Era un veterano dell’esercito. Ora gestisce un’azienda che vale 2 miliardi di dollari

P. F.

13 Novembre 2025 - 11:38

Nel 2006 un veterano ha avuto l’idea di creare un portafoglio digitale per verificare l’identità senza rivelare dati sensibili. Da quell’intuizione è nata un’azienda che oggi è valutata $2 miliardi.

Era un veterano dell’esercito. Ora gestisce un’azienda che vale 2 miliardi di dollari

Nel 2006, Blake Hall era un ranger dell’esercito statunitense in missione a Mosul, in Iraq. Quando il suo plotone di ricognizione è stato trasformato in un’unità speciale incaricata di catturare o neutralizzare i leader di al-Qaeda, il militare ha avuto l’opportunità di conoscere a fondo le tecniche con cui i gruppi terroristici sfruttavano le telecomunicazioni per sfuggire ai controlli.

Quell’esperienza, vissuta in prima linea, lo ha portato a una riflettere su come i criminali utilizzassero la tecnologia in modo molto diverso dalle persone comuni. Mentre la maggior parte delle persone cambia SIM o telefono solo quando è necessario, i terroristi ne fanno un uso sistematico per nascondere la propria identità e rendere più difficile ogni tracciamento.

Dalla Harvard Business School alla nascita di ID.me

Dopo aver lasciato l’esercito, Hall si è iscritto alla Harvard Business School. È lì che, insieme a tre compagni di corso, ha dato vita a un progetto destinato a trasformarsi in una delle piattaforme digitali più importanti degli Stati Uniti: ID.me, un sistema di verifica dell’identità online.

L’idea è nata da un problema concreto. Negli Stati Uniti, molti veterani erano costretti a mostrare documenti contenenti dati sensibili, come il numero di previdenza sociale, per accedere a sconti o benefici. Un gesto apparentemente banale ma pericoloso in termini di privacy.

Da qui nasce la visione di Hall: creare un portafoglio digitale sicuro che permette di dimostrare la propria identità senza dover condividere informazioni personali con sconosciuti.

Il portafoglio digitale che protegge milioni di americani

ID.me è diventata rapidamente una piattaforma di riferimento per la verifica delle identità digitali. Il suo sistema consente agli utenti di autenticarsi per accedere a programmi governativi, servizi sanitari o sconti commerciali, decidendo in autonomia quali dati condividere e con chi.

Oggi la società conta oltre 156 milioni di utenti e collabora con grandi aziende come Apple, Google, BMW, Tesla e Ford, oltre che con agenzie federali come l’IRS e la Social Security Administration.

Nata per servire i veterani, la piattaforma si è poi estesa a studenti, insegnanti, soccorritori e cittadini comuni. Valutata oltre 2 miliardi di dollari, ID.me è ormai considerata una startup unicorno nel settore della cybersecurity e dell’identità digitale.

La crescita di iD.me

La storia di Hall come imprenditore è iniziata con una scelta rischiosa: rifiutare un’offerta di lavoro da McKinsey, nota società di consulenza, per dedicarsi interamente alla sua startup.

I primi fondi, un totale di circa 120.000 dollari, sono arrivati da familiari e amici. Nel 2011, grazie al sostegno di investitori legati al mondo militare e di business angel, la società ha raccolto 3,5 milioni di dollari, siglando la prima grande partnership con USAA, la banca dedicata ai veterani statunitensi.

Il vero salto è arrivato nel 2014, con un round di Serie A da oltre 10 milioni di dollari, seguito da 17 milioni nel 2017, 100 milioni nel 2021 – che hanno sancito lo status di unicorno – e 132 milioni nel 2022. Con questi capitali, ID.me ha ampliato i propri servizi e ha rafforzato le collaborazioni con il governo americano, in particolare con il Dipartimento del Tesoro e la Social Security Administration.

L’era dell’intelligenza artificiale e la lotta alle frodi digitali

Con la diffusione dell’intelligenza artificiale, anche i crimini informatici sono diventati più sofisticati. Secondo Hall, i grandi modelli linguistici (LLM) hanno permesso ai truffatori di moltiplicare il numero delle vittime e di migliorare l’efficacia delle frodi.

Per fronteggiare questa nuova ondata di minacce, ID.me ha annunciato a settembre un nuovo round di finanziamento da 340 milioni di dollari, guidato da Ribbit Capital, insieme a una linea di credito da 275 milioni. Il nuovo capitale servirà a potenziare la tecnologia antifrode e a integrare l’identità digitale anche nei sistemi di intelligenza artificiale, rendendo più sicuri chatbot e assistenti virtuali.

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