Eni deve pagare 3,4 milioni di Imu al comune di Crotone. Ecco perché

Giorgia Paccione

9 Settembre 2025 - 17:46

La Cassazione respinge i ricorsi della multinazionale e riconosce al Comune il diritto di riscuotere l’imposta sulle piattaforme offshore. La vicenda apre la strada per risolvere altri contenziosi.

Eni deve pagare 3,4 milioni di Imu al comune di Crotone. Ecco perché

La Corte di Cassazione ha confermato in via definitiva che Eni dovrà versare al Comune di Crotone 3,4 milioni di euro di Imu, relativi all’anno 2016, sulle piattaforme offshore situate davanti alla costa. La cifra comprende imposte, interessi e sanzioni, ed è il risultato di un lungo contenzioso che si trascinava da anni.

La vicenda nasce infatti da un nodo giuridico mai del tutto chiarito: le piattaforme per l’estrazione di gas e idrocarburi devono essere considerate “immobili” e quindi soggette a Imu? Secondo Eni, no. Per il Comune di Crotone, invece, sì.

L’amministrazione comunale aveva emesso diversi avvisi di accertamento, convinta che le piattaforme fossero assimilabili a strutture immobiliari e quindi imponibili. La multinazionale aveva presentato ricorso, sostenendo che tali impianti non rientrassero nella categoria degli immobili tassabili. Dopo vari passaggi nei gradi di merito, la questione è arrivata fino alla Cassazione, che ha sposato la tesi dell’ente locale.

I giudici hanno infatti riconosciuto al Comune la piena legittimazione ad accertare e riscuotere il tributo.

Il Comune di Crotone riscuote l’Imu delle piattaforme offshore di Eni

La decisione avrà un impatto concreto sui conti pubblici locali. L’assessore al Bilancio Antonio Scandale ha spiegato che circa 7 milioni di euro, già accantonati a bilancio in attesa dell’esito del contenzioso, potranno ora essere liberati e destinati a spese di investimento e a servizi per la città.

Il sindaco Vincenzo Voce ha parlato di “inversione di ogni logica del passato nel rapporto con Eni”, sottolineando come l’amministrazione abbia scelto di non chiudere con accordi extragiudiziali, ma di portare avanti la battaglia fino all’ultimo grado di giudizio. Una strategia che oggi si traduce in un successo destinato a rafforzare le casse comunali in un momento di forte necessità per gli enti locali.

Per Crotone, dunque, non si tratta soltanto di incassare una somma importante, ma anche di consolidare il proprio ruolo istituzionale e aprire la strada a ulteriori riscossioni sulle annualità successive, che potrebbero portare nelle casse comunali oltre 11 milioni di euro aggiuntivi.

Anche il Comune di Cesenatico pronto a riscuotere

La decisione della Cassazione non riguarda soltanto la Calabria. Una sentenza analoga è stata emessa a favore del Comune di Cesenatico, che aveva notificato a Eni avvisi di accertamento per gli anni 2014 e 2015. In questo caso l’importo in gioco è di circa 3,8 milioni di euro.

Ma non è tutto, il Comune romagnolo ha in sospeso altri ricorsi, relativi a più annualità. Si tratta di avvisi emessi nel 2018 per gli anni 2012-2015 (pari a 3,3 milioni di euro) e di quelli del 2021 per gli anni 2016-2019, per oltre 11,5 milioni di euro. L’ente ha prudenzialmente accantonato circa 18 milioni di euro nel Fondo crediti di dubbia esigibilità, così da proteggere il proprio bilancio in caso di esito negativo.

La vittoria di Crotone in Cassazione rafforza però la posizione del Comune, che ora potrà guardare con più fiducia ai procedimenti ancora pendenti.

La disciplina fiscale sulle piattaforme marine

Dal 2020, la disciplina fiscale è cambiata con l’introduzione dell’Impi (Imposta immobiliare sulle piattaforme marine), che ha trasferito la competenza allo Stato, sottraendola ai Comuni. Tuttavia, le annualità precedenti restano ancora aperte e la sentenza della Cassazione potrebbe spianare la strada ad altri enti locali che hanno contenziosi simili in corso.

Il pronunciamento segna dunque una svolta nella giurisprudenza tributaria: le piattaforme marine non sono più considerate “zone grigie” ma veri e propri immobili imponibili. Per Eni e per le altre società energetiche questo potrebbe significare nuovi esborsi milionari. Per i Comuni, invece, rappresenta una fonte di entrate straordinarie, fondamentali per sostenere investimenti e servizi ai cittadini.

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