Elon Musk lancia l’allarme: Italia ed Europa stanno morendo a causa di un grave problema. Ecco la mappa di diffusione nel mondo, di cosa si tratta e perché la situazione è preoccupante.
Come sempre senza mezzi termini, Elon Musk lancia l’allarme per Italia ed Europa. “State morendo”, ha detto, preoccupato per il bassissimo tasso di nascite. Un problema che deve essere risolto al più presto per allontanarsi dal punto di non ritorno. Bisogna assolutamente fare più figli e devono tornare in auge le famiglie numerose secondo il Ceo di Tesla, che ha molto a cuore la questione, e ha per primo messo in pratica questi consigli. Musk sta facendo la sua parte, soprattutto portando l’attenzione dei cittadini e dei governi sul tema, ma gode comunque di un punto di vista privilegiato.
Elon Musk è l’uomo più ricco dell’intero pianeta, è evidente che ciò che funziona per lui non può adattarsi a tutto il resto della gente. Nessuna colpa in questo, anzi bisognerebbe apprezzare lo sforzo dell’imprenditore e la campagna di sensibilizzazione sulle basse nascite. Il calo demografico, tuttavia, non è soltanto causa di instabilità economica e impoverimento, ma anche prodotto delle stesse. Ecco perché l’allarme del Ceo di SpaceX deve essere visto come uno spunto, una voce più alta di tutte le altre che aiuta a evidenziare il quadro preoccupante in cui versa tutto il continente europeo (e non solo). Approfondiamo quindi cos’ha detto Musk, insieme alla mappa mondiale sul tasso di fertilità.
La mappa: perché Europa e Italia stanno morendo
Vediamo di seguito la mappa condivisa da Musk su X, che ha ripubblicato a sua volta un contenuto dell’utente Giga Based Dad.

Quest’immagine cerca di fornire una panoramica del tasso di fertilità in Europa, ossia il numero di figli previsti per ogni donna in età fertile. Gli Stati europei sono divisi in base al livello del tasso di fertilità, che viene catalogato confrontandolo con il cosiddetto livello di sostituzione (un numero convenzionale in cui la nuova generazione sostituisce integralmente quella precedente).
Si trovano così 4 livelli, dal verde al rosso scuro, che vanno rispettivamente da sopra al livello di sostituzione (maggiore quindi di 2,1) a un tasso estremamente basso (minore di 1). Nel suo complesso, l’Europa restituisce un territorio gravemente sofferente. Quasi tutti i Paesi hanno un tasso di fertilità basso, compreso tra 1 e 1,5. Soltanto il Kosovo è in verde, mentre Francia, Slovenia, Croazia, Serbia, Bulgaria, Bosnia-Erzegovina e Montenegro sono in giallo, con un tasso comunque insufficiente (maggiore a 1,5).
L’Italia ha peraltro uno dei punteggi più bassi e questo non stupisce affatto. Il Belpaese è il fanalino di coda europeo per natalità da quasi un decennio continuativo, scalando qualche posizione al cambiare degli indicatori demografici, ma nulla di più. Il report dell’Istat 2024 registra un vero e proprio minimo storico, con 1,18 figli per donna e appena 370mila nuovi nati nell’anno passato. Aumenta così l’invecchiamento della popolazione, incrementato anche dalla fuga di cervelli. Dal punto di vista demografico, a salvare l’Italia c’è solo l’immigrazione, con ingressi di giovani e famiglie, ma molto limitatamente.
Che l’Italia stia peggio di altri non è dubbio, ma la denatalità resta comunque un problema globale. La natalità è in diminuzione anche in Paesi come Cina, Giappone, Corea del Sud e Hong Kong. Negli Stati Uniti il tasso di fertilità è di 1,62 figli per donna, meglio della media europea ma comunque al di sotto del necessario.
Allarme denatalità e rischio estinzione
Il problema della natalità non è nei riflettori del solo imprenditore miliardiario, ma di milioni di studiosi, che concordano sull’effettiva minaccia alla sopravvivenza e allo sviluppo dell’umanità. Secondo un recente studio scientifico, servirebbe un tasso di fertilità superiore a quello standard per evitare l’estinzione. Si parla di almeno 2,7 figli per donna al fine di invertire la rotta, considerando che negli ultimi sessantacinque anni il tasso è sceso da 5,3 a 2,3 (nel 2023) a livello mondiale.
Gli effetti, anche bilanciati con la cosiddetta sovrappopolazione del pianeta, sarebbero devastanti. Il progressivo invecchiamento demografico paralizzerebbe le economie e il progresso in ogni campo. Conseguenze lente, non c’è alcun meteorite dietro l’angolo per il genere umano, ma estremamente degradanti che porterebbero l’intera umanità a regredire. Gli anziani non avrebbero più nessuno a prendersi cura di loro e garantirne il sostentamento, tanto per cominciare. Un assaggio del peggioramento della composizione demografica si può già percepire nei Paesi più colpiti, proprio come l’Italia e le carenze del suo sistema pensionistico.
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