Sai di quanto aumenta lo stipendio da gennaio 2026? Ecco la differenza rispetto a dicembre 2025.
Gennaio 2026 sarà un mese importante per molti lavoratori: con l’entrata in vigore delle misure previste dalla nuova legge di Bilancio, gli stipendi potranno beneficiare di alcuni aumenti, anche se non tutti immediati. Soltanto una parte degli interventi approvati dal governo avrà infatti un impatto diretto e visibile già nella busta paga di gennaio, mentre altri produrranno effetti solo nel corso dell’anno.
La legge di Bilancio 2026 introduce un pacchetto articolato di misure pensate per sostenere il potere d’acquisto dei lavoratori: dalla riduzione dell’aliquota Irpef dal 35% al 33% alla detassazione degli aumenti da rinnovi contrattuali (con imposta sostitutiva del 5%), fino alla detassazione degli straordinari, dei notturni e dei festivi tramite imposta sostitutiva del 15% ai bonus dedicati alle madri lavoratrici, confermati e potenziati anche nel 2026.
Si tratta di interventi che avranno un impatto complessivamente positivo, ma con tempi e modalità molto diversi tra loro. L’unico cambiamento effettivamente percepibile già nella busta paga di gennaio sarà quello legato all’Irpef, con un aumento, seppur contenuto, del netto mensile per chi ha un reddito superiore ai 28.000 euro annui.
Tutte le altre misure, pur operative dal 1° gennaio, diventeranno tangibili solo più avanti: gli incentivi ai rinnovi contrattuali quando verranno firmati i nuovi accordi, la detassazione degli straordinari man mano che matureranno le ore aggiuntive e il bonus mamme solo con il pagamento annuale da parte dell’Inps.
A tal proposito, in questa guida analizzeremo quindi come e perché cambia la busta paga di gennaio 2026 rispetto a dicembre 2025, chi potrà notare già da subito un aumento e quali effetti, invece, arriveranno solo nel corso dell’anno per lavoratori dipendenti pubblici e privati.
Come funziona il taglio dell’Irpef e come cambia lo stipendio
Come anticipato, tra le novità più attese della manovra c’è la riduzione della seconda aliquota Irpef, che dal 1° gennaio 2026 passerà dal 35% al 33%.
Si tratta di un intervento che rientra nella strategia dell’esecutivo di ridurre progressivamente la pressione fiscale sui redditi medio-bassi, rafforzando il potere d’acquisto delle famiglie. Il beneficio interesserà in particolare chi ha redditi compresi tra 28.000 e 200.000 euro, visto che si interviene sul secondo scaglione, quello che comprende l’imponibile lordo tra 28.000 e 50.000 euro. Il vantaggio si annulla per redditi complessivi oltre i 200.000 euro, soglia oltre la quale scatta una decurtazione delle detrazioni da lavoro dipendenti tale da annullare il vantaggio generato dal taglio dell’Irpef.
Un punto importante va chiarito: il taglio si applica sull’imponibile fiscale, cioè sul reddito lordo diminuito dei contributi previdenziali a carico del lavoratore (pari al 9,19% nel settore privato e 8,80% nel pubblico). Questo significa che il risparmio effettivo non si calcola sull’intero lordo, ma solo sulla parte che rimane dopo la trattenuta contributiva.
La tabella seguente mostra il risparmio teorico annuo calcolato sulla quota di reddito tassata con la seconda aliquota:
| Retribuzione annua lorda | Base imponibile | Risparmio Irpef annuo | Risparmio mensile |
|---|---|---|---|
| 28.000 | 25.428 | 0 | 0 |
| 30.000 | 27.243 | 0 | 0 |
| 32.000 | 29.058 | 21 | 2 |
| 34.000 | 30.872 | 58 | 5 |
| 36.000 | 32.687 | 95 | 8 |
| 38.000 | 34.502 | 132 | 11 |
| 40.000 | 36.316 | 166 | 14 |
| 42.000 | 38.131 | 201 | 17 |
| 44.000 | 39.946 | 236 | 20 |
| 46.000 | 41.760 | 271 | 23 |
| 48.000 | 43.575 | 306 | 26 |
| 50.000 | 45.390 | 340 | 28 |
| 55.000 | 50.389 | 440 | 37 |
| 60.000 | 54.666 | 440 | 37 |
| 70.000 | 63.223 | 440 | 37 |
Il valore indicato nell’ultima colonna rappresenta la differenza reale tra lo stipendio di dicembre e quello di gennaio 2026, considerando che il resto delle regole fiscali resterà invariato grazie alla conferma del taglio del cuneo contributivo. L’adeguamento entrerà automaticamente in vigore con le buste paga di gennaio, ma non si esclude un leggero ritardo tecnico nel caricamento da parte di alcune aziende o amministrazioni. In tal caso, la differenza maturata verrà comunque riconosciuta tramite arretrati nei mesi successivi.
