È la fine di un’era negli USA. Il rivale di Home Depot dichiara bancarotta

P. F.

5 Dicembre 2025 - 18:15

Una nota società statunitense attiva nel mondo dell’edilizia e del fai da te si è trovata costretta a presentare istanza di bancarotta. Colpa dei dazi di Trump.

È la fine di un’era negli USA. Il rivale di Home Depot dichiara bancarotta

I dazi di Donald Trump mietono l’ennesima vittima. North American Builders Supply, fornitore statunitense di materiali per l’edilizia attivo da anni nel Midwest, ha presentato istanza di bancarotta secondo il Chapter 11, avviando un percorso di ristrutturazione che punta a evitare la liquidazione e garantire la continuità operativa dell’azienda. La procedura è stata attivata presso la Corte fallimentare del Distretto Nord dell’Illinois.

Diretta concorrente di Home Depot, che rimane il principale distributore al dettaglio al mondo di prodotti per la ristrutturazione residenziale, North American Builders Supply opera nella distribuzione di serramenti in legno, alluminio e vinile, cornici per rivestimenti, sistemi di ferramenta e accessori per mobili. L’azienda offre anche consulenza progettuale e consegna specializzata ai clienti, un segmento che negli ultimi anni aveva rappresentato un fattore competitivo importante che, tuttavia, non è bastato.

Nonostante l’avvio del Chapter 11 - la principale norma fallimentare dello United States Code - la società ha dichiarato l’intenzione di proseguire le attività durante la riorganizzazione.

I debiti e il piano di ristrutturazione

Dalla documentazione depositata emerge che la società presenta un attivo compreso tra 500.000 e 1 milione di dollari, a fronte di passività sensibilmente superiori, stimate tra 1 e 10 milioni. Figurano inoltre quasi cinquanta creditori chirografari, evidenza di un’esposizione debitoria rilevante e accumulata nel corso del tempo.

La qualificazione come “small business debtor” (debito di piccola impresa) inserisce l’azienda in una procedura sicuramente semplificata, caratterizzata da un iter più leggero che, tuttavia, impone tempistiche particolarmente stringenti per il deposito del piano di ristrutturazione. Se il piano verrà approvato, l’azienda potrà continuare a operare in un quadro più solido. In caso contrario, non si esclude la possibilità di una futura liquidazione, come già accaduto ad altri operatori del settore.

Pesa il rincaro dei dazi di Trump sul prezzo del legname

La situazione dell’azienda non è infatti isolata. Il settore dei materiali da costruzione per la casa sta affrontando una fase di forte contrazione dopo gli anni del boom post-pandemico, mentre i costi operativi sono aumentati sensibilmente.

Finora, l’impatto maggiore si è fatto sentire sui prezzi del legname che, secondo Leading Builders of America, gruppo commerciale che rappresenta la maggior parte dei costruttori di case quotati in borsa del Paese, dovrebbero ammontare in media a circa 4.900 dollari (circa 4.205 euro) per casa.

Circa un terzo di tutto il legname acquistato per l’edilizia residenziale proviene dal Canada ed è quindi soggetto ai dazi imposti dall’amministrazione Trump. Da queste imposte si crea poi un vero e proprio effetto domino, poiché i produttori nazionali di legname, dato l’innalzamento dei prezzi di importazione, tendono a loro volta ad aumentare i prezzi per adeguarsi.

Inoltre, a pesare su aziende più “ridotte” è soprattutto la competizione con le grandi catene nazionali del fai-da-te come Home Depot, che dominano la distribuzione e concentrano la maggior parte degli acquisti, lasciando poco margine d’azione alle realtà regionali e ai piccoli fornitori. Va tuttavia precisato che anche i colossi hanno subito un impatto a causa dell’aumento vertiginoso dei prezzi del legname, ma sono stati in grado di mitigare l’impatto in modo migliore rispetto ai rivenditori più piccoli.

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