E ora, rischi per queste banche

Laura Naka Antonelli

15 Settembre 2025 - 15:29

Cosa succede dopo la grande mossa di cui stanno parlando tutti sui mercati? Fino a che punto queste banche possono e potranno reggere il colpo?

E ora, rischi per queste banche

Ora che Fitch ha deciso di bocciare il rating assegnato al debito pubblico della Francia, dunque ai suoi Titoli di Stato OAT, cosa potrà succedere non solo allo spread di Parigi, ma anche alle banche francesi?

Una view, dopo la mossa dell’agenzia di rating, è stata presentata da Massimo Spagnol, Fixed Income Portfolio Manager di Generali Asset Management.

Ancora prima della caduta del governo francese di Bayrou, considerata un dado praticamente già tratto in vista del voto all’Assemblea nazionale di lunedì scorso 8 settembre 2025, un avvertimento sul futuro delle banche francesi e sulle ripercussioni della crisi politica sul debito di Parigi era stato lanciato da Scope Ratings.

Generali Asset Management: “questo downgrade e spread potrebbero penalizzare le banche francesi”

Partendo dal commento di Massimo Spagnol, gestore di portafoglio della divisione di reddito fisso di Generali Asset Management, la riflessione è stata il downgrade annunciato venerdì scorso 12 settembre 2025 dall’agenzia di rating Fitch, che ha “ declassato di un notch il merito creditizio della Francia da AA- ad A+, portando i titoli di stato a perdere la doppia A raggiungendo un livello mai registrato prima ”.

Motivi principali: “ il debito elevato e la frammentazione politica ”, fattori che mettono i bastoni tra le ruote al consolidamento fiscale.

Tutto, mentre la Francia di Emmanuel Macron attende altre date cruciali, ovvero i verdetti delle altre due grandi sorelle del rating, oltre a Fitch, e non solo E tutto, mentre c’è già un alert ben preciso: se i bond di Parigi venissero colpiti da un altro downgrade, potrebbe concretizzarsi lo scenario del forced selling, che metterebbe davvero nei guai i titoli il debito pubblico, facendo impennare le spese per gli interessi e innescando un circolo vizioso.

Spagnol ha commentato la possibile evoluzione in questo contesto delle banche francesi e, anche, dello spread Francia-Germania a 10 anni (osservato speciale insieme allo spread Italia-Francia, che si è praticamente azzerato dopo la caduta del governo Bayrou, e che continua a oscillare attorno allo zero).

Riguardo alle banche francesi, le stime non sono affatto confortanti. D’altronde, il fenomeno del doom loop, ovvero della forte correlazione che esiste tra le banche di un Paese e i Titoli dello Stato dello stesso, fa sì che la bocciatura di un bond sovrano abbia conseguenze negative anche sugli istituti di credito della nazione colpita dal downgrade.

Spagnol ha di conseguenza ammesso che “questo downgrade (di Fitch) e un ulteriore allargamento dello spread potrebbero” di fatto “ penalizzare le banche francesi e la loro stabilità ”.

Il messaggio di Generali Asset Management è racchiuso nel titolo della nota stilata dal gestore: “ Francia, spread in area 75-80 punti base per tutto settembre. A rischio stabilità banche francesi ”.

Spread Francia-Germania a 10 anni, cosa può accadere nel breve termine. Focus anche su spread Italia

Dal titolo della nota di Generali Investments è emerso anche l’outlook per il trend dello spread OAT-Bund a 10 anni.

“Guardando al mercato dei tassi, lo spread decennale tra il titolo di stato francese e quello tedesco (spread OAT-Bund a 10 anni) prezza in area 80 punti base già dalla seconda metà di agosto, incorporando quindi questo evento negativo. Ora il mercato attende di capire se Sébastien Lecornu, appena nominato premier, avrà la forza di far approvare la legge di Bilancio e con quali misure di riduzione del debito. La Finanziaria presentata da Bayrou a luglio, caratterizzata da tagli record pari a 44 miliardi, sarà ritoccata ma probabilmente non stravolta e dovrà essere presentata in parlamento nella prima metà di ottobre”.

Questo significa che, rimarca Spagnol, “ l’evoluzione dello spread dipenderà dall’approvazione della legge di bilancio e quindi dall’equilibrio politico francese”.

