L’economia globale rischia grosso per 2 motivi. E la Fed non c’entra

Violetta Silvestri

7 Marzo 2023 - 11:52

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Secondo il CEO di JPMorgan l’economia mondiale è sotto attacco per 2 motivi molto preoccupanti e che non riguardano la politica dei tassi Fed. Piuttosto, guerre e geopolitica minacciano tutti.

L’economia globale rischia grosso per 2 motivi. E la Fed non c’entra

Non ha dubbi il CEO di JPMorgan Chase Jamie Dimon: l’economia globale rischia di precipitare sotto l’assedio di 2 eventi, la guerra in Ucraina e le relazioni tesissime tra Usa e Cina.

La politica sui tassi della Federal Reserve, quindi, è rimasta sullo sfondo nell’analisi dell’importante banchiere statunitense.

Come affermato anche da altri analisti ed economisti, dunque, il fattore della geopolitica sta diventando sempre più pregnante anche per i mercati, mentre minaccia l’intero ordine mondiale, con brutti presagi per l’economia globale. Il mondo, infatti, aumenta di giorno in giorno la sua frammentazione, con equilibri completamente nuovi, alleanze contro nemici comuni che si rafforzano, sanzioni e dazi che si moltiplicano.

E, non ultimo, una corsa al riarmo e a collaborazioni militari che non lasciano intravedere nulla di buono. Cosa ha previsto Dimon sull’economia mondiale e perché ha individuato questi 2 fenomeni - guerra in Ucraina e rapporti Usa-Cina - come allarmi gravi?

La guerra in Ucraina durerà a lungo

“La cosa di cui mi preoccupo di più è l’Ucraina. Sono il petrolio, il gas, la leadership del mondo e il nostro rapporto con la Cina, che è molto più grave delle vibrazioni economiche con cui tutti noi dobbiamo confrontarci quotidianamente”: così si è espresso il CEO di JPMorgan Dimon in una intervista su Bloomberg Television.

La ragione non è difficile da capire. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha sconvolto l’economia globale, portando a shock sui prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari, insieme a interruzioni della catena di approvvigionamento che hanno spinto l’aumento dell’inflazione in tutto il mondo e portato a dolorosi rialzi dei tassi di interesse da parte delle banche centrali.

Economia, politica, finanza, diplomazia, strategie militari: tutto è cambiato in funzione pro e anti Putin, innescando mutamenti ormai epocali. E pericolosi, a detta anche di Dimon, considerando, per esempio, che hanno aggravato anche le tensioni Usa-Cina già da tempo esistenti.

“Questa è la questione geopolitica più seria che abbiamo dovuto affrontare dalla seconda guerra mondiale”, ha detto Dimon, aggiungendo che il conflitto potrebbe durare ancora a lungo.

Cina e Usa pronti a una nuova guerra? C’è il timore

L’impatto della guerra sulle relazioni Usa con la Cina è stato non trascurabile. Pechino non si è schierato contro Putin in modo chiaro, mantenendo rapporti diplomatici ed economici importanti - basta pensare al commercio di petrolio - che hanno acceso nuove micce con Washington.

Lo ha ribadito anche Dimon, non senza sottolineare una certa preoccupazione. JPMorgan Chase sta assumendo un ruolo attivo nel migliorare le relazioni tra Stati Uniti e Cina, consigliando e impegnandosi con entrambi i governi a mantenere relazioni cordiali. Spera che “prevalgano le teste più fredde”, ma non crede che esista una soluzione aziendale per alleggerire le crescenti controversie.

Mentre JPMorgan Chase fa una buona parte degli affari con Pechino, è il governo, non le imprese private, che deve appianare le tensioni, ha detto.

“Probabilmente avremmo dovuto iniziare a resettarlo 10 anni fa...Il governo degli Stati Uniti deve sedersi e avere una conversazione molto seria con il governo cinese”, ha detto.

Intanto, però, le relazioni diventano sempre più tese. Il nuovo ministro degli Esteri cinese ha avvertito che le crescenti tensioni Usa-Cina rischiano di far saltare i rapporti, dimostrando che le divisioni tra le maggiori economie mondiali stanno diventando sempre più radicate.

Pechino e Washington sempre più lontane

“Gli Stati Uniti affermano di cercare di superare la concorrenza della Cina ma non cercano il conflitto. Eppure, in realtà, la sua cosiddetta competizione mira a contenere e sopprimere la Cina sotto tutti gli aspetti...”, questa l’ultima analisi del ministro cinese.

Qin, che in precedenza era ambasciatore negli Stati Uniti, ha accusato Washington di aver creato una vasta gamma di problemi che riguardano geopolitica ed economia globale. Ha puntato il dito contro gli Usa perché vogliono creare una crisi su Taiwan, ha criticato l’uso di sanzioni nella guerra della Russia in Ucraina e ha affermato che gli aumenti dei tassi della Federal Reserve hanno causato deflussi di capitali che hanno aggravato i problemi del debito in alcuni paesi.

Negli ultimi mesi, intanto, gli Stati Uniti hanno intensificato gli sforzi per negare sviluppi di tecnologia avanzata in Cina. Il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan l’anno scorso ha affermato che gli Stati Uniti stanno cercando di mantenere il più ampio vantaggio possibile sui concorrenti in alcune tecnologie come i chip per computer avanzati, osservando che i controlli sulle esportazioni possono essere una nuova risorsa strategica negli Stati Uniti e un toolkit alleato per imporre costi agli avversari e persino degradare le loro capacità militari.

Intanto, le tensioni su Taiwan sono aumentate dallo scorso anno, quando la Cina ha lanciato esercitazioni militari senza precedenti intorno all’isola in seguito alla visita dell’allora presidente della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi. Funzionari statunitensi hanno affermato che Xi lavora per acquisire la capacità di conquistare Taiwan entro il 2027.

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