La detassazione degli aumenti riconosciuti dai rinnovi contrattuali
Tra le misure più rilevanti che hanno trovato posto nella legge di Bilancio 2026 c’è anche la detassazione degli aumenti previsti dai rinnovi contrattuali sottoscritti nel 2025 e nel 2026. L’intervento punta a facilitare la chiusura dei tavoli tra sindacati e associazioni datoriali, consentendo alle aziende di riconoscere aumenti senza subirne per intero l’impatto fiscale e garantendo ai lavoratori un netto più elevato a parità di risorse stanziate.
Nel dettaglio, la manovra introduce, per tutto il 2026, un’imposta sostitutiva del 5% sugli incrementi retributivi corrisposti in attuazione dei rinnovi contrattuali firmati nel 2025 o nel 2026. E attenzione: la misura è riservata esclusivamente ai lavoratori del settore privato con reddito da lavoro dipendente non superiore a 28.000 euro.
L’imposta sostitutiva funziona come una flat tax che sostituisce l’Irpef e le addizionali sulla sola quota di aumento, mentre i contributi previdenziali restano dovuti secondo le regole ordinarie. In pratica, l’incremento non viene tassato con l’aliquota ordinaria del 23%, ma con un’aliquota ridotta del 5%, generando un beneficio netto pari, nella fascia sotto i 28.000 euro, a circa il 18% dell’aumento lordo.
Ecco, a proposito, una tabella che mostra nel dettaglio il risparmio mensile garantito dalla nuova disciplina, tenendo fermo il limite dei 28.000 euro di reddito annuo lordo:
| Aumento mensile lordo | Tassazione ordinaria (23%) | Tassazione agevolata (5%) | Risparmio mensile netto |
|---|---|---|---|
| 50 | 11,50 | 2,50 | +9,00 |
| 70 | 16,10 | 3,50 | +12,60 |
| 90 | 20,70 | 4,50 | +16,20 |
| 110 | 25,30 | 5,50 | +19,80 |
| 130 | 29,90 | 6,50 | +23,40 |
| 150 | 34,50 | 7,50 | +27,00 |
| 200 | 46,00 | 10,00 | +36,00 |
Bonus mamme 2026
Tra le misure che tornano anche nel 2026 c’è il bonus mamme, introdotto lo scorso anno con l’obiettivo di sostenere le lavoratrici con figli e incentivare la permanenza nel mondo del lavoro.
Il Documento programmatico di bilancio 2026 conferma la misura e ne prevede il potenziamento, mantenendo invariati i requisiti principali: spetta quindi alle madri lavoratrici - dipendenti o autonome - con almeno due figli e un reddito annuo non superiore a 40.000 euro. Nel caso delle lavoratrici con due figli il più piccolo non deve aver compiuto i 10 anni di età, mentre per chi ne ha almeno 3 è sufficiente che anche uno solo sia ancora minorenne.
Tuttavia, anche in questo caso, è importante chiarire che non si tratta di un aumento mensile in busta paga. Come accaduto nel 2025, il bonus sarà gestito direttamente dall’Inps e pagato in un’unica soluzione a fine anno, dopo la presentazione della domanda.
Non comparirà quindi nello stipendio di gennaio 2026, né nei mesi successivi: il beneficio - che sale a 60 euro al mese - verrà erogato solo a seguito della verifica dei requisiti da parte dell’Istituto e direttamente sul conto corrente dell’interessata.
