Divieto TPO e DMTA negli smalti. Le regole per professionisti e centri estetici

Giorgia Paccione

27 Agosto 2025 - 16:48

Dal 1° settembre 2025 scatta il divieto UE di TPO e DMTA negli smalti semipermanenti e gel: gli obblighi per i centri estetici, le sanzioni previste e l’impatto sul settore nail art.

Divieto TPO e DMTA negli smalti. Le regole per professionisti e centri estetici

Da lunedì 1° settembre 2025 entra in vigore il Regolamento UE 2025/877, approvato dalla Commissione Europea lo scorso 12 maggio, che vieta definitivamente l’utilizzo e la commercializzazione di due sostanze chimiche ampiamente impiegate in smalti gel e semipermanenti: il Trimethylbenzoyl Diphenylphosphine Oxide (TPO) e il Dimethyltolylamine (DMTA).

La misura nasce a seguito di valutazioni scientifiche che hanno evidenziato la tossicità potenziale di questi composti per la fertilità e lo sviluppo fetale, oltre al rischio classificato come possibile cancerogeno.

Il divieto non si limita alla produzione e alla vendita: sarà illegale utilizzare anche le scorte già presenti nei saloni, comprese quelle nuove ancora sigillate. Tutti i prodotti contenenti TPO e DMTA dovranno essere ritirati dal mercato e smaltiti secondo le procedure previste.

Per i professionisti e i centri estetici non si tratta dunque di una semplice raccomandazione, ma di un obbligo di legge. Ecco cosa prevede.

Divieto smalti: cosa devono fare professionisti e centri estetici

Dal 1° settembre 2025 per professionisti e centri estetici sarà necessario:

  • controllare tutti i prodotti in magazzino e verificare che siano privi di TPO e DMTA;
  • smaltire correttamente le scorte non conformi, anche se ancora sigillate e verificare con i fornitori eventuali programmi di ritiro o sostituzione;
  • aggiornare le procedure interne e formare il personale sul nuovo divieto;
  • comunicare alla clientela il cambiamento, spiegando che si tratta di una misura a tutela della salute.

Chi non si adegua rischia multe comprese tra i 2.000 e i 15.000 euro, con la possibilità di pene detentive da sei mesi a due anni nei casi più gravi.

L’impatto del Regolamento UE sul settore della nail art

Il settore della nail art è uno dei comparti più dinamici dell’estetica in Italia. Secondo i dati di Confcommercio, i servizi di manicure e pedicure rappresentano circa il 2% del comparto estetico nazionale, con circa 3.200 esercizi specializzati, a cui va sommata almeno la metà dei 12.000 centri estetici che offrono anche trattamenti per le unghie.

L’entrata in vigore del divieto avrà inevitabilmente un impatto economico importante: le professioniste dovranno smaltire le scorte non conformi e sostituirle con prodotti alternativi, sostenendo costi di magazzino e forniture nuove. Molti operatori lamentano il peso normativo che rischia di tradursi in rincari per i trattamenti: se oggi un semipermanente costa in media 30-40 euro e un gel fino a 60 euro, in futuro i prezzi potrebbero aumentare ulteriormente.

Le aziende produttrici hanno già iniziato ad adeguarsi eliminando le sostanze incriminate, ma la transizione resta onerosa. La Commissione Europea, dal canto suo, ha respinto le critiche ricordando che il regolamento era in discussione già da ottobre 2023 e che l’approvazione ufficiale risale a maggio 2025. Inoltre, Cosmetica Italia aveva informato le imprese associate con due circolari (gennaio 2024 e maggio 2025) sui contenuti del divieto e sulle procedure da seguire: per Bruxelles, dunque, non si tratta di una misura improvvisa, ma di un adeguamento annunciato da tempo.

Rischi e misure di tutela per operatori e consumatori

Le due sostanze vietate hanno rivestito fino a questo momento un ruolo tecnico fondamentale nei trattamenti con lampade UV. Il TPO, infatti, funziona come fotoiniziatore essenziale per la polimerizzazione degli smalti in gel, mentre il DMTA agisce come condizionante migliorando l’adesione. Entrambi i composti sono largamente utilizzati in basi, gel builder e top coat per accelerare il processo di indurimento sotto luce ultravioletta e LED.

I rischi per la salute derivano principalmente da inalazione, contatto diretto e assorbimento cutaneo quando il prodotto non è ancora completamente asciutto. Le più esposte risultano essere le professioniste del settore, che lavorano quotidianamente a stretto contatto con questi materiali. Anche i clienti, pur facendone un uso più sporadico, devono comunque prestare attenzione che la polimerizzazione avvenga correttamente, rispettando tempi e procedure con lampade UV certificate.

Da qui la decisione dell’Unione Europea di ridurre l’esposizione a sostanze considerate non sicure. Gli esperti sottolineano come il divieto rappresenti non un ostacolo, ma un passo avanti verso formulazioni più sicure e innovative. Nel frattempo, consumatori e operatori possono tutelarsi verificando l’INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients) e scegliendo prodotti certificati “TPO e DMTA-free”.

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