Tassi in rialzo? Iniziano i problemi: il grafico della settimana

Luca Fiore

9 Aprile 2022 - 09:00

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Tassi e debito in aumento, accompagnati dalla fine del Quantitative Easing, faranno schizzare al rialzo gli oneri sul debito. La view di Janus Henderson.

Tassi in rialzo? Iniziano i problemi: il grafico della settimana

Quella che doveva essere una progressiva normalizzazione delle condizioni monetarie minaccia di trasformarsi in una brusca ritirata.

Già sotto pressione a causa delle distorsioni pandemiche, i prezzi al consumo si trovano a dover fronteggiare anche i nuovi balzi messi a segno da praticamente tutte le commodity a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina.

In un simile contesto, le banche centrali stanno preparando, onde evitare tassi di inflazione a due cifre, un brusco rientro dalle misure straordinarie.

Le ripercussioni di questo processo sono destinate a farsi sentire in particolar modo su un debito globale che nel corso del 2021 ha fatto segnare un nuovo massimo storico a 65.400 miliardi di dollari.

Se con tassi a zero o in negativo il problema è stato tranquillamente evitato, con i rialzi dei tassi (la Bank of England ne ha messi a segno tre, la Fed si appresta a spingere sull’acceleratore con strette da 50 punti base e la Bce potrebbe intervenire nel quarto trimestre) arriva il momento di affrontare la realtà.

Onere sul debito in aumento a due cifre

Secondo i numeri contenuti nella seconda edizione del Sovereign Debt Index, gli analisti di Janus Henderson rilevano che se tra il 2020 ed il 2021 il tasso di interesse effettivo sul debito ha fatto registrare una contrazione passando dall’1,8 all’1,6%, con un costo per il servizio del debito in calo da 1.070 a 1.010 miliardi, nel 2022 la situazione è destinata a cambiare in maniera radicale.

Nell’anno corrente, si legge nel report, la crescita del debito è destinata a proseguire, è stimato un +9,5% (+6.200 miliardi a 71.600 miliardi di dollari), principalmente per via delle emissioni di Stati Uniti, Giappone e Cina.

Debito pubblico globale e interessi da corrispondere. Fonte: Sovereign Debt Index, Janus Henderson

Crescerà, proprio alla luce del rialzo dei tassi, anche il costo degli interessi sul debito pubblico globale, visto in rialzo nel 2022 del 14,5%, a parità del tasso di cambio.

Il più penalizzato? Il Regno Unito

Il Regno Unito registrerà il rialzo più consistente del costo per il servizio del debito a causa della risalita dell’inflazione, che incide sulle obbligazioni indicizzate, e della graduale chiusura del Quantitative Easing.

“Ciò significa -riporta lo studio- che dovrà pagare interessi più alti sui depositi rispetto a quelli che riceve sulle obbligazioni che ha accumulato con il piano di Quantitative Easing. La differenza dovrà essere finanziata dai contribuenti britannici”.

Anche Stati Uniti, Canada, Francia, Germania e Australia hanno emesso volumi relativamente elevati di obbligazioni indicizzate all’inflazione.

“Come il Regno Unito, questi governi sono incentivati a contenere l’inflazione più di altri Paesi che hanno un debito collegato all’inflazione inferiore o nullo”.

Tali Paesi accoglieranno positivamente il relativo calo dell’onere del debito, poiché l’inflazione ne erode il valore, con la cosiddetta repressione finanziaria. Gli interventi per contenere l’inflazione naturalmente sono positivi per i prezzi obbligazioni.

Con il rialzo dei tassi di interesse, il costo fiscale associato alla chiusura del QE si preannuncia particolarmente elevato.

“Le banche centrali cristallizzeranno le perdite sulle obbligazioni in bilancio che dovranno essere pagate dai contribuenti perché le banche centrali verranno rimborsate dal Tesoro in caso di perdite”.

Tali perdite dipendono dal fatto che le obbligazioni sono state acquistate a prezzi elevati (e bassi rendimenti) ben oltre il valore nominale mentre scadono al valore nominale.

Debito Italia sale più lentamente

Nel 2021 il debito dell’Italia è salito molto più lentamente delle media globale, sebbene abbia toccato un nuovo record.

“Nel 2022 - ha detto Federico Pons, Country Head per l’Italia di Janus Henderson Investors- il debito in Italia salirà ancora ma lentamente, mentre gli interessi passivi balzeranno alle stelle. Nel dicembre 2020 il rendimento effettivo delle obbligazioni italiane è sceso al minimo record dello 0,3%, mentre, alla fine di gennaio 2022, è salito allo 0,8%. L’aumento degli yield ha comportato un rendimento complessivo del -3,0% tra la fine di gennaio 2021 e la fine di gennaio 2022”.

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