Triste primato per il mercato del lavoro in Italia, dove i salari reali sono crollati al ritmo più forte tra tutte le economie dell’OCSE.
Peggio di così non poteva andare all’Italia e a dirlo è l’OCSE: il Paese è stato quello che dagli inizi del 2021 e tra tutte le principali economie dell’OCSE, ha sofferto “ il calo più significativo dei salari reali ”.
Un vero e proprio collasso, pari a -7,5% rispetto all’inizio del 2021. A dispetto di “un aumento relativamente consistente nell’ultimo anno, all’inizio del 2025 (in Italia) i salari reali erano ancora inferiori del 7,5% rispetto all’inizio del 2021”, si legge nel rapporto dell’associazione parigina Employment Outlook 2025.
Cosa sta succedendo ai salari reali nelle economie OCSE
In generale, considerando tutte le economie monitorate dall’associazione, nel rapporto si legge che “ i salari reali stanno ora crescendo, praticamente, in tutti i Paesi OCSE, ma rimangono al di sotto dei livelli di inizio 2021 - poco prima del balzo dell’inflazione seguito alla pandemia (Covid) -nella metà” delle economie.
Per la precisione, “stando agli ultimi dati relativi al primo trimestre del 2025, la crescita annua dei salari reali è stata positiva in 33 dei 37 Paesi OCSE per cui i dati sono disponibili, con una media tra i Paesi pari al 2,5%”.
L’OCSE ha fatto notare che “tuttavia, i salari reali sono rimasti al di sotto dei livelli relativi al primo trimestre del 2021 in 18 di questi Paesi ” e, “guardando avanti, la ripresa dei salari potrebbe essere messa a repentaglio, in quanto le incertezze geopolitiche e gli aumenti dei dazi potrebbero indebolire in modo significativo i mercati del lavoro, al contempo esercitando una ulteriore pressione al rialzo sull’inflazione ”.
Per quanto riguarda i Paesi in cui il livello dei salari reali si è confermato più basso rispetto a quello del primo trimestre del 2021, il rapporto dell’OCSE precisa che il valore è “rimasto inferiore di oltre il 3% rispetto a quello del primo trimestre del 2021 in un quarto dei Paesi analizzati: Australia, Nuova Zelanda, tre Paesi nordici (Danimarca, Finlandia, Svezia) e quattro Paesi dell’Europa del Sud, del centro e orientale (Repubblica Ceca, Italia, Repubblica Slovacca e Spagna ”.
Come andranno i salari reali in Italia nei prossimi due anni?
Ma qual è il trend che i salari reali riporteranno in Italia nei prossimi anni? Le previsioni dell’OCSE non danno grandi speranze: “ Nel complesso, la crescita dei salari reali è attesa rimanere debole nel corso dei prossimi due anni ”, si legge nella sezione del report dedicata ad hoc all’Italia, che continua: “I salari nominali (compenso per dipendente) sono attesi salire in Italia del 2,6% nel 2025 e del 2,2% nel 2026 ”.
Vero è che, “sebbene più bassi in modo significativo rispetto alla maggior parte di altri Paesi OCSE, questi aumenti consentiranno ai lavoratori italiani di assistere a guadagni modesti in termini reali, visto che l’inflazione dovrebbe attestarsi al 2,2% nel 2025 e all’1,8% nel 2026 ”.

Occupazione altro motivo di vanto per il governo Meloni. Ma cosa dice l’OCSE?
Sempre per quanto concerne il mercato del lavoro italiano nel suo complesso, l’OCSE ha riconosciuto la maggiore solidità dell’occupazione, che è diventata in questi ultimi mesi e anni altro grande motivo di vanto per il governo Meloni.
Detto questo, il quadro appare decisamente meno roseo rispetto a quello sfoderato dall’esecutivo italiano.
Da un lato, nel rapporto si legge che, “ nonostante il rallentamento della crescita economica (dell’Italia) dalla fine del 2022, il mercato del lavoro italiano ha riportato livelli record dell’occupazione e minimi record della disoccupazione e della inattività ”.
In particolare, “nel maggio del 2025, il tasso di disoccupazione dell’Italia è aumentato a maggio 2025 al 6,5%, livello inferiore di 0,1 punti percentuali rispetto al maggio del 2024 e al di sotto di 3,1 punti percentuali rispetto all’inizio della pandemia ”. Notizia dunque positiva.
Detto questo, il tasso di disoccupazione “ rimane al di sopra della media dell’OCSE, pari al 4,9% ”.
E ancora: è vero che “l’occupazione complessiva (dell’Italia) ha continuato ad aumentare nel corso dell’ultimo anno, sebbene a un ritmo inferiore, con una crescita che, nel maggio del 2025, è stata pari a +1,7% su base annua ”, “sostenuta (in particolare) dai lavoratori con età più alta”.
“Nonostante ciò, il tasso di occupazione dell’Italia rimane più basso in modo significativo rispetto alla media dell’OCSE (al 62,9%, rispetto al 70,4% nel primo trimestre del 2025)”.
Infine, come se non bastasse, “il tasso di inattività è diminuito a maggio del 2025 e rimane a livelli storicamente bassi, ma è ancora alto rispetto agli altri Paesi OCSE ”.
Guardando in avanti, l’OCSE ha concluso che, “nonostante l’incertezza considerevole dovuta alle interruzioni del commercio globale, il tasso di disoccupazione è atteso rimanere stabile nel 2025 e nel 2026”, mentre “l’occupazione totale è stimata salire durante il periodo rispettivamente dell’1,1% e dello 0,6%”.
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