Detassazione del trattamento accessorio
Infine, la manovra ha trovato posto anche per una misura molto attesa dai lavoratori: la detassazione delle maggiorazioni legate ai turni notturni o festivi come pure alle indennità di turno. Per il solo anno 2026, queste somme saranno tassate con un’imposta sostitutiva del 15%, molto più bassa rispetto alle aliquote Irpef ordinarie del 23% (primo scaglione) e del 33% (secondo scaglione).
L’agevolazione riguarda esclusivamente i lavoratori dipendenti del settore privato che nel 2025 hanno percepito un reddito da lavoro dipendente non superiore a 40.000 euro, e si applica entro un tetto massimo di 1.500 euro lordi annui.
Il datore di lavoro - in qualità di sostituto d’imposta - applicherà automaticamente la tassazione agevolata, salvo eventuale rinuncia scritta da parte del dipendente.
Di seguito, una tabella che illustra il risparmio ottenibile da un lavoratore con reddito non superiore a 28.000 euro, applicando la nuova imposta sostitutiva del 15%:
| Importo lordo annuo agevolato | Tassazione ordinaria (23%) | Tassazione agevolata (15%) | Risparmio annuo netto |
|---|---|---|---|
| 100 | 23 | 15 | +8 |
| 200 | 46 | 30 | +16 |
| 300 | 69 | 45 | +24 |
| 400 | 92 | 60 | +32 |
| 500 | 115 | 75 | +40 |
| 600 | 138 | 90 | +48 |
| 700 | 161 | 105 | +56 |
| 800 | 184 | 120 | +64 |
| 900 | 207 | 135 | +72 |
| 1.000 | 230 | 150 | +80 |
| 1.100 | 253 | 165 | +88 |
| 1.200 | 276 | 180 | +96 |
| 1.300 | 299 | 195 | +104 |
| 1.400 | 322 | 210 | +112 |
| 1.500 | 345 | 225 | +120 |
Ed ecco invece il vantaggio per un lavoratore con reddito compreso tra 28.000 e 40.000 euro, nel caso in cui l’intero importo degli straordinari ricada nel secondo scaglione d’imposta (aliquota ordinaria 33%):
| Importo lordo annuo agevolato | Tassazione ordinaria (33%) | Tassazione agevolata (15%) | Risparmio annuo |
|---|---|---|---|
| 100 | 33 | 15 | +18 |
| 200 | 66 | 30 | +36 |
| 300 | 99 | 45 | +54 |
| 400 | 132 | 60 | +72 |
| 500 | 165 | 75 | +90 |
| 600 | 198 | 90 | +108 |
| 700 | 231 | 105 | +126 |
| 800 | 264 | 120 | +144 |
| 900 | 297 | 135 | +162 |
| 1.000 | 330 | 150 | +180 |
| 1.100 | 363 | 165 | +198 |
| 1.200 | 396 | 180 | +216 |
| 1.300 | 429 | 195 | +234 |
| 1.400 | 462 | 210 | +252 |
| 1.500 | 495 | 225 | +270 |
Detassazione per dipendenti pubblici
La legge di Bilancio 2026 introduce una misura analoga anche per i dipendenti pubblici non dirigenti, seppur con un ambito più ristretto: le componenti del trattamento accessorio (indennità, maggiorazioni, straordinari e compensi aggiuntivi) saranno tassate al 15% entro un limite massimo di 800 euro lordi annui, a condizione che il reddito da lavoro dipendente non superi i 50.000 euro.
Questa agevolazione non si applica al personale delle Forze armate e di polizia già destinatario di regimi fiscalmente agevolati come il bonus defiscalizzazione entro i 28.000 euro.
Detassazione per il personale sanitario
Per il personale del Servizio sanitario nazionale viene confermata anche per il 2026 la tassazione al 15% sulle prestazioni aggiuntive, sui turni extra e sulle attività straordinarie, già prevista nel biennio 2024-2025. L’agevolazione, inserita nell’articolo 68, comma 5, permette a medici, infermieri e operatori sanitari di trattenere una quota maggiore dei compensi accessori, sostenendo un comparto particolarmente esposto a carichi di lavoro intensi.
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