Dipendenti pubblici, vaccino obbligatorio: la proposta dal Ministero della Salute

Antonio Cosenza

28 Dicembre 2020 - 10:22

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Il sottosegretario al Ministero della Salute, Sandra Zampa, vuole che il vaccino per il Covid venga reso obbligatorio per alcune categorie di dipendenti pubblici; ecco quali.

Dipendenti pubblici, vaccino obbligatorio: la proposta dal Ministero della Salute

Il vaccino dovrebbe essere obbligatorio per chi lavora nella Pubblica Amministrazione”; dichiarazioni importanti che arrivano dal sottosegretario alla Salute, Sandra Zampa, secondo la quale imporre l’obbligo del vaccino ai dipendenti pubblici sarà necessario in quanto questi - lavorando a contatto con il pubblico - hanno delle responsabilità maggiori.

La campagna di vaccinazione è ormai partita e per l’Italia c’è da superare l’esame dei no vax; sembra, infatti, che il numero di coloro che non sono disposti a vaccinarsi - un po’ per timore un po’ perché non ne vedono l’utilità - sia in continua crescita. Giuseppe Conte ha già fatto sapere che in caso di rifiuto di massa il vaccino per il Covid diventerà obbligatorio; e nel frattempo anche all’interno della maggioranza sembra crescere il “partito” di coloro che vorrebbero che il vaccino venga reso obbligatorio, anche solo per alcune categorie di lavoratori.

A questi nelle ultime ore si è aggiunto il sottosegretario alla Salute Sandra Zampa (Partito Democratico), secondo cui chi lavora nel pubblico ha una responsabilità maggiore ed è per questo che ad alcune categorie di dipendenti pubblici è stata riconosciuta una sorta di priorità nelle vaccinazioni. Ma la priorità potrebbe non essere sufficiente per dare copertura a determinati settori a rischio: per questo motivo la Zampa ha lanciato la proposta - che nemmeno a dirlo sta facendo molto discutere - di rendere obbligatorio il vaccino per alcune categorie di dipendenti pubblici; vediamo quali.

Dipendenti pubblici, vaccino obbligatorio: la proposta dal Ministero della Salute

Il sottosegretario al Ministero della Salute, Sandra Zampa, ha descritto il suo pensiero alla Repubblica, indicando le motivazioni per cui, secondo lei, per alcune categorie di dipendenti pubblici dovrebbe esserci l’obbligo del vaccino da Covid.

“Lo affermo da tempo. Chi lavora nel pubblico e a contatto con il pubblico ha una responsabilità maggiore, per questo abbiamo inserito alcune categorie di dipendenti statali tra le prime perle vaccinazioni. Non mi riferisco solo al personale sanitario, parlo anche degli insegnanti: è una questione di buon senso.”

Sono due, quindi, le categorie che secondo la Zampa non dovrebbero avere libertà di decisione in merito alla possibilità di sottoporsi o meno al vaccino. Da una parte c’è il personale sanitario, al quale è stata data massima priorità nel calendario delle vaccinazioni.

Ad oggi, però, al Ministero della Salute risulta che solo il 70% del personale abbia dato il via libera alla vaccinazione; ne resta da “convincere” il restante 30%, un numero molto elevato se si considera la centralità di questi professionisti nella lotta alla pandemia.

Ed è per questo che secondo il Ministero della Salute determinate figure professionali dovrebbero essere costrette a sottoporsi al vaccino. Chi lavora negli ospedali, ma anche all’interno delle RSA, ha una responsabilità maggiore nei confronti dei cittadini ed è per questo motivo che dovrebbero vaccinarsi non solo per tutelare loro stessi ma anche coloro con i quali lavorano a stretto contatto.

Ma non c’è solamente il personale sanitario tra le categorie di dipendenti pubblici che secondo la Zampa dovrebbero vaccinarsi. Oltre a chi lavora negli ospedali, infatti, si punta con attenzione a chi lavora nelle scuole: ATA e soprattutto insegnanti dovrebbero vaccinarsi.

D’altronde, la Zampa ha ricordato come l’obbligo di vaccinazione per i bambini di età compresa tra i 0 e i 6 anni sia stato reso condizione necessaria ai fini dell’ammissione a scuola. Perché non fare lo stesso con le vaccinazioni per il Covid ma in questo caso obbligando gli insegnanti?

E conclude il proprio pensiero con una frase che immaginiamo non sarà scevra da polemiche:

“Nel contratto di lavoro pubblico lo metterei come precondizione per l’assunzione”.

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