I controlli fiscali potrebbero scattare per il solo possesso di alcuni veicoli particolari, Ecco cosa insospettisce il Fisco e fa scattare gli accertamenti dell’Agenzia delle Entrate.
Alle volte i controlli del Fisco non scattano solo per movimenti sospetti, anomali e incongruenti sul conto corrente. Anche il possesso di auto che l’Agenzia delle Entrate considera di lusso può far scattare l’accertamento fiscale.
Auto di lusso di grossa cilindrata, auto d’epoca o quelle storiche potrebbero indurre l’Agenzia delle Entrate a fare dei controlli fiscali qualora il possesso delle auto dovesse risultare incongruente rispetto a quanto dichiarato dal contribuente.
Questo vale non solo per le auto di lusso, soggette a superbollo, ma anche per le auto apparentemente “innocue”, ma che potrebbero comunque insospettire il Fisco.
Per indurre ai controlli fiscali non si tiene solo in considerazione l’auto in sé posseduta dal contribuente, ma anche quanto costa la manutenzione e il mantenimento del veicolo. Possedere un’auto significa anche poter sostenerne tutta una serie di spese che non sono affatto esigue.
Ma vediamo quali sono le auto che potrebbero far scattare l’accertamento e come funzionano i controlli fiscali.
Dal redditometro all’evasometro, le spese prese in considerazione sono le stesse
Il redditometro prima, e l’evasometro adesso, sono strumenti che il Fisco utilizza per stanare gli evasori fiscali. Tramite l’accertamento induttivo il Fisco può verificare se le spese sostenute dal contribuente sono compatibili con il reddito dichiarato.
Il redditometro, ormai mandato in pensione, metteva a rischio qualsiasi contribuente, l’evasometro, suo successore, prevede uno scostamento più elevato per fare in modo che a essere oggetto di controlli più approfondito siano soltanto i profili fiscali ad alto rischio.
Anche se lo strumento per analizzare spese e reddito è cambiato, però, gli oneri che vengono presi in considerazione sono gli stessi e spaziano da quelle legate a tempo libero e vacanze a quelle sostenute per la ristrutturazione della casa, dall’iscrizione a circoli al possesso di beni di lusso, tra cui le automobili.
Controlli fiscali: accertamento su quali auto?
I controlli fiscali potrebbero scattare per il semplice fatto di possedere un’auto che può saltare all’occhio. Quali auto possono far scattare l’accertamento fiscale? Sicuramente in cima ci sono quelle di lusso, seguite da quelle d’epoca e storiche per le quali non si paga il bollo, ma non significa che siano meno sospette.
Tutto parte da quanto dichiarato dal contribuente all’Agenzia delle Entrate se non è congruente con il proprio stile di vita. Per evitare spiacevoli sorprese, capiamo cosa si intende per auto di lusso, storica o d’epoca.
- Auto di lusso: sono tutte quelle auto che superano i 250 cavalli e per le quali è dovuto il pagamento del superbollo che si paga per le auto che superano i 185 chilowatt di potenza ed è pari a 20 euro per ogni chilowatt che supera questo limite. Per sapere quali sono i chilowatt dell’auto bisogna controllare il libretto di circolazione in cui è indicata la potenza. Rimandiamo a un articolo di Money.it per il superbollo, per capire come si calcola e quando si paga;
- Auto d’epoca: è l’auto immatricolata più di 30 anni prima esente dal pagamento del bollo. Questa tipologia di veicolo, che può comunque indurre ai controlli fiscali, deve avere determinate caratteristiche, prima fra tutte avere tutti i pezzi originali (o comunque approvati dal produttore).
- Auto storica: sono quelle auto immatricolate più di 20 anni prima, non ancora d’epoca, ma comunque con rilevanza storica.
Le auto d’epoca anche se non circolanti, come quelle di lusso, potrebbero insospettire il fisco e far scattare accertamenti. Queste auto, anche se collezione e tenute in garage per un semplice valore affettivo, fanno reddito. Si deve considerare, infatti, che mantenere auto di lusso, storiche o d’epoca ha un costo abbastanza elevato e non si deve considerare solo il valore del veicolo.
Come vengono effettuati i controlli fiscali sulle auto
Vediamo come si effettuano i controlli fiscali sulle auto. L’accertamento parte dall’Agenzia delle Entrate qualora si dovesse notare una sproporzione tra la dichiarazione dei redditi del proprietario del veicolo e il suo stile di vita.
Spetta al contribuente dimostrare, anche se l’auto in questione dovesse essere frutto di un lascito di un parente, di una donazione, di poter affrontare le spese per il mantenimento dell’auto: dalla benzina agli pneumatici, al pagamento di assicurazione e bollo.
I controlli fiscali seguono questa procedura:
- l’Ufficio delle Imposte territorialmente competente invia una richiesta di chiarimenti al possessore dell’auto in questione, una richiesta che parte solo nel caso in cui si noti uno scostamento elevato tra quanto dichiarato dal contribuente e lo stile di vita condotto;
- se sussiste la sproporzione l’Agenzia delle Entrate invia una richiesta di chiarimento al contribuente, chiamato a dimostrare di potersi permettere il mantenimento dell’auto;
- se le giustificazioni presentate dal contribuente non dovessero essere sufficienti parte la notifica dell’atto di accertamento;
- l’Agenzia delle Entrate valuta i beni e quanto sottratto al Fisco;
- le imposte dovute sono calcolate sulla base del “reddito in più” non dichiarato.
Cosa va giustificato nei controlli fiscali?
Anche se le auto non devono essere dichiarate nel modello 730 o nel modello Unico, ricordiamo che da diversi anni devono essere indicate nell’Isee (per chi utilizza l’Isee precompilato sono inserite automaticamente). Nell’indicatore economico i veicoli non incidono sul valore, ma la loro indicazione permette al Fisco di tenere la situazione maggiormente sotto controllo.
Un’auto, come abbiamo detto, non rappresenta solo il suo valore di acquisto, ma anche una spesa consistente che sicuramente non si può permettere chi ha redditi modesti. Anche se il veicolo di lusso è stato, ad esempio, un regalo, bisogna sempre giustificare come si fa a mantenerlo: costi assicurativi sopra la media, manutenzione, pezzi di ricambio, costo del carburante sono oneri che non tutti possono ammortizzare. Il Fisco, infatti, esamina anche quanto un veicolo può incidere sulle spese da sostenere e può richiedere delle giustificazioni al contribuente nel caso si noti una sproporzione rispetto al reddito dichiarato.
Il contribuente, in ogni caso, anche se ha un reddito modesto potrebbe giustificare il possesso del veicolo di lusso o d’epoca come eredità, donazione o acquisto in leasing o con finanziamento (per ogni casistica serve una giustificazione documentale). Inoltre deve poter dimostrare anche l’eventuale provenienza delle somme che si utilizzano per il mantenimento dell’auto. L’auto di lusso, quella storica e quella d’epoca per il Fisco rappresentano un importante indicatore della capacità reddituale.
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