Crisi Venezuela si aggrava ancora. Ecco di chi è la colpa stavolta

C. G.

19 Dicembre 2016 - 15:15

La crisi del Venezuela ha raggiunto nuovi massimi mentre la morte del bolivar appare sempre più reale. Ecco le ultime notizie sulla drammatica situazione dello Stato di Maduro.

Crisi Venezuela si aggrava ancora. Ecco di chi è la colpa stavolta

Crisi Venezuela: crollo bolivar senza precedenti. Le ultime notizie - La crisi del Venezuela non accenna ad abbandonare un paese ormai allo stremo delle forze.

Il crollo del bolivar è ormai un dato di fatto e proprio nel momento in cui molti pensavano di aver toccato il fondo, la situazione è peggiorata ancora e la crisi del Venezuela ha raggiunto livelli senza precedenti.

Domenica scorsa il presidente Nicolas Maduro, parlando in un discorso alla radio, ha concesso ai venezuelani 72 ore di tempo per scambiare le loro banconote da 100 bolivar, a breve private del loro valore.

La crisi del Venezuela, la corruzione e la galoppante inflazione hanno infatti imposto delle severe misure economiche e monetarie che hanno portato Maduro a scegliere di sostituire le vecchie banconote con quelle nuove aventi un valore tra i 500 e i 20.000 bolivar.

L’introduzione dei nuovi tagli sarebbe dovuta avvenire il 15 dicembre ma così non è stato e il fallimento, almeno iniziale, dell’iniziativa governativa ha aperto le porte a un’ondata di caos e distruzione. Ecco allora il punto sulla crisi in Venezuela e sulla morte cui sta andando incontro il bolivar.

Crisi Venezuela e crollo bolivar: centinaia di arresti, morto un ragazzo

Le autorità Venezuelane hanno arrestato circa 300 persone che negli ultimi giorni hanno dato vita a delle immense proteste contro il governo di Maduro e contro la decisione di sostituire la banconota da 100 bolivar.

Come già accennato, le banconote da 100 sono state ritirate prima dell’introduzione dei nuovi tagli e l’ultima mossa del governo ha creato un deficit di contante che non ha fatto altro che rendere la crisi del Venezuela ancor più distruttiva. Molte persone si sono ritrovate senza denaro per comprare i beni di prima necessità, che comunque continuano a scarseggiare dato che la crisi economica del Venezuela si è presto trasformata in emergenza sociale e umanitaria.

I saccheggi sono diventati incontrollabili, le proteste hanno raggiunto livelli senza precedenti e i confini con la Colombia e con il Brasile continueranno ad essere chiusi fino a inizio gennaio per evitare, a detta di Maduro, attività mafiose lungo le frontiere. La crisi del Venezuela sta iniziando a limitare anche la capacità di spostamento dei cittadini.

Sabato, dopo centinaia di arresti e dopo la morte di un quattordicenne, Maduro ha comunicato di voler rimandare l’introduzione delle nuove banconote al 2 gennaio prossimo il che ha contribuito a placare le proteste, almeno per ora. Nonostante Maduro abbia posticipato il ban dei 100 bolivar, molti negozi hanno continuato a rifiutare le banconote il che ha gettato ancor più nel panico la popolazione.

Le proteste hanno portato a numerosi arresti e molte delle persone detenute sono in realtà personaggi di spicco dell’opposizione di Maduro. “Non chiamateli prigionieri politici”, ha tuonato il presidente dopo aver accusato Barack Obama di stare per progettare un colpo di stato contro il socialismo del Venezuela. Le parole per descrivere la terribile situazione del Venezuela iniziano a scarseggiare e l’unica speranza della popolazione è ora che le mosse governative riescano a rimettere in pieni un paese ormai distrutto. La crisi del Venezuela vedrà mai la fine?

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