifica della personalità del detenuto o internato, condotta per almeno un anno.

Nel caso in cui siano adottati provvedimenti con cui si applicano misure alternative alla detenzione o altri benefici, la persona offesa del reato e i familiari della vittima di reato devono essere preventivamente avvertiti. É stata, inoltre, ridotta la durata dei permessi premi per chi si macchia di tale reato.

Altre misure: sensibilizzazione, gratuito patrocinio e relazione annuale

Il disegno di legge prevede anche una campagna di sensibilizzazione per il contrasto all’uso di stupefacenti e altre sostanze psicotrope che possono indurre a commettere reati a sfondo sessuale.
Si dispone che le donne che abbiano compiuto 14 anni e che siano vittime di violenza possano accedere ai centri antiviolenza senza bisogno di autorizzazione dei genitori o degli esercenti la responsabilità genitoriale.

Si estende l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato anche in deroga ai limiti di reddito anche alle persone offese dai reati di tentato omicidio aggravato e di tentato femminicidio.

Il Disegno di Legge sul femminicidio prevede, inoltre, che annualmente il Ministro della Giustizia debba presentare entro il 30 giugno una relazione sullo stato di attuazione della Legge.

Critiche al reato di femminicidio: misure blande senza una educazione ai sentimenti

Non manca chi esprime perplessità in merito al Disegno di Legge che prevede il reato di femminicidio, ad esempio ADUC (Associazione Utenti e Consumatori) in un comunicato ha sottolineato come la misura sia di fatto insufficiente in quanto mancano misure concrete di prevenzione. La norma ha lo stesso impatto di quelle introdotte per l’omicidio stradale che di fatto non hanno ridotto il verificarsi del reato stesso.

Pur essendo frutto di accordo, non mancano critiche da parte dell’opposizione che sottolinea l’assenza di interventi e investimenti su prevenzione, cambio culturale ed educazione affettiva. Ilaria Cucchi, esponente di AVS, sottolinea che non è stato dato il giusto peso alla proposta di legge per i corsi di educazione sentimentale.

Soddisfazione è stata, invece, espressa dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dal Presidente del Senato, Ignazio La Russa.
Per la presidente leghista della commissione Giustizia al Senato e relatrice del provvedimento Giulia Bongiorno, è “un intervento di grande importanza perché viene finalmente riconosciuta la gravità della condotta di chi uccide una donna come atto di odio o discriminazione. È una presa di posizione nuova e forte contro chi considera le donne esseri inferiori. Naturalmente, auspico che ci sia una corretta e rigorosa applicazione delle nuove misure”.

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