Europa, la ripresa è vicina? La risposta in questi dati (con sorpresa Italia)

Violetta Silvestri

5 Marzo 2024 - 11:24

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I dati sui Pmi in Eurozona hanno svelato segnali di ottimismo: di quanto cresce il blocco e quale sorpresa dall’Italia? La risposta in numeri, in attesa delle previsioni Bce.

Europa, la ripresa è vicina? La risposta in questi dati (con sorpresa Italia)

Nuovi dati dall’Europa offrono indicazioni su quanto il vecchio continente stia facendo progressi in termini di crescita economica.

Secondo le ultime rilevazioni macro, ci sono segnali di ripresa nella zona euro grazie all’espansione del settore dei servizi, dominante nel blocco, per la prima volta da luglio che compensa una contrazione più profonda del comparto manifatturiero.

I risultati arrivano a distanza di soli due giorni dall’attesa riunione Bce del 7 marzo, nella quale saranno aggiornate anche le previsioni economiche dell’area euro. Da evidenziare la performance positiva dell’Italia per quanto riguarda il settore servizi.

Europa, cosa hanno svelato i Pmi sulla crescita?

L’indice composito dei responsabili degli acquisti (PMI) dell’HCOB per l’Eurozona, compilato da S&P Global e considerato una buona guida per la salute economica generale, è balzato a 49,2 a febbraio da 47,9 di gennaio, con una stima preliminare di 48,9.

Il risultato è il migliore da giugno, anche se è rimasto al di sotto della soglia dei 50 che separa la crescita dalla contrazione. Il PMI dei servizi è salito a 50,2 da 48,4, superando la lettura flash di 50,0.

Inoltre, un indice che copre i nuovi ordini è stato a un soffio dal raggiungere il pareggio e l’ottimismo per l’anno a venire ha raggiunto il suo massimo da oltre un anno, con le aziende che hanno assunto più lavoratori. Il PMI sull’occupazione nel settore dei servizi è salito al massimo in otto mesi di 52,7 da 51,2.

“Il settore dei servizi potrebbe iniziare il 2024 meglio del previsto. Sebbene il tasso di crescita sia frazionario, è integrato da sviluppi positivi in ​​altri sottoindicatori PMI”, ha affermato Cyrus de la Rubia, capo economista della Hamburg Commercial Bank.

Attenzione a questi segnali sull’inflazione

Tra i segnali da tenere sotto controllo in Eurozona ci sono però quelli provenienti dalle pressioni inflazionistiche, con l’aumento degli indici compositi dei prezzi di input e di output.

L’indice dei prezzi alla produzione si è attestato al massimo di nove mesi pari a 54,4, in aumento rispetto al 54,2 di gennaio. I risultati sull’inflazione sono sotto i riflettori a Francoforte, dove vige la massima attenzione e un tono molto prudente sulla potenziale svolta di politica monetaria.

Si prevede che giovedì 7 marzo la Bce manterrà i tassi di interesse ai livelli record, mentre continua la sua battaglia per riportare l’inflazione al livello target. Ci vorrà giugno prima che inizi il taglio, secondo un sondaggio Reuters.

Dove va l’Italia?

Per quanto riguarda il nostro Paese, il settore dei servizi è cresciuto per il secondo mese consecutivo a febbraio e al ritmo più veloce da giugno dello scorso anno, sostenuto dall’aumento dei nuovi ordini nella terza economia della zona euro.

L’indice HCOB dei responsabili degli acquisti (PMI) per i servizi italiani si è attestato a 52,2 a febbraio, in aumento rispetto a 51,2 di gennaio, spostandosi ulteriormente al di sopra del livello 50 che separa la crescita dalla contrazione.

L’indice composito dei direttori degli acquisti, che combina servizi e manifattura, si è attestato a 51,1 a febbraio da 50,7 a gennaio, al di sopra della soglia chiave 50 per il secondo mese consecutivo.

Il Pil del quarto trimestre ha registrato un +0,6% superando attese e precedente lettura su base trimestrale. In generale, il Prodotto interno lordo italiano è cresciuto dello 0,9% lo scorso anno, leggermente in rialzo sulle previsioni più recenti del governo, come hanno mostrato i dati della scorsa settimana. Il Tesoro punta a una crescita dell’1,2% nel 2024, ma la maggior parte degli analisti prevede un tasso di circa lo 0,7%.

Tuttavia, l’Italia deve affrontare la debolezza manifatturiera. Il settore infatti sta attraversando una crisi prolungata. Il PMI manifatturiero, pubblicato venerdì della scorsa settimana, ha mostrato una contrazione dell’attività per l’undicesimo mese consecutivo, all’incirca allo stesso ritmo di gennaio.

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