Il dilemma della Nato, quando è il momento giusto per abbattere un drone russo?

Luna Luciano

4 Ottobre 2025 - 21:02

Droni russi nei cieli della NATO riaccendono il dibattito: reagire con forza e abbatterli o mantenere la calma? Ecco il dilemma che spacca l’Organizzazione Atlantica.

Il dilemma della Nato, quando è il momento giusto per abbattere un drone russo?

Quando la NATO dovrebbe abbattere un drone russo? È questo il dilemma che sta affrontando l’Alleanza in questi giorni.

Mentre alcuni droni non identificati (si sospetta di origine russa) hanno sorvolato lo spazio aereo, gli Stati in prima linea chiedono misure più severe. Eppure l’interrogativo che si pongono gli analisti è quanto mai serio: quando si può abbattere un drone, senza rischiare di scatenare la terza guerra mondiale?

Negli ultimi mesi, una serie di episodi al confine orientale della NATO ha causato numerose tensioni. Droni avvistati in Polonia, caccia russi nello spazio aereo estone e presunti sorvoli su basi militari in Germania hanno riportato in primo piano un tema che da anni divide i vertici della Nato: come rispondere alle provocazioni sempre più frequenti e sfacciate da parte di Mosca, mentre il Cremlino nega di aver avuto alcun ruolo nelle incursione di droni non identificati.

La questione non è solo militare, ma politica e strategica: ogni decisione presa (o non presa) può ridefinire l’equilibrio della strategia di deterrenza e il confine tra prudenza e debolezza. In un contesto in cui la guerra in Ucraina continua a incendiare l’Europa orientale, la NATO cammina sul filo del rasoio : reagire senza cadere in una trappola che può portare a un’escalation su scale mondiale.

Droni russi nello spazio aereo Nato: cosa sta accadendo?

Gli sconfinamenti di velivoli russi nello spazio aereo della NATO sono aumentati in numero e intensità. Secondo fonti militari, circa venti droni sospetti avrebbero attraversato lo spazio aereo della Polonia nelle ultime settimane, mentre tre caccia MiG-31 sarebbero entrati nello spazio aereo dell’Estonia prima di essere intercettati.

Anche la Germania ha segnalato la presenza di droni vicino a basi militari e infrastrutture sensibili, tra cui una nave nel canale di Kiel. Episodi simili si sono verificati in Scandinavia, con droni che hanno temporaneamente paralizzato il traffico aereo a Copenaghen e Oslo. Sebbene Mosca neghi ogni coinvolgimento, molti governi occidentali vedono in queste incursioni una strategia deliberata per testare la prontezza della NATO e sondarne i limiti di reazione. L’obiettivo del Cremlino, secondo gli analisti, sarebbe quello di “destabilizzare psicologicamente” l’Alleanza e confonderne le linee rosse operative.

Droni russi, è giusto abbatterli? Ecco cosa pensano i Paesi Nato

All’interno della NATO il dibattito è acceso: abbattere o meno questi droni? La NATO su questo dilemma sembra spaccarsi e mostra i primi segni di una mancata coesione. Emergono due fazioni con due linee d’azione ben distinte:

  • la linea dura degli Stati in prima linea, come Polonia, Lituania ed Estonia, che sostengono che ogni violazione dello spazio aereo rappresenti una minaccia diretta alla sicurezza nazionale. Varsavia ha già dichiarato di essere pronta ad abbattere qualsiasi drone o velivolo militare russo che entri nel proprio territorio, mentre il parlamento lituano ha concesso alle forze armate il potere di colpire droni stranieri anche in tempo di pace.
  • la linea della prudenza degli altri Paesi NATO. Germania e Finlandia insistono sulla necessità di “non abboccare” alle provocazioni di Mosca, ricordando che ogni gesto eccessivo potrebbe innescare un’escalation. Il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha sottolineato che “i nostri piloti sanno cosa possono fare e agiscono con la massima professionalità, senza lasciarsi provocare”.

Sullo sfondo, gli Stati Uniti mantengono un profilo ambiguo: se da un lato il presidente Trump ha suggerito di rispondere con forza, dall’altro Washington evita di promettere apertamente un sostegno militare in caso di abbattimento. Il risultato è una crescente divisione interna che riflette le diverse percezioni di rischio e le priorità strategiche di ciascun Paese membro.

Droni russi, quando abbatterli? La strategia della Nato

Di fronte a un panorama così complesso, la Nato continua a mantenere un’ambiguità strategica. L’Alleanza, in realtà, dispone di linee guida segrete che stabiliscono quando, dove e come reagire alle incursioni di droni o aerei russi, ma non le rende pubbliche per evitare che Mosca ne approfitti. Questa vaghezza, spiegano gli esperti, serve a mantenere flessibilità operativa e a dissuadere il Cremlino dal prevedere le mosse occidentali.

Il segretario generale Mark Rutte ha chiarito che ogni decisione verrà presa “in base agli intenti, agli armamenti e ai rischi per le forze alleate o per i civili”. Ciò significa che un drone può essere abbattuto solo se rappresenta una minaccia concreta e immediata. Tuttavia, alcuni Paesi come la Polonia sostengono che la deterrenza richieda segnali più chiari, come sanzioni o attacchi informatici mirati. In effetti, all’interno dell’Alleanza esiste già un meccanismo per condurre operazioni cibernetiche “preventive” contro infrastrutture russe. È una forma di risposta meno visibile, ma potenzialmente più efficace nel breve termine. Alla fine, il vero dilemma resta lo stesso: come difendere i confini dell’Alleanza senza oltrepassare quella sottile linea che separa la prudenza dalla provocazione.

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