Su quanto potrà accadere nell’immediato futuro, la nota confortante per la Francia di Emmanuel Macron e di Sèbastien Lecornu è che il gestore scrive che, “ per il momento, non ci aspettiamo ulteriori allargamenti ”. Vero allo stesso tempo che “ la situazione va attentamente monitorata di settimana in settimana ”.

L’ipotesi più probabile è che “ lo spread rimarrà in area 75-80 punti base per tutto il mese di settembre e fino a nuovi aggiornamenti, visto la criticità della situazione francese”.

Il gestore ha affrontato anche il caso dell’azzeramento dello spread Italia-Francia, ovvero BTP-OAT a 10 anni, altro fenomeno che si è manifestato sui mercati appena subito dopo il collasso del governo Bayrou.

Infine, va evidenziato che il decennale francese e il decennale italiano stanno prezzando attualmente lo stesso livello di tasso (3,48%), ancorché le valutazioni delle agenzie internazionali di rating fino ad oggi danno un quadro economico, finanziario e fiscale più stabile per lo stato italiano rispetto a quello francese, in particolare guardando al controllo della dinamica del debito”.

L’altro spread da monitorare, ovvero lo spread BTP-Bund a 10 anni, rimane sotto controllo, come fa notare Spagnol “ ancorato ai minimi dal 2009 ”.

L’analisi di Scope Ratings sulle banche francesi

Un’analisi sui rischi delle banche francesi legati al rischio legato al debito pubblico della Francia era stata già anticipata agli inizi di settembre da Scope Ratings, l’agenzia di rating europea, nella nota dal titolo “ L’instabilità politica aumenta i rischi per le prospettive di redditività delle banche francesi ”.

Con quel report gli analisti avevano ricordato “il miglioramento costante della redditività fino al primo semestre 2025, con utili netti in crescita per i quattro principali gruppi (BNP Paribas, Crédit Agricole, BPCE e Société Générale)”.

Scope aveva parlato tuttavia anche di “un contesto politico altamente instabile”, fattore che avrebbe rischiato di “compromettere i progressi recenti, attraverso un calo della domanda di credito, l’aumento dei costi di raccolta e la volatilità del capitale legata all’elevata esposizione ai titoli di Stato (tra 40 e 100 miliardi di euro per gruppo) ”.

Gli esperti avevano citato i seguenti punti chiave:

  • Rischio sulla redditività: dopo un 2023-2024 in ritardo rispetto ai peer europei, le banche francesi hanno beneficiato di nuova produzione di prestiti a rendimenti più alti dal secondo semestre 2024, rafforzando i ricavi retail e corporate. Una crisi politica prolungata potrebbe però frenare famiglie e imprese nell’indebitamento, riducendo la crescita dei prestiti.
  • Costi di raccolta: i maggiori istituti presentano una struttura di funding diversificata (depositi, covered bond, debito senior preferito e non preferito). Sebbene i covered bond si mostrino meno sensibili agli spread sovrani e gran parte del fabbisogno 2025 sia già coperto, un ampliamento persistente dei differenziali inciderebbe sui costi all’ingrosso,particolarmente rilevante dato che le banche francesi sono i maggiori emittenti di debito wholesale nell’UE.
  • Volatilità del capitale: le esposizioni ai titoli di Stato francesi (OAT), comprese tra 40 e 100 miliardi di euro per singolo istituto, potrebbero generare oscillazioni nei ratio CET1 in caso di persistenza della volatilità. BNP Paribas (target CET1 al 12,5%) e Société Générale (13,5%) risultano più esposte rispetto a Crédit Agricole e BPCE (oltre il 15%) (quest’ultima banca a cui fa capo Natixis, società con cui Assicurazioni Generali vuol dar vita a un colosso del risparmio gestito, attraverso un deal tanto inviso al governo Meloni e alla politica italiana)

E ora che Fitch ha dato il via a una stagione delle revisioni del rating francese - stagione che si preannuncia già al cardiopalma - abbassando subito il rating degli OAT, non solo si intensifica l’incertezza per il destino dei Titoli di debito ci Parigi ma, proprio a causa del doom loop, ovvero di quella esposizione alla carta sovrana che interessa il settore bancario di casa, anche per lo scotto che sarà pagato dalle banche